Nel giorno in cui si deve obbligatoriamente osservare un minuto di raccoglimento e giocare con il lutto al braccio per la scomparsa di Jorge Mario Bergoglio, 266° papa della chiesa cattolica, nel giorno in cui il Lecce è obbligato a giocare a Bergamo prima di dare l’ultimo saluto a Graziano Fiorita, fisioterapista dei giallorossi scomparso poche ore prima della gara, nel giorno in cui la frase iconica “the show must go on” si impone nel suo cinismo, proviamo a raccontare quello che dicono gli spalti e gli ultras, forse l’unico motivo per cui ancora vale la pena seguire questo carrozzone malato da tempo immemore.

La gara che si disputa al “Nunzio Fittipaldi” di Francavilla in Sinni vede affrontarsi i padroni di casa, alla ricerca di una vittoria che potrebbe significare salvezza matematica, e il Fasano, a cui i preziosi punti servono invece per disputare i play off. Obiettivi diametralmente opposti dunque e motivazioni diverse che potrebbero pesare sull’economia delle giocate in campo, ma andiamo con ordine.

I pugliesi, con al seguito un centinaio di tifosi, sono autori di un buon tifo per tutta la durata della gara, con molti cori a ripetere e sciarpate ben riuscite, oltre all’accensione di alcuni fumogeni che rimandano ai tempi passati, quando folclore e colore non erano ancora reato, mentre tra i padroni di casa non c’è (mai stato) un seguito ultras, ma un manipolo di semplici tifosi che segue la gara in rigoroso silenzio, salvo farsi sentire per le azioni di gioco più pericolose dei lucani.

La gara vive di sussulti grazie ai fasanesi che, ringalluzziti dai propri tifosi che li fanno sentire in casa, creano alcune azioni pericolose, ma paradossalmente sono i padroni di casa a passare in vantaggio grazie alla rete del centravanti Emmanuele Tedesco, il quale con un colpo di testa beffa l’estremo ospite. Lo svantaggio non scoraggia i tifosi biancazzurri, che dietro lo striscione “AF” ed altre pezze tra le quali si riconosce una bandiera palestinese, una pantera rosa e una per i diffidati, continuano a sostenere la squadra non disdegnando cori verso i rivali.

Il Francavilla raddoppia chiudendo ogni discorso e raggiungendo a fine gara la matematica salvezza grazie ai risultati concomitanti sugli altri campi, per la soddisfazione in primis di un raggiante Ranko Lazic, istituzione e autentico deus ex machina della formazione sinnica. Felicità condivisa dagli spettatori di casa i quali, svegliatisi dal torpore della gara, applaudono i calciatori per quest’impresa insperata alla fine del girone di andata. I fasanesi, seppur sconfitti, ricevono gli applausi dei propri tifosi che, sulle note de “Il ragazzo della Via Cluck”, dimostrano di aver apprezzato comunque l’impegno e la maglia sudata.