Com’è ben noto i primi passi della Frazione Calcistica Dal Pozzo sono stati scanditi dall’accanimento repressivo verso i propri sostenitori, nonché fondatori e spina dorsale di questo progetto che fa della socialità, dell’aggregazione e del rifiuto di qualsiasi discriminazione i propri baluardi.
Nel corso degli anni abbiamo saputo farci largo tra pregiudizi e paure immotivate, riuscendo a meritarci il rispetto e la simpatia di molte squadre con cui abbiamo intrecciato il nostro cammino.
Insomma, sembrava che quei tempi in cui un respiro sbagliato poteva costare una diffida fossero solo un lontano ricordo.
Nonostante tutto eccoci qua, con la nostra squadra orgogliosamente in lotta per un posto in finale di Coppa Lombardia.
Il percorso fatto nella suddetta Coppa è decisamente degno di nota, sia per quanto riguarda il campo, sia per quanto riguarda fuori dal campo.
La passione e l’attaccamento uniti al fascino dello scontro ad eliminazione diretta sono gli ingredienti base di questa bellissima cavalcata.

Giovedì 18 aprile giocheremo la semifinale di ritorno in trasferta a Valbrembo (BG).
Che il clima per questa partita fosse particolare lo sappiamo ormai da qualche giorno, quando alla richiesta di spostare di 30 minuti l’inizio della partita, per facilitare chi quel giorno lavora, ci è stato risposto con un secco rifiuto.
Nei giorni a seguire si sono susseguiti eventi che ci hanno letteralmente catapultato ai primi passi fatti nel 2015.
In seguito alla partita d’andata giocata nel nostro campo di casa, la società Amici Mozzo 2008, nostra avversaria, ci comunica che ci manderà per mail un decalogo sul comportamento da tenere sugli spalti durante la trasferta.
Il giorno dopo tuttavia la mail non arriva, arriva però inaspettata la chiamata dalla Digos di Bergamo.
Percepiamo chiaramente che il clima si sta riscaldando: sono tante le domande da parte del funzionario, preoccupato per il nostro arrivo.
Chi ha partecipato anche a una sola partita del Dal Pozzo potrà capire come sia difficile comprendere le motivazioni di tanta agitazione, ma ormai non ci stupiamo più di nulla.

Pensiamo di essere già nel teatro dell’assurdo quando, il giorno seguente, arriva la mail dalla società Amici Mozzo 2008: “L’impianto sportivo è ubicato in zona vincolata e il campo è in materiale sintetico. Per tali motivi è fatto divieto assoluto di utilizzo di qualsiasi oggetto pirotecnico e/o infiammabile. Il Comune ci informa altresì che ci sarà la presenza di Forze dell’Ordine che vigileranno in merito.
Gli spalti hanno un numero limitato di posti. Per dovere di ospitalità riserveremo 60 posti su 99 disponibili alla vostra società. Dopo tale numero verrà chiuso il botteghino e l’ingresso ai campi sarà inibito.”

Nella stessa giornata la società Amici Mozzo 2008 ci tiene a precisare che queste ordinanze sono state emanate dal Comune di Valbrembo senza possibilità di replica alcuna da parte loro.

A fronte di tutto ciò rimaniamo sconcertati e allibiti, all’andata si era respirato quel clima di festa che contraddistingue le nostre partite, in campo lo scontro è stato tutto sommato leale, e a fine partita, come nostra abitudine, abbiamo offerto pizza e birra agli atleti scesi in campo.

E allora ancora una volta ci ritroviamo a dover fare delle riflessioni.
È chiaro che i “motivi di ordine pubblico”, con cui vengono motivate queste assurde limitazioni, sono solo sterili parole d’ufficio.
Abbiamo assistito nel corso degli anni passati ad un attacco sistematico a tutto ciò che rendeva il calcio uno sport popolare, hanno annientato la passione che portava migliaia di persone a macinare chilometri per seguire la propria squadra.
Diffide, tessera del tifoso, calcio spezzatino, pay tv, striscioni vietati, telecamere, denunce.

Nel calcio minore, nel calcio popolare, si ritorna a vivere quella passione, quell’attaccamento, quella voglia di stare assieme, che anni di repressione hanno eliminato dal calcio dei grandi.

Rilanciamo l’invito a partecipare a questa importantissima trasferta, perché comunque andrà sarà una grande festa!
L’unico modo che abbiamo per affermare con forza la nostra esistenza è quella di esserci, in massa, e sostenere i nostri ragazzi come sempre.

Contro ogni forma di repressione.

Frazione Calcistica Dal Pozzo