È martedì, piove, sono appena uscito dall’ufficio a Roma e la stanchezza mi suggerirebbe di tornare a casa. Ma non ci penso due volte, intrigato dall’idea di rivedere lo Stirpe gremito, per la prima volta in questa stagione. La pioggia mi accompagna per tutto il viaggio e non sembra voler cessare.

Arrivo a ridosso del fischio d’inizio, notando lo striscione che campeggia sui cancelli: “Ultras liberi”, un messaggio per tutti i ragazzi che stasera non potranno esserci e, più in generale, per quelli travolti da una repressione che lascia sempre meno spazio alla cultura da stadio.

Gli spalti si riempiono all’ultimo con la Nord compatta e rumorosa che comincia a dare la spinta con cori potenti, ripetuti più volte e ripresi da tutto il cuore del tifo ciociaro. Gli ultras giallazzurri spingono dal primo minuto con battimani e cori prolungati. Anche quando la squadra sbaglia o fatica a concretizzare, dagli spalti non arriva un accenno di mugugno.

Sul fronte opposto, i cesenati si presentano in un centinaio abbondante, numeri buoni per un martedì sera con la distanza che separa la Romagna dalla Ciociaria. Entrano a ridosso del fischio d’inizio e subito si fanno notare: tante bandiere che sventolano per tutto l’arco del match, molti stendardi esposti e un sostegno che non cala, nemmeno quando la partita prende una piega complicata. Una performance di tutto rispetto, che per l’ennesima volta mette in evidenza il sacrificio di chi vive la propria fede a trecentosessanta gradi e quasi non avverte il peso del viaggio infrasettimanale.

Il primo tempo è intenso ma senza gol: tante occasioni per il Frosinone, un paio di ripartenze per il Cesena. Nella ripresa, in dieci minuti il Frosinone fa tre gol e lo stadio esplode. L’espulsione di Kvernadze e il gol cesenate che accorcia le distanze non cambiano il copione. A pochi minuti dalla fine, una sciarpata avvolge la Nord e gran parte dello stadio. Il Cesena torna a casa con qualche certezza incrinata dal risultato, ma con la conferma di un seguito fedele e instancabile, capace di farsi sentire anche lontano da casa e in un turno infrasettimanale. Il Frosinone esce da questo match con la consapevolezza che a differenza dell’anno precedente è squadra, con pregi e difetti e può seriamente coltivare il sogno di un possibile ritorno in Serie A.

Marco Meloni