Dopo qualche giorno di respiro passato in Inghilterra tra un match e l’altro, il rientro in Italia è stato un misto di nostalgia e frenesia. E oggi? È domenica, il giorno del calcio, il giorno perfetto per rimettersi in macchina e affrontare la strada verso Frosinone. Non è una partita qualunque, non lo è mai quando sugli spalti sai che le tifoserie saranno il vero spettacolo, capaci di trasformare una partita in un’esperienza da raccontare. La gara arriva con i ciociari fanalino di coda e con un disperato bisogno di riscatto. Il Cesena, forte di una posizione più tranquilla, si presenta comunque deciso a non concedere nulla. È uno scontro dove l’orgoglio vale tanto quanto i punti in palio.

A pochi minuti dall’inizio parte l’inno e tutto lo stadio si colora di giallazzurro con una bella sciarpata. Dal primo minuto, i tifosi del Frosinone dimostrano che il dodicesimo uomo è più che un semplice modo di dire. Con cori incessanti sostengono una squadra che non li sta ripagando in classifica, ma che loro non smettono di amare. Non c’è spazio per i dubbi: si canta, si urla, si crede. La Nord si dimostra ancora una volta il cuore pulsante di questa squadra alla quale, nonostante l’ultimo posto in classifica e un campionato difficile, è sempre rimasta al fianco, senza mai cedere a fischi o mugugni. Il sostegno è incondizionato, e oggi lo stadio intero si trasforma in una cassa di risonanza per i cori, con le tribune che sembrano soffiare dietro al pallone per spingerlo oltre ogni limite. La presenza del pubblico si fa sentire, non solo per incitare i propri beniamini, ma anche per mettere pressione agli avversari e alla terna arbitrale, spesso bersaglio di critiche sonore, soprattutto dopo il rigore assegnato ai romagnoli con l’ausilio del VAR.

Sul fronte opposto, i tifosi cesenati rispondono con una prova di tifo altrettanto ammirevole. Arrivati in buon numero, considerando la distanza che separa la Romagna dalla Ciociaria, si sistemano nel loro settore proprio a ridosso del calcio d’inizio. Costanti per tutta la partita, nonostante il campo non dia belle notizie per loro, non smettono mai di cantare e sostenere i loro colori, accompagnando la gara con battimani ritmati e cori a rispondere. Le loro bandiere sventolano interrottamente, regalando un tocco di colore e movimento che anima il settore ospiti per tutti i novanta minuti più recupero.

Tra le due tifoserie si crea un raro momento di “solidarietà”, quando entrambe ricordano gli amici diffidati e si schierano contro un sistema sempre più opprimente nei confronti del mondo curvaiolo. Il loro grido comune, che ricorda quanto anche i parenti lontani siano sempre parte della famiglia del tifo, è una dimostrazione di quella fratellanza che spesso unisce gli ultras, al di là dei colori e delle rivalità.

Sul campo il Frosinone parte forte, deciso a cambiare rotta. Dopo un inizio intraprendente, trova il vantaggio, ma il Cesena risponde grazie a una respinta dopo il rigore parato da Cerofolini. I ciociari, tuttavia, non si abbattono e tornano avanti proprio allo scadere del primo tempo. Nel secondo tempo, la squadra di casa gestisce bene il vantaggio e trova il tris con un rigore perfettamente trasformato da capitan Marchizza. Ma i bianconeri insistono e accorciano le distanze a dieci minuti dal termine. Il 3-2 rimane il risultato finale, con il Frosinone che finalmente torna a respirare e muove una classifica finora tutt’altro che piacevole.

Quando termina la partita la giornata volge al termine, con il sole che scende dietro i monti Lepini tingendo il cielo di arancione e viola. È un tramonto che fa da degna cornice a una giornata di calcio vero, quello che sa unire passione, emozione e bellezza in una miscela perfetta.

Marco Meloni