Capita, nel turbinio di partite da seguire e successivamente da raccontare, di perdersi e rimanere irrimediabilmente indietro. Facciamo perciò un piccolo salto indietro nel tempo e scusate se qualcosa potrà sembrare anacronistico. Nel giorno della Festa della Liberazione, il calendario di Serie B propone un bell’anticipo delle 12:30. Un Frosinone-Spezia che avevo segnato in agenda, complice anche la cornice festiva e la voglia di vivere lo stadio in un orario insolito, quasi “all’inglese”. I ciociari arrivano a questa gara decisamente più sereni rispetto ai mesi precedenti, in cui la paura della retrocessione sembrava ormai una compagna di viaggio fissa. Un buon filotto di risultati, favorito dall’ennesimo cambio in panchina, ha permesso ai giallazzurri di rimettere la testa fuori dall’acqua e affrontare questa sfida con il lusso di potersi permettere anche un mezzo passo falso. Discorso completamente diverso per lo Spezia, che si gioca ancora tantissimo nella lotta per la promozione. I recenti stop pesano, ma la classifica resta corta e il sogno di tornare in Serie A continua ad alimentare le speranze liguri.
Il clima sugli spalti, però, livella tutto. A mezz’ora dal fischio d’inizio, la Curva Nord è già bella piena, viva, battente. Tamburi, cori e bandiere fanno capire da subito che oggi, come spesso accade, sarà difficile spuntarla nel confronto del tifo. Il riscaldamento dei giocatori è accolto come se fosse già partita vera e il segnale arriva forte e chiaro anche alla Tribuna Est, che si accoda volentieri ai cori più travolgenti.
Gli ospiti – 234 i tagliandi staccati – fanno il loro ingresso nel settore pochi minuti prima del calcio d’inizio, cominciando sin da subito a tifare, ma non riuscendo a replicare con la stessa intensità emotiva la performance dei padroni di casa. Il tutto, chiaramente, dovuto anche al particolare momento che la Curva Ferrovia sta passando in fatto di repressione e diffide, come testimonia l’unico striscione presente nel settore, quello che solidarizza con i ragazzi che oggi non possono essere allo Stirpe contro la loro volontà.
Oggi si osserva un minuto di silenzio per la recente scomparsa di Papa Francesco, venuto a mancare pochi giorni fa. L’atmosfera è realmente toccante, e tutto lo stadio si stringe in un raccoglimento sincero. La Curva Nord espone uno striscione in sua memoria: “Un Papa vicino a tutti”. Fa eccezione un singolo, dal settore ospiti, che rompe il silenzio con qualche secondo di blasfemia, ricevendo un’immediata e vivace reazione dal resto dello stadio. La partita si accende subito. Al nono minuto il Frosinone passa in vantaggio, lo stadio esplode e la Nord si scatena, trascinando l’intero impianto in un boato collettivo. La spinta non si ferma mai, cori e tamburi mantengono la pressione alta, e a quel punto anche la Est entra stabilmente in gioco.
Lo Spezia pareggia quasi subito, a dimostrazione che in campo le differenze si sentono. Ma i ciociari non si lasciano scoraggiare e a ridosso dell’intervallo tornano avanti con un gran sinistro da fuori, che rimette tutto com’era: stadio in estasi e una prestazione che sin dal riscaldamento si mantiene costante, potente e coinvolgente. A un quarto d’ora dal termine arriva il nuovo pareggio dei liguri, che mette un punto esclamativo su un match tirato fino all’ultimo. Entrambe le squadre avrebbero anche la chance per portare a casa il bottino pieno, ma il risultato finale di 2-2 appare onesto e proporzionato.
Per il Frosinone è un altro mattoncino verso una salvezza, per lo Spezia una frenata che complica ulteriormente la rincorsa alla vetta.
Marco Meloni




































