Allo stadio Benito Stirpe va di scena il turno infrasettimanale della Serie B. Per l’occasione ospiti dei ciociari sono i rossoverdi della Ternana, vera e propria bestia nera negli ultimi anni per la compagine laziale. Una statistica curiosa vede infatti le ultime due sfide tra Leoni e Fere giocate in turni infrasettimanali con i secondi usciti dal vecchio Matusa rispettivamente con una vittoria (l’anno della promozione in Serie A) e un pareggio risalente alla scorsa stagione.

L’ultima estate ha segnato alcuni passaggi storici per ambo i club. Su fronte canarino c’è stato il tanto agognato trasferimento al nuovo stadio mentre per gli umbri si è avverato il “sogno” del cambio di vertice in società: all’odiata famiglia Longarini è subentrato Bandecchi e la sua Unicusano, provenienti dalla catastrofica (e a tratti tragicomica) esperienza di Fondi. Uno stravolgimento che sembra aver riportato molto entusiasmo tra i tifosi rossoverdi, malgrado un inizio di campionato non proprio edificante.

Questo fermento è però confermato da un inconfutabile dato del botteghino: nella città delle acciaierie sono stati quasi in 800 ad acquistare il tagliando per il settore ospite dello Stirpe. Un vero e proprio esodo se si pensa agli ultimi anni e alle misere presenze sia al Liberati che in trasferta. Inoltre a giocare a favore di questa presenza c’è anche il via libera per i non possessori di tessera del tifoso. Scelta che rende possibile anche la presenza degli ultras della Curva Nord, già tornati in trasferta quest’anno in più di un’occasione.

Ora, sarò sincero: tra le partite da seguire in questi anni ho sempre evitato la Ternana in trasferta. Non per altro, ma per delle presenze che mi hanno sempre dato l’impressione di un movimento in piena crisi d’identità. Non solo nei numeri (quelli possono anche essere relativi) ma anche nell’approccio allo stadio. Stasera invece, un po’ per la vicinanza e un po’ per la curiosità di tastare con mano questo nuovo fomento delle Fere, ho deciso di vedere con i miei occhi i supporter umbri. Non me ne pentirò.

Già avvicinandomi allo stadio li sento cantare, ritmati dal suono del tamburo. Non smetteranno più fino a dopo il fischio finale.

Lo Stirpe presenta il solito buon colpo d’occhio, sebbene rispetto alle prima due uscite stavolta si intuisca qualche vuoto nei Distinti e nella Curva Sud. Il Frosinone è alla ricerca della prima vittoria tra le mura amiche e non sta attraversando un periodo di grande forma. Riuscirà a sbloccarsi, non senza soffrire le pene dell’inferno, almeno nel primo tempo, con gli ospiti che trovano il vantaggio e successivamente riacciuffano la partita sul 2-2. Per poi soccombere 4-2.

Va detto che la prestazione della Nord – salve qualche sporadico boato – non è certo da annoverare tra le migliori. Il settore popolare del tifo giallazzurro appare spesso in difficoltà e con poco mordente. Ripeto: la grandezza della nuova curva non aiuta a coordinare il tifo e in generale l’ampliamento delle dimensioni abitudinarie al vecchio Matusa, per ora ha creato molta più distanza tra la curva e gli altri settori (in particolar modo manca quella bella sinergia che esisteva tra Nord e Distinti). In diverse occasioni i lanciacori cercano di coinvolgere il resto dei presenti ma il risultato è quasi sempre nullo. Come detto un paio di racconti fa: ci vorrà tempo per forgiare ed “educare” al tifo il pubblico. Poi per quanto concerne la curva, è ovvio che una serata storta può capitare a tutti.

Tornando ai tifosi ospiti, come accennato, la loro prestazione è di quelle importanti. I ternani giunti a Frosinone hanno voglia di cantare, saltare, sventolare e divertirsi. Da tutto ciò non può che uscire una prestazione pressoché perfetta. Anzi, devo essere onesto: tra i migliori mai visti da queste parti. Sono rimasto sorpreso soprattutto dall’intensità e dalla continuità: più la Ternana prendeva gol e più loro continuavano a fare tifo. Chissà che questa non sia la nuova alba per il ritorno in pompa magna dei rossoverdi. Da amante del movimento non posso che augurarmelo. Di certo sono stati fatti passi da gigante e questo è sotto gli occhi di tutti.

Come detto in campo è la squadra di Longo ad avere la meglio. Lascio lo stadio una ventina di minuti dopo il fischio finale con gli umbri che sono ancora nel settore ospiti a cantare. Forse lo stanno ancora facendo…

Testo Simone Meloni

Foto Salvatore Izzo.