frosinone-seria-aLa curva Nord si riempie per prima.

Tante maglie azzurre con i numeri dell’anno di nascita della società stampato in giallo:1928. L’emozione è tanta negli occhi dei tifosi, la percepisci dal silenzio con il quale procedono verso gli ingressi. Ordinati verso il più importante esordio di campionato, quello della serie A. Il biglietto stretto nelle mani e le sciarpe al collo mentre le bandiere già sventolano nelle gradinate, tutti insieme verso un sogno. Il sogno che si è realizzato grazie ad uomo pragmatico, concreto e di poche parole, Maurizio Stirpe. Sono venuti da tutta la provincia, perfino dall’Inghilterra. Paolo Santarelli, il bomber che ha fatto più goal nella storia del Frosinone: 64, insieme a Simonetta la moglie, saluta tutti quelli che ricordano ancora il suo sinistro terribile mentre non nasconde la goia per esserci. Ci mostra delle foto dal suo telefonino: una esultanza sotto la curva e una delle squadre delle sue cinque stagioni canarine. Era la serie C. Erano i primi anni ’80. Ha gli occhi lucidi mentre ci racconta dei suoi compagni che non ci sono più e di quelli con i quali si sente ancora. Questo è il bello del calcio vero, genuino, sincero. Mi emoziono anche io mentre entro in tribuna, una organizzazione perfetta, mi accompagnano al mio posto come nei grandi stadi della serie A.

Manca più di un’ora e i posti liberi sono pochi. I più di seimila abbonati sono già ai loro posti. A loro la società, unica in serie A, ha regalato una maglia e il film «Il ruggito dei leoni» che ripercorre la storica promozione. Quando gli uomini di Stellone entrano in campo li accoglie un boato. Inizia la partita. Tutte le preoccupazioni della vigilia si dissolvono, forze dell’ordine e società hanno lavorato bene. Si può giocare anche al centro della città. Soddimo segna quasi all’inizio e poi corre e lotta con tutti i suoi compagni e si va al riposo in vantaggio. Cairo, il presidente del Torino, circondato dai suoi collaboratori, ha un’espressione preoccupata. La smorfia per il gol subito è ancora sul suo volto. Nella ripresa ci sembra che cambi posto, forse per aiutare i suoi a ribaltare il risultato. E così accade, i gialli azzurri perdono un poco di ritmo e lucidità e gli uomini di Ventura pareggiano e in pochi minuti si prendono i tre punti, ma… se l’arbitro avesse concesso il rigore ad inizio ripresa vi scriveremmo altro. Alla fine granata ringraziano i mille tifosi che li hanno seguiti e i canarini corrono verso la Nord a prendere l’applauso dei loro supporters, «Fieri di essere Frusinati» come hanno scritto nella prima coreografia da seria A. Stellone è «contento delle risposte che avuto dai suoi e consapevole che con una maggior attenzione si poteva evitare il pareggio».

Il tecnico canarino è però sicuro che i suoi «daranno filo da torcere a tutti». Mentre percorriamo l’autostrada ne siamo certi anche noi e ci tornano in mente le emozioni della serata: gli occhi dei bambini in braccio ai genitori più emozionati di loro, i cori che hanno provato a spingere i «leoni» fino all’ultimo, gli applausi di tutto lo stadio alla fine. È stato bello esserci.