stadiovuoto1Il concetto di per sé è semplicissimo e costituisce uno dei presupposti cardine del libero mercato. L’utente medio è disposto a pagare un prezzo “x” per presenziare ad un certo evento, qualora questo stesso evento incontri il suo gradimento. In altre parole, accetto di acquistare il biglietto di uno spettacolo teatrale se so che quello spettacolo mi piacerà o comunque potrebbe piacermi. Ma se, all’interno di quel teatro, nulla è fatto per consentire una felice visione dello spettacolo e spesso gli stessi attori protagonisti non sono affatto personaggi di primo livello? Ecco il grande problema del campionato cadetto.

Questa serie B non piace a nessuno e in pochissimi sono disposti a pagare per vederla. Non piace ai presidenti, che spesso devono far fronte a sostanziali ritardi nei pagamenti da parte della Lega. Non piace alla Lega stessa, che per voce del “presidentissimo” Abodi un giorno sì e l’altro pure, promette riforme più o meno sensate. Non piace agli addetti ai lavori, che segnalano il progressivo scivolamento verso livelli da terza divisione della cadetteria. Non piace, soprattutto – ed è questa la nota che fa più male – ai fruitori principi delle manifestazioni calcistiche: i tifosi. Togliamo gli affezionati, i “tifiamo solo la maglia”: il profano “Dio del calcio” li abbia in gloria perché senza di loro questa categoria sarebbe morta da un pezzo. Tolti questi irriducibili, nessuno si avvicina più con convinzione alla B. Stigmatizzarli? Vorremmo tanto, ma hanno ragione. Proviamo a elencare gli stadi in cui è veramente un piacere assistere ad una partita di calcio. Ce ne vengono in mente pochissimi. Modena, Cesena, Novara. Per il resto la solita lunga sequela di strutture vecchie, fatiscenti e tutto tranne che a misura di tifoso.

Affidiamoci quindi alle statistiche per dare contezza di quello che è un vero e proprio allarme per il sistema. Il confronto dei dati sulle presenze negli stadi fra la serie B e alcune delle principali seconde divisioni europee è impietoso. La Championship, la Bundesliga 2 e la Ligue 2 surclassano la nostra B.  Umiliata, sfregiata dalla comparazione. Nel nostro torneo la media è di circa 5000 spettatori (5189) per partita. Media più alta a Cesena (e non è un caso, oltre 10 mila spettatori), picco di presenze maggiore a Palermo: attorno ai 18 mila. Che è praticamente il dato di affluenza medio nella Championship inglese, dove di norma vanno in 16 mila a guardare una partita. Il nostro massimo di spettatori, quindi, non è che la regola in Inghilterra. E non è un problema di grandi piazze o numero di squadre. Nella serie B inglese ci sono 24 formazioni, molte delle quali rappresentano piccole città. Sbalorditivi, in confronto alle nostre realtà, i numeri del Brighton (27 mila spettatori), del Leeds (25 mila, almeno lì Cellino avrà dei tifosi…), Derby County, Nottingham Forest, Leicester City  (tutti attorno ai 20 mila). Medie esaltanti, fuori da ogni logica per noi. Un po’ come in Germania. Anzi, il confronto con la seconda divisione tedesca non ci fa che impallidire. A Colonia in media sono 45 mila i tifosi che assistono alle partite della squadra di casa. Impressionante, anche per la serie A. 17 mila, il numero di spettatori in media negli stadi della Bundesliga 2. Siamo indietro, anni luce. Peggio anche della Ligue 2 che, fatta eccezione per alcune piazze di rilievo (Lens, Metz, Nancy),in media fa registrare 7 mila tifosi allo stadio.

Abodi, prendi appunti. Non possiamo essere fanalino di coda anche in questo. C’è la promessa di centomila nuovi posti a sedere entro tre anni tramite il progetto B Futura. Ma di questo passo saranno altre malinconiche macchie vuote nei nostri stadi. E’ qui che bisogna lavorare. Subito. Ridare la serie B agli unici e legittimi padroni – i tifosi – e alzare il livello di uno spettacolo che spettacolo più non è.

[Fonte: Tutto B]