Nella settimana che precede le festività natalizie ho una partita segnata sul calendario da non perdere: Gabicce Gradara contro Anconitana. La squadra dorica, dopo il fallimento, è ripartita dal campionato di Prima Categoria vinto lo scorso anno. Quest’anno perciò si ritrova a cimentarsi nel campionato di Promozione Marche in cui ovviamente è la capolista e senza tanti problemi si sta avviando a vincere anche questa volta. Sembrano però lontani anni luce i campionati in cui l’Ancona si confrontava con la Cadetteria o addirittura la massima serie, girando lo Stivale e misurandosi con ben altre tifoserie rispetto alle tristi realtà del dilettantismo regionale.

La partita odierna si svolge allo stadio “Calbi” di Cattolica in quanto a Gabicce manca un settore ospite adeguato ad accogliere il considerevole seguito della squadra biancorossa, quantificabile quest’oggi in oltre 300 tifosi, con larga rappresentanza ultras della “Curva Nord”, anima del tifo organizzato anconetano.

Che si respiri la classica aria da partita di cartello, nonostante sia sempre un campionato di Promozione, lo si capisce anche dalla frenesia
del pubblico locale che non vuole sfigurare al cospetto degli avversari: in tribuna, oltre ad un bandierone e palloncini colorati, sono posizionati numerosi fumogeni e (elemento inconsueto viste tutte le leggi psicotiche che governano il nostro calcio, specie ai piani alti) la tifoseria di casa si avvale anche di un grande impianto sonoro creato artigianalmente con tante trombe di clacson di camion, alimentate da un serie di batterie di automobili, le quali creano un bel frastuono che il più delle volte risulta anche fastidioso.

La tifoseria ospite fa il proprio ingresso in tribuna a pochi minuti dal fischio d’inizio, posizionando a centro settore lo striscione “Rochy nei nostri cuori”, in ricordo di un amico di curva scomparso, oltre al quale ovviamente non mancano le pezze in rappresentanza della Nord.

Parlare di un confronto sugli spalti è ridondante, nella parte di tribuna dove sono collocati i locali si può al massimo citare il simpatico striscione “Tifosi corretti… con la grappa”. A parte la coreografia iniziale con l’accensione di numerosi fumogeni, non c’è più nessun coro o altro di particolare nell’arco dei 90 minuti.

Ben altro clima nello zona dorica, dove i biancorossi non smettono un attimo di sostenere la loro Anconitana. Tra manate, canti e balli il settore è sempre bello movimentato, anche grazie all’accensione di numerose torce e qualche fragoroso petardo.

Il vantaggio iniziale mette ulteriore verve al tifo ospite, nel quale non mancano cori di sfottò ai rivali storici dell’Ascoli e anche del Rimini.

Nonostante la forte rivalità con la tifoseria della Samb, nel secondo tempo i biancorossi, al pari di tante altre curve, dedicano uno striscione in cui chiedono verità per Luca Fanesi, proprio perché davanti a soprusi e abusi di potere, la solidarietà viene prima di ogni altra divisione di campanile.

Sul terreno di gioco, la squadra di casa trova un’insperato pareggio, in una leggera foschia in cui i bagliori delle torce assumono spesso un ulteriore tocco suggestivo.

A fine gara i giocatori festeggiano comunque il pareggio e applaudono la tifoseria che ha trasformato una banale partita di Promozione: il calcio senza il calore e la passione della propria gente non ha senso di essere giocato neppure nel ambito del professionismo, figurarsi in un piccolo campo di provincia.

Gilberto Poggi