Raccontando in poche righe la festa che abbiamo tenuto a Saliceta anche quest’anno in memoria di Gasparo, possiamo partire dicendo di essere riusciti a riproporre quanto fatto nel 2017 e persino a migliorarlo con un po’ d’esperienza, cercando sempre di migliorare ogni aspetto e arricchendo il tutto con musica ed un gonfiabile per i bambini, che cominciano a diventare davvero tanti. Per l’anno prossimo abbiamo già messo in cantiere diverse novità sulla scorta di questa nuova esperienza, ma abbiamo un anno per pensarci e speriamo di “stupirvi con effetti speciali”, se solo davvero si potesse.
Contando su amici che sono professionisti nel loro mestiere, in questo weekend abbiamo potuto fare affidamento sul loro contributo fattivo oltretutto gratuito, oltre che di alto livello, cosa che sicuramente è risultata un valore aggiunto non indifferente. A margine di questa festa, tutti quelli che l’hanno pensata, voluta e realizzata non possono che ringraziare di vero cuore tutti loro.
Siamo stati fortunati anche perché sono stati due giorni di sole, condizione indubbiamente fondamentale per questo tipo di iniziative a monte delle quali c’è comunque tanta fatica, sacrifici e pazienza per riuscire a portare a Saliceta San Giuliano circa 200 persone, farle mangiare, farle giocare a calcetto, ma specialmente far passare loro una bellissima giornata.
Il primo scoglio in termini di difficoltà è nel riuscire a far giocare a calcetto persone di 40 o più anni: per la prima partita sono tutti eccitati, adrenalina alle stelle, l’agonismo che la fa da padrone, poi scema tutto e i più si arrendono all’ombra di qualche pianta a bere birra o mangiare un panino, tanto che si deve correre dietro a tutti per convincerli a giocare anche le altre partite.
Nelle squadre intervenute c’era obiettivamente di tutto, ma siamo comunque riusciti nell’impresa di farle giocare e far muovere gente che lo faceva da anni, gente con figli, gente che non ci penserebbe nemmeno lontanamente a mettersi gli scarpini, eppure lo spirito del “Gasparo Day” è entrato in ognuno di loro e coinvolgendo un sacco di gente e contagiandone ancora di più.
A pranzo, grazie anche all’aiuto di uno chef professionista e all’ausilio di attrezzature di primo livello, è stato servito dell’ottimo cibo e con le migliori modalità e tempistiche che le nostre competenze permettevano. Ovviamente non sono mancate nemmeno le lamentele, fra le quali una merita senza dubbio menzione per la sua simpatia: soggetto della stessa, un ragazzo sordomuto di Saliceta che si occupa di manutenzione e, nel nostro caso, di segnare i campi da gioco. Uno dei partecipanti al torneo, frustrato dalla stanchezza e dal caldo dà sfogo alle sue obiezioni con un: “…poi me l’ha detto anche Patrizio” (il ragazzo sordomuto di cui sopra); così dopo l’iniziale attenzione sul problema e sulle sue soluzioni concrete, non abbiamo potuto rispondere che con un sorriso: “Beh, il Gasparo è riuscito a far parlare anche un sordomuto?”, così la polemica si è sciolta in un sorriso e in un reciproco abbraccio.
Ringraziare tutti è impossibile, ci scusiamo anticipatamente se sui social o dal vivo non siamo stati così bravi da comprendere tutti con i nostri ringraziamenti e le nostre attenzioni, d’altronde è stata dura riuscire a tener testa a tutto o tutti, ma non possiamo che essere riconoscenti con ognuno dei partecipanti al memorial.
Per rendere l’idea dell’atmosfera, il sabato sera siamo riusciti persino a vendere un ombrello a 30 € in un’improvvisata asta benefica. Un’asta che tutti gli anni assume uno spirito davvero singolare e simpatico, con tante persone che, ogni anno, partecipano attivamente con offerte per oggetti senza alcuna utilità o donando i più assurdi effetti personali da mettere all’incanto, fino a materiale vietato ai minori di 18 anni: una banda di veri matti, insomma!
La gente che è ha conosciuto Andrea da vicino comincia a invecchiare, i dolori e gli acciacchi aumentano; per chi li ha ancora, i capelli stanno diventando grigi, eppure lo spirito di gruppo e la solidarietà restano immutate. Non abbiamo più un amico su questa terra, lo avremo comunque sempre nel nostro cuore e questo ci porta a fare quello che facciamo. Cosa facciamo nello specifico? Nel nostro piccolo abbiamo fatto due donazioni per 4.000 € a due associazioni di volontariato che tutti i giorni assistono e veicolano persone e bambini che stanno peggio di noi, e questo è già per noi un risultato grandissimo.
Anche quest’anno chiudiamo questo racconto con gli occhi gonfi di lacrime: nessuno al mondo riuscirà mai a capire quanto ci manchi Andrea, ma riuscire a riproporre puntualmente questa festa ce lo fa sentire idealmente più vicino e ci riempie allo stesso tempo d’orgoglio. Tutti gli anni in cui andiamo in giro per negozi, a ricontattare amici, aziende e ricevere credito, ascolto per la nostra credibilità, per la nostra sincera voglia di “fare del bene” è lusinghiero, quasi imbarazzante. Ci auguriamo comunque di meritarci ancora questa fiducia, anche per l’anno prossimo, sperando in un’altra bella giornata di solidarietà, amicizia e memoria.
Testo di Matteo Casari.
Foto di Francesco Passarelli