Se esistesse una macchina del tempo e qualcuno si trovasse ad assistere alla gara di oggi, probabilmente stenterebbe a credere di trovarsi nel 2021 e nel pieno di una pandemia. Ebbene sì perché la 12esima sfida del campionato di serie D girone I sembra riproporre scenari tipici degli anni 80/90 quando il tifo, vero e proprio fenomeno di massa, visse il suo momento migliore un po’ ovunque. Ma andiamo con ordine.

Al “Giovanni Morra” di Vallo della Lucania si scontrano due “big”, la Gelbison che proviene da cinque vittorie di fila ed è saldamente al comando della classifica e la retrocessa Cavese che, dopo aver steccato in qualche occasione, è costretta a fare risultato per rimanere aggrappata al treno chiamato serie C. Le premesse per un ottimo pomeriggio sono garantite, oltre che dai valori in campo, da una cornice di pubblico che per la categoria si preannuncia importante. A Vallo infatti sono attesi circa 500 supporter metelliani i quali, motivati dalla precedente vittoria allo scadere contro il Portici e dalla distanza non proibitiva tra le due città, hanno polverizzato i 490 biglietti a loro destinati già nella giornata di venerdì. La società cilentana a tal proposito ha addirittura preferito invertire i settori e così i tifosi di casa si trovano costretti ad “emigrare” nella curva ospite che prevede una capienza leggermente minore.

Il mio ingresso nell’impianto comunale avviene ben prima del calcio d’inizio, tant’è che alle 13.50 sono già sul sintetico del “Morra”. Lo stadio, che non avevo ancora avuto la possibilità di vedere dal vivo, si presenta molto modesto e dalle dimensioni ridotte, con due tribune una di fronte all’altra e un terzo settore dietro una delle due porte. Trovarsi qui fa capire come, anche quella che ai più potrebbe apparire una modesta serie D, sia per i tifosi rossoblù una categoria importante e come il campionato fin ora svolto dalla Gelbison costituisca un mezzo miracolo.

Alle 14.00 in punto, nonostante manchi ancora una buona mezz’ora al fischio di inizio, si intravedono i primi tifosi da ambo le parti. Gli ultras della Gelbison si ritrovano posizionati sulla parte sinistra del settore a loro riservato e sono raggruppati dietro due pezze siglate “CS 96”, il principale e unico gruppo della tifoseria. Dall’altra parte i primi sostenitori cavesi affollano già le gradinate e da lontano riesco a scorgere il gruppone principale che si appresta ad entrare. Alle 14 30 l’aria ribolle di passione e l’entrata dei ventidue viene salutata con una bella “cartata” vecchio stile dei cavesi, che ricopre buona parte del campo di gioco, e da una folkloristica fumogenata, accompagnata dallo scoppio di numerosi petardi da parte dei vallesi. Come inizio non male.

La gara, nel frattempo, procede ad alti ritmi, senza esclusioni di colpi e le due tifoserie non sembrano da meno. Gli ultras “bleufoncè” non tradiscono le aspettative e il loro incitamento sarà costante con diverse bandiere, qualche due aste e diversi fumogeni. Con mia sorpresa, non conoscendoli, anche i sostenitori della Gelbison sfoderano una buona prestazione, incitando i propri calciatori e accompagnando il loro tifo dai rulli incessanti del tamburo e da continui petardi.

Alla mezz’ora la compagine di casa passa meritatamente in vantaggio tra la gioia di parte dell’impianto e il disappunto dell’altra. Gli ultras metelliani, infatti, nel tentativo di dare una “svegliata” ai propri giocatori, si rendono protagonisti di alcuni lanci di torce che, al contatto con il terreno sintetico, finiscono per bruciare parte del rettangolo di gioco costringendo gli addetti al campo agli straordinari.

Il secondo tempo si apre sulla falsariga del primo, con una Cavese che non riesce a pareggiare i conti e un’ottima Gelbison che dimostra di meritare la posizione in classifica. All’86°, con un pizzico di fortuna, arriva il pareggio cavese e la tribuna alla mia destra scoppia in un’esultanza liberatoria e con un altro lancio di torce nonostante lo speaker inviti ad un comportamento “adeguato”. L’entusiasmo per loro dura però poco perché al 90° arriva il definitivo sorpasso da parte dei cilentani che sancisce la vittoria della Gelbison.

Al triplice fischio del direttore di gara la squadra cavese, inevitabilmente, è accompagnata da roboanti fischi e parole di disappunto per un risultato negativo, che compromette seriamente la vittoria del campionato. Dall’altro lato l’inarrestabile Gelbison festeggia con i suoi sostenitori e, allungando ancora in classifica, continua a vivere il sogno della serie C.

Vincenzo Amore