Questa volta il mio obiettivo personale è quello che ritengo l’ultimo vero derby italiano, il primo che si gioca dopo i tragici fatti del ponte Morandi dell’Agosto scorso.

Arrivo con alcuni amici nel capoluogo ligure dalla tarda mattinata per assaporare a pieno l’aria del Derby. Non restiamo delusi, girando il centro cittadino si notano già parecchie persone con materiale dell’una e dell’altra sponda. Un mescolio di colori nello splendido centro di Genova, intere famiglie che vestono vessilli opposti e che per una serata saranno “nemici giurati”, un’atmosfera unica, difficilmente replicabile in altre stra-cittadine.

Nel tardo pomeriggio muoviamo a piedi verso Marassi, dove si staglia il più british degli stadi italiani, che troviamo semplicemente seguendo il flusso di persone. Sotto la curva sud un’autentica festa, drappi con i colori della Doria adornano i condomini e tra una pinta e l’altra, una torcia ed un coro è già ora di andare.

Nessun problema a raggiungere il “fronte opposto”, anche qui il tempo di respirare l’atmosfera sotto la nord e consumare qualche birra, e ci dirigiamo ai tornelli. La libertà di movimento tra settore e settore ha quasi dell’incredibile.

Prendiamo posto nel settore distinti, secondo anello: abbiamo scelto questo settore per godere in maniera “imparziale” dello spettacolo unico di questo match.

Come sempre, all’ingresso in campo autentico spettacolo delle due gradinate. La Nord e i distinti si vestono a festa e rimarcano i 125 anni di storia celebrati nel settembre scorso, innalzando i colori rossoblù e i volti dei loro idoli più rappresentativi.

Risponde la gradinata sud sottolineando come prima del 1946 ci fossero solo “tenebre”, striscione a tutta curva adornato da fumoni, torce e come sempre splendidi bandieroni.

Il match è bello, intenso e pieno di agonismo: al vantaggio dei Blucerchiati rispondono i Grifoni su rigore. Le curve per tutto il match si esibiscono in bellissimi battimani, un tifo costante e intenso condito dalle immancabili offese e sventolio continuo di splendidi bandieroni da entrambe le parti.

Da sottolineare in gradinata Nord la presenza ben visibile dei vessilli delle “Teste Quadre” di Reggio, dei ragazzi di Varna e di quelli di Ancona, con questi ultimi il gemellaggio è stato rimarcato anche con uno striscione esibito ad inizio secondo tempo.

Al rientro verso casa rimane quella sensazione di aver assistito a qualcosa di unico, di aver partecipato a ciò che dovrebbe sempre essere, ma che spesso in Italia non è.

Al prossimo match.

Testo di Marco Santovito.
Foto di Marco Santovito e Alberto Cornalba.

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