Per l’ennesima volta, preparando la borsa nella mia stanza, mi chiedo come si possano disputare certe gare il lunedì sera. Partite dalle quali neanche le televisioni traggono vantaggi. Latina-Varese non è certo scontro al vertice e già questo sarebbe sufficiente per far disputare l’incontro a un più canonico orario domenicale, ma evidentemente chi opera simili scelte non tiene conto di tutti ciò e allora una domanda mi viene spontanea: ma anticipi e posticipi li decide la Lega Calcio o Gianluca Grignani? No perché nel primo caso consiglio una sana e lunga lettura di almanacchi e libri di storia calcistica, mentre nel secondo mi ci faccio una risata e via.

Ovviamente la pioggia sta ricoprendo selvaggiamente la Capitale quando mi avvio verso la stazione Termini. Ho deciso di prendermela comoda prendendo il treno delle 18,36, che sommato all’autobus che dallo Scalo mi porta in città, fa si che arrivi di fronte ai botteghini del Francioni quando manca solo mezz’ora al fischio d’inizio. Ritiro il mio accredito, supero il prefiltraggio, il tornello, la porta dell’Eden, quella del tempo che usava Renzie la strega nel suo cartone animato e finalmente sono sugli spalti. La cornice di pubblico è più che dignitosa, considerando la posizione in classifica del Latina, mentre gli ospiti, ancora relegati in tribuna coperta a causa del settore sotto sequestro, faranno il loro ingresso pochi minuti prima del fischio d’inizio. La decina di varesini presenti accenneranno a un paio di cori durante tutti i 90’ per poi seguire il match in silenzio. Per carità, io a chi percorre 1430 chilometri a/r per seguire la propria squadra di lunedì sera con l’Italia in mano al maltempo non posso davvero contestare nulla, ma secondo me proprio in virtù di questo tanto valeva fare tifo. Resta comunque una mia opinione.

La Nord nerazzurra saluta l’ingresso in campo delle due squadre con un piccola ma bella torciata e uno striscione di incitamento per conquistare tre punti fondamentali nella lotta salvezza. Gli ultras pontini offrono una buona prestazione con il blocco centrale che non smette mai di incitare la squadra al contrario del pubblico delle tribune, stasera più brontolone che mai. Fondamentalmente è questa la differenza tra i tifosi “normali” e quelli di curva. Questi ultimi capiscono quando è il momento di dare quel “plus” per superare le difficoltà, o almeno così dovrebbe essere. Fatto sta che le ugole latinensi vengono premiate da Federico Viviani che, su calcio di punizione, regala loro la vittoria. Un gol che provoca l’urlo liberatorio dello stadio con il giocatore che corre per tutto il campo andando ad esultare sotto la Nord. Prima del fischio finale c’è spazio anche per un altro paio di torce e una sciarpata. Il Latina torna a vincere per la gioia dei propri ultras che questa stagione stanno vivendo momenti difficili, tra risultati sportivi deludenti e diffide piovute a raffica in maniera più che mirata.

Sistemata la macchinetta fotografica posso anche aprire l’ombrello ed aspettare un ragazzo che si è gentilmente offerto di portarmi a Roma. Vista la quantità d’acqua che al ritorno ci coglie sulla Pontina, sono contento di poter esser qua a raccontarla.

Simone Meloni