Nel mio piccolo posso dire di aver visto con una discreta continuità l’ascesa calcistica del Giugliano in questi ultimi anni. Un cammino lento, fatto di battute d’arresto, fallimenti, ripartenze e dal gran finale andato in scena quest’oggi allo stadio De Cristofaro, tornato a essere a tutti gli effetti il tempio del tifo gialloblu dopo anni di inagibilità e problematiche che avevano costretto i tigrotti a emigrare nella vicina Mugnano.

L’approdo in Serie C è il premio per una tifoseria cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni, nonché un importante banco di prova per quella che attualmente è la più grande città non capoluogo di provincia d’Italia (con quasi 150.000 abitanti).

Da vecchio amante del mondo ferroviario posso finalmente togliermi lo sfizio di arrivare a destinazione sfruttando la metropolitana che collega Aversa a Napoli e che – per l’appunto – fa tappa anche a Giugliano. Si tratta in realtà dell’unico pezzo della vecchia ferrovia Alifana sinora ripristinato. Chiusa nel 1976 questa linea collegava in origine Napoli (con capolinea a Piazza Carlo III) a Piedimonte Matese. Malgrado da decenni si provi a riattivarne buona parte del tracciato, al momento si è vista luce solo per la decina di chilometri succitati.

Il cielo plumbeo non favorisce la circolazione d’aria e l’afa stritola letteralmente l’area a Nord di Napoli. Dalla stazione allo stadio il tragitto è di circa quattro chilometri. Una passeggiata che mi dà la possibilità di passare nel cuore della città e immortalare festoni, manifesti e striscioni che da almeno una settimana colorano Giugliano per festeggiare la promozione. Il salto di categoria è avvenuto ufficialmente il mercoledì precedente, con i tigrotti vincitori sul campo del Real Monterotondo. Una trasferta boicottata dalla Curva Liternum a causa dei pochi biglietti a disposizione, con la promessa di festeggiare quest’oggi tra le mura amiche e senza alcun problema di capienza.

Decine di ragazzini sul mezzo (il motorino) corrono verso il De Cristofaro con sciarpe e bandiere in mano, mentre come per ogni classica città italiana che si rispetti, essendo ora di pranzo le strade sono praticamente deserte. Sul Corso Campano la Collegiata di Santa Sofia si staglia imponente, provando a nascondersi dietro i nastri gialloblu che sembrano volerla proteggere, mischiando il suo aspetto sacrale a quello più laico e godereccio della festa popolare che da lì a poco pervaderà le strade.

Sono stati staccati circa 4.000 biglietti, una risposta importante che scalda i motori per la Serie C che verrà. La Liternum per l’occasione ha organizzato una coreografia che coinvolgerà tutto il settore Distinti articolandosi in tre fasi. Quando entro in campo mancano pochi minuti al fischio d’inizio e – sfruttando l’ampia pista d’atletica – effettuo un paio di giri attorno al perimetro di gioco per capire quale sia l’angolazione migliore da cui scattare. Nel frattempo un grande telone con la data 1928 viene srotolato e da lì a poco completato da centinaia di cartoncini gialli attorno. Quando il telone cala al suo posto compaiono dei cartoncini blu, restituendo al settore il bell’impatto cromatico formato dai colori sociali. A questo punto l’ultima parte, con i cartoncini che “diventano” bianchi, la scritta ULTRAS al centro e la frase che rimarrà appesa sull’inferriata per tutto il match: “Da sempre i nostri colori oltre la categoria”. Davvero tutto ben riuscito. Non era facile considerato l’alto numero di persone da coordinare. E questo ovviamente conferma la crescita di una tifoseria che oggi risulta ben organizzata e strutturata.

La scenografia è succeduta dall’accensione di diversi fumogeni, tra cui i sempreverdi barattoli arancioni, che personalmente amo alla follia perché riportano indietro la mente agli albori del movimento ultras. Questi, infatti, erano generalmente i fumogeni che si “prendevano in prestito” nei porti o sui treni.

In attesa che agli ultras venga restituita la Curva vera e propria (ancora chiusa e inagibile) i gruppi giuglianesi trasformano il Distinto in un bel catino. Lo zoccolo duro si concentra nella parte sinistra del settore, riuscendo spesso a coinvolgere tutti i presenti e mettendosi in mostra con un ottimo tifo per tutti i novanta minuti. Il clima festaiolo non incide affatto sulla prestazione, anzi. I supporter gialloblu a più riprese lasciano trasparire un bel carico di sana rabbia, quasi a voler ribadire che i tanti anni di purgatorio (l’ultima Serie C risale alla stagione 2006/2007) sono ora alle spalle. Non mancano ovviamente i cori contro Pozzuoli, storica rivale di Giugliano. Ma da sottolineare anche sfottò nei confronti dei foggiani, che l’anno prossimo torneranno al De Cristofaro per una sfida che si preannuncia già frizzante.

Nel settore ospiti presente una sparuta rappresentanza di ultras cassinati con striscione al seguito. Seguiranno il match in totale silenzio.

In campo tutto facile per i padroni di casa che regolano all’inglese il Cassino. Una vittoria che suggella una giornata celebrativa che vedrà il proprio apice dopo i novanta minuti, quando un pullman scoperto sfilerà per le strade della città campana con i giocatori a bordo. È un trampolino di lancio considerevole per questa tifoseria che potenzialmente può ancora crescere e mostrare davvero ottime cose. E al netto di tante piazza insulse, senza tifosi e a volte persino senza stadio, fa comunque piacere che a salire sia una squadra che può contare su un seguito importante e con tradizione.

Ovvio che anche l’altra contendente di questo girone, la Torres, meriterebbe palcoscenici migliori. E quello che mi auguro con tutto il cuore è che da qui ai prossimi anni ci siano sempre meno “favole” e sempre più club storici pronti a riprendersi i propri posti nelle categorie di competenza. Le favole sono belle se scritte da Esopo, non certo se costruite con plastica artefatta e nessun contenuto passionale. E gli esempi sarebbero davvero infiniti!

Al triplice fischio devo accelerare il mio abbandono del campo. La destinazione successiva è Salerno. Ripercorro a ritroso la strada verso la metro e stavolta ci sono tante macchine e tanti ragazzi in giro. La festa sta per cominciare e c’è voglia di far tardi, rimanere all’aperto e godersi tutti quegli spazi di libertà che negli ultimi due anni ci sono stati negati per cause di forza maggiore. È bellissimo – quasi commovente – rivedere il fermento della gente e cogliere di nuovo quella sensazione di aggregazione attorno al pallone. A Giugliano come in qualsiasi altra parte del Belpaese.

Me ne vado sorridendo, malgrado il caldo insopportabile e la gente che si accalca sul cortissimo treno per Piscinola. E pensare che nei miei momenti di atavica depressione stavo quasi per dimenticare tutto ciò. Dimenticavo quanto sia terapeutico stare in mezzo a questo caos e avere sempre una storia da raccontare e giornate così da scolpire nella memoria. Non per il gusto di dire “io c’ero”, ma per quello di poterle respirare a pieni polmoni!

Simone Meloni