giugliano-volla1314E si, a quanto pare ci risiamo,  sembra infatti  che i signori, chiamati a dirigere il sistema calcio,  vengano da Marte.

Ci chiediamo se non sappiano perfettamente nulla di ciò che accade nelle serie minori…dove per  serie minori intendiamo tutte le categorie, quindi non solo “eccellenza” o  “promozione” ma anche i settori  giovanili come  giovanissimi, esordienti  fino ad arrivare  ai teneri pulcini. Osservando proprio queste ultime categorie, dove si formano i futuri calciatori,  è possibile comprendere l’origine di questa carica di antisportività.

Immaginiamo che scoprire che siano proprio i genitori di bambini di poco più di 10 anni ad incitare alla violenza, favorendo simulazioni ed inganni di ogni genere, sempre pronti  a sbraitare contro arbitro e avversari al sorgere del primo pretesto utile, dovrebbe aprire una seria riflessione sui valori  che vengono trasmessi ai ragazzi. Comprendendo quindi  che lo spessore morale prima che tecnico degli allenatori così come quello di padri e madri asserragliati dietro i campi da gioco ha un’importanza assoluta.

Abbiamo sempre sostenuto che il principio dell’anti è  il più facile da sposare se non seguito da una cultura sportiva che derivi prima di tutto dall’educazione. Ora nell’era di youtube fanno scalpore le immagini di quella partita tra dilettanti, non vogliamo immaginare cosa accadrebbe se d’improvviso si scoprisse che quelle immagini sono quasi all’ordine del giorno nelle categorie non visibili…

Non meravigliamoci per questo episodio ma soprattutto non limitiamoci a rapide quanto superflue e retoriche critiche da pubblicare a quattro colonne, non è così che si può arginare il fenomeno negativo, cerchiamo piuttosto  di produrre iniziative valide, reali, efficaci,  anche nello sport.

Non lo si scopre certo ora che lo sport possa essere inteso come metafora della vita, preparando i più giovani ad affrontare le difficoltà che immancabili si presenteranno nel corso della loro crescita. E’ importante che comprendano da subito che la via più breve, che le scorciatoie dell’inganno e del comportamento aggressivo, porteranno a produrre sempre conseguenze negative, sbagliate e che il fine ultimo della loro attività ricreativa, non è il risultato ma il miglioramento di se stessi. Ogni piccolo atleta che migliora nell’etica sarà un futuro uomo migliore nella società.

Non dimentichiamo quindi l’importanza degli esempi, il ruolo di educatore non è monopolio  del solo genitore., ma è anzi attribuibile anche a quei punti di riferimento rappresentati dal mondo del professionismo sportivo. Come Fondazione, auspichiamo per ciò che possa essere  fonte di riflessione la presa di posizione del Presidente Malagò sulla tessera del tifoso ( l’ha criticata ) così come sulle responsabilità di chi rappresenta a livello istituzionale il calcio. Prima di scaricare le responsabilità solo sui tifosi, tutti, indiscriminatamente, pensiamo al perché si sia arrivati a tale esasperazione. Se gli esempi sono cattivi è difficile che possano maturare buoni frutti…

L’uomo ideale non può essere prodotto dalla tastiera di un computer o con un comunicato stampa, non possiamo pretendere giustizia se non si investe nella comprensione delle cause che portano a casi limite come quello di Giuliano. E’ sbagliato  pensare di poter riempire  gli spalti con elementi neutri, la cui correttezza venga poi valutata in base al principio della visibilità. Nei campi delle serie minori, ribadiamo, gli scontri sono frequentissimi da anni, non fingiamo quindi che il problema sia nato oggi solo perchè apparso sui media. Non si può strumentalizzare sempre e solo il tifoso, difendendoli per  il loro potenziale economico come utenti e compratori di biglietti,  dimenticandoli quando invece andrebbero difesi ( v. Vienna ) . È comprensibile il timore di veder disperdersi l’unico vero carburante del sistema calcio ma allora che si prenda  coscienza della necessità di un cambiamento radicale di questo sistema malato.

[Fonte: Fondazione Gabriele Sandri]