La prima giornata del campionato cadetto mette subito di fronte due nobili decadute del nostro calcio. Perugia e Bologna infatti, al netto dei vari Sassuolo e Chievo (nessuno me ne voglia) che attualmente stazionano in Serie A, hanno scritto pagine memorabili della nostra massima serie. Da una parte c’è la squadra che nel 1979 sfiorò lo scudetto, terminando il campionato imbattuta ad appena 3 punti dal Milan vincitore, mentre dall’altra quella “che tremare il mondo fa”, sette scudetti e due Coppe Italia in bacheca. Solo dal punto di vista calcistico vale la pena esserci.

Attualmente i sodalizi vivono però momenti differenti, gli umbri hanno fatto ritorno in Serie B dopo anni di dilettantismo e Lega Pro in seguito al fallimento, ciò ha prodotto un incredibile entusiasmo in città, tanto che per stasera tra biglietti staccati ed abbonamenti, saranno presenti al Curi ben 15.000 spettatori.

Clima totalmente differente sotto le Due Torri, il declassamento prima ed il pessimo avvio di stagione poi (con l’eliminazione in Coppa Italia ad opera de L’Aquila) hanno creato tensioni, contestazioni e malcontenti nei confronti di una gestione societaria del tutto folle che ha contribuito ad umiliare ed affossare oltre 100 anni di storia. Troppo spesso questi personaggi che governano il pallone non hanno mai aperto un almanacco e conosciuto la sacralità della tradizione calcistica nel nostro paese, ed il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Decido di partire da Roma abbastanza presto. Assieme a me si è aggregato un amico inglese, che ormai da tempo risiede in Italia subendo tutte le influenze del nostro tifo e del nostro approccio allo stadio. E del resto venendo da un ambiente asettico e spesso iper ammaestrato, non potrebbe essere altro.

Il viaggio corre tutto sommato tranquillo, con la Superstrada E45 fortunatamente vuota, nonostante lavori disseminati un po’ ovunque. Arriviamo attorno allo stadio che manca un’ora e mezza al fischio d’inizio. Fuori la Nord c’è già molto movimento, mentre per ora nel settore ospiti ci sono solo cellulari della polizia e nessun tifoso emiliano.

Parcheggiamo e ne approfittiamo per sorseggiare una birra accompagnata da un bel panino farcito di specialità locali: da che mondo è mondo si sa, ai britannici ‘ste cose piacciono; un po’ come il bambino che a primo impatto ha paura e odia le montagne russe, salvo fare un primo giro e non scenderne più. Un pizzico di sterile e simpatico patriottismo nei confronti della Perfida Albione è quasi dovuto.

Essendo il friend inglese sprovvisto di tagliando ci avviciniamo alla biglietteria dove acquista la Gradinata. Ci salutiamo dandoci appuntamento all’uscita, con lui che va verso il suo settore ed io che invece opto per un giro fuori a quello degli ospiti. Attendo qualche minuto nella zona cuscinetto e proprio quando sto per desistere sento il suono delle sirene che precede l’arrivo di tre pullman più qualche macchina. Dopo una decina di minuti si aggiungerà un altro pulmino, che ad occhio sembra essere il più “carico”. A questo punto posso anche guadagnare il mio ingresso.

Lo stadio perugino è piccolo e facilmente girabile, in pochi minuti sono allora al prefiltraggio che supero tutto sommato velocemente. Davanti al cuore del tifo biancorosso ci sono tante persone e già da fuori si capisce che il settore è pieno. Svolto l’angolo ed ecco i tornelli che danno l’accesso alla tribuna. Come sempre, in queste occasioni, mi viene un po’ di nostalgia nel pensare alla mia prima volta da queste parti. Un Perugia-Ternana 2004 se non erro, bei tempi che furono in cui non c’erano filtraggi, tornelli e barriere ed ognuno entrava un po’ come meglio credeva. Meglio dimenticare in fretta e prendere il buono che questa serata può offrirmi.

Una volta entrato nell’impianto salgo le scalette e sono nella tribuna coperta. Il colpo d’occhio è notevole, mentre nel settore ospiti si contano circa 300 supporters rossoblu. Il clima è già caldo e gli ultras umbri hanno cominciato a cantare da qualche minuto, mentre le squadre in campo si riscaldano. Preparo in fretta e furia gli obiettivi scegliendo il miglior posto da cui scattare. Rivedendo le colonne che caratterizzano la copertura della tribuna stampa mi viene da sorridere, ripensando ai vecchi servizi di Quelli che il Calcio e 90° minuto degli anni ’90, in cui il Perugia di Matrecano, Rapajc e del vulcanico presidente Gaucci, era protagonista di servizi e collegamenti che trovavano spesso un ostacolo insormontabile in questi tubi di cemento.

Ecco finalmente entrare le squadre in campo. Da parte bolognese vengono accese un paio di torce e srotolato uno striscione a favore degli ultras nocerini, ormai da qualche tempo amici della Beata Gioventù. La mia quasi delusione per l’iniziale grigiore della Nord viene subito smentita da una bellissima torciata biancorossa in mezzo alla quale fa capolino lo striscione “Perugia è la mia vita non solo alla partita”. Oltre alla luce brillante delle torce ci sono anche alcuni fumogeni rossi, il tutto per un effetto davvero raro in un campionato troppo spesso piatto e amorfo come la Serie B.

Le due squadre cominciano a giocare e le rispettive tifoserie si beccano immediatamente, onorando una rivalità che non sembra essere sentitissima ma certamente di vecchia data. I bolognesi fanno quadrato, e la cosa che apprezzerò principalmente di loro sarà il non scompattarsi neanche nel secondo tempo, con la squadra ormai condannata alla sconfitta. Il loro tifo è continuo e sempre su un livello buono, si vede sicuramente che in questi anni hanno risentito del pessimo momento calcistico e della repressione che in Serie A non conosce limiti. Tuttavia sono là, con bandieroni sventolati tutto il tempo, buone manate ed una discreta sciarpata eseguita nella ripresa. In balaustra figurano le pezze di tutti i gruppi.

Capitolo perugini. Devo essere sincero, le ultime due volte che li avevo visti in trasferta, soprattutto a L’Aquila, non mi avevano affatto impressionato. Sembravano quasi avere il freno a mano, nonostante gli ottimi numeri portati. Eppure stasera mi hanno davvero riportato indietro di qualche anno. Una curva capiente che spesso e per lunghi tratti ha cantato all’unisono, bandiere al vento, torce e fumogeni in quantità industriale e tanto entusiasmo dello stadio in generale. Certamente la giornata è stata d’aiuto, oggi c’erano tutte le condizioni per la festa del Grifo. Una squadra che in campo ha macinato gioco, gli spalti gremiti, l’avversario di blasone. Ciononostante sono convinto che a volte l’analisi circostanziale delle cose si possa anche accantonare per un paio d’ore, godendosi la serata punto e basta. Molti cori peraltro sono contro la Ternana, quasi a voler rimarcare quanto sia mancato questo derby che rappresenta veramente l’appuntamento clou per l’Umbria sportiva.

In campo, come detto, il Perugia ha la meglio. Dopo un primo tempo abbastanza equilibrato, nella ripresa i padroni di casa prendono il sopravvento. Valerio Verre, uno di cui ho potuto seguire la genesi calcistica perché ha mosso i primi passi nella squadra di quartiere dove giocava mio fratello, sigla il primo gol con un tiro sporco dal limite dell’area. Una marcatura che fa letteralmente esplodere il Curi. Volendo raccontare un piccolo aneddoto, posso dire che lo stesso centrocampista ex Roma, Genoa e Siena, ai tempi degli Esordienti veniva regolarmente preso in prestito dai Giovanissimi con risultati a dir poco eccellenti. Per la serie “palla a Verre ed aspettiamo”. La cosa curiosa è che si tratta del primo gol da professionista per lui, il che fa scattare l’immediato sms a mio fratello per registrare l’evento negli annali. Purtroppo capisco che la malattia mentale si insinua sempre più nei miei neuroni.

Il ritmo del Grifo si fa micidiale e poco dopo la squadra di Camplone riesce a trovare anche la rete del raddoppio, stavolta è il perugino d.o.c. Falcinelli a gettare la sfera oltre la linea di porta; la sua esultanza è da antologia, solo per il fatto di mostrare una maglia con la scritta “Assenti presenti” verso la curva che ha frequentato fino a qualche tempo fa. Un gesto non affatto dovuto, soprattutto in tempi di Santa Inquisizione come questi, dove anche per una contestazione pacifica fuori al proprio settore si è a rischio diffida. Onore a lui che ha avuto il coraggio e forse anche l’incoscienza di farlo.

Il 2-0 accende gli animi del Bologna che, già in 10 per l’ingenua espulsione di Garics, prima trova la rete che riaccende la flebile fiammella della speranza grazie al rigore di Cacia, e poi perde anche Zuculini per cartellino rosso.

Finisce nel peggiore dei modi per gli ospiti mentre gli umbri fanno festa sulle note dello storico inno. Mi concedo gli ultimi scatti per poi ritornare sui miei passi raggiungendo la macchina. Il mio amico, da buon inglese, è puntuale. Peccato non aver fatto i conti con la viabilità attorno allo stadio. Tutto bloccato almeno per mezz’ora. Tanto vale allora farsi un ultimo giro osservando i ragazzi di Perugia che brindano e cantano all’esterno della propria curva.

Ripartiamo che l’orologio segna le 23:00. Altre due ore e mezza di viaggio e siamo tornati a Roma. Fa ancora molto caldo e siamo abbastanza stanchi. Ma la serata è stata bella e divertente. Quanto basta per giustificare lo sbattimento dei quasi 400 km macinati tra andata e ritorno.

Simone Meloni.