Per questo lungo fine settimana mi reco a Campobasso per assistere alla sfida di serie D tra i lupi rossoblu locali ed i giallorossi abruzzesi. Vedendo la classifica, un autentico testa-coda.

Pochissima gente sugli spalti, nonostante un Campobasso che staziona in piena zona playoff: presenti circa 600 spettatori all’interno del bellissimo impianto di Selva Piana, purtroppo con capienza limitata a 4.000 posti.

Come dicevo, la vera pecca è la mancanza del pubblico locale: sentendo qualche addetto ai lavori, mi viene riferito che è stata una costante per tutta la stagione, nonostante varie giornate in cui sono stati effettuati sconti sui biglietti (come quest’oggi), ma la città non ha mai risposto appieno all’appello.

Chi risponde invece presente, sono i ragazzi dei gruppi Smoked Heads e Nucleo Zasso, che in circa un centinaio di unità si raggruppano nella solita zona di propria competenza. Partenza a rilento per loro, ma pian piano il tifo si compatta, grazie anche alle segnature della loro squadra.

Ottimo il repertorio canoro, dai classici cori indirizzati alla squadra (alcuni sul finale di gara per più di 10 minuti), a quelli per gli amici diffidati, per il movimento ultras in generale (con “fuori gli ultras dalle galere”) ed anche cori ironici in dialetto campobassano.

Sul piano visivo cito il classico bandierone degli Smoked Heads che, come a Matelica, combatterà tutta la partita contro il vento.

Al fischio finale la squadra corre sotto la curva, per festeggiare la vittoria che porta matematicamente il Campobasso ai playoff.

Come giudicare in una parola, invece, la prestazione degli ultras giuliesi? Ammirevoli, senza dubbio: presentarsi in circa 20 unità a Campobasso, con la loro squadra ad un passo dalla retrocessione in Eccellenza, è sintomo di grande attaccamento ai propri valori.

Gli ultras abruzzesi arrivano allo stadio pochi minuti dopo l’inizio della partita, subito si compattano dietro il drappo con su scritto Ultras e con lo stemma della propria città. Dato il mio posizionamento nei pressi del settore ospiti, sento tutti i cori degli ultras giallorossi: cori per la squadra (nonostante il tremendo passivo in campo), per la città, per i diffidati e per il movimento ultras in generale. Belli anche i cori dedicati agli amici scomparsi, che vengono ricordati uno a uno da tutti i presenti. Nel secondo tempo le pause tra un coro e l’altro sono ampie, ma comunque gli ultras giuliesi sono giustificati.

Al fischio finale, che sancisce l’ufficialità della retrocessione del Giulianova in Eccellenza, chiamano la loro squadra sotto il settore e simbolicamente (prima di lasciare lo stadio), si fanno restituire le maglie dai loro giocatori: ci saranno polemiche tra i mass media abruzzesi, ma nessuno menzionerà il sacrificio dei tifosi nel seguire la propria squadra in una stagione disastrata come quella del Giulianova.

Tra le due tifoserie nessun tipo di problema.

Francesco Passarelli.