Ci sono sicuramente più di trenta gradi. Il sole entra dritto sotto la copertura dello stadio. La tettoia è praticamente inutile. Fa molto caldo, ma del resto è quello che c’è da aspettarsi se metti una partita alle quattro e mezzo di sabato 10 agosto. Inizialmente la gara sembrava prevista per la domenica alle sei: un orario leggermente più fresco. Poi è arrivato lo spostamento a sabato, un’ora e mezzo prima.

Dopo alcuni anni di assenza è tornato il derby della Primorska, la regione slovena più occidentale. Se è vero che da questa zona sono arrivate fino in prima divisione diverse formazioni, è sicuramente certo che le più importanti sono il Gorica e il Koper. Le due realtà si incontrano per la prima volta in seconda divisione dopo due crolli inattesi. Il primo, quello del Gorica, tutto su un piano sportivo, alla fine di una stagione maledetta, dove tutto è sembrato andare storto. Il buon avvio è diventato giornata dopo giornata un’agonia, con le nuvole nere della retrocessione che si addensavano sempre più fosche sul futuro dei bianco-blu, fino all’epilogo nello spareggio contro il Tabor Sežana. La formula del campionato sloveno prevede che la penultima della prima divisione affronti la seconda della seconda divisione. Mai era successo che la formazione in lotta per la salvezza lasciasse il posto a quella in lotta per la promozione. Mai fino all’anno scorso. Di tutt’altro genere la caduta del Koper. Infatti, i giallo-blu sono dovuti ripartire dalla quarta divisione a causa di problemi finanziari. Con lo stadio Bonifika ristrutturato da poco e la bacheca finalmente con qualcosa da spolverare, nel 2017 il Koper ha dovuto lasciare la prima divisione per ripartire da zero.

Tutta una serie di congiunzioni astrali ha permesso la messa in cartellone di questo nuovo capitolo di uno dei derby più sentiti del paese. A causa dell’indisponibilità dello stadio dei padroni di casa, per rinnovamento del manto erboso, la partita si è disputata a Ajdovščina, a metà strada fra Nova Gorica e Capodistria. Lo stadio un tempo ospitava le gare del Primorje, squadra con un passato in prima divisione, ma dal 2011 è inutilizzato (se non da squadre delle serie minori), nonostante i lavori di rifacimento datati soltanto un anno prima. La squadra di casa è infatti fallita, come tante realtà nel paese.

Le statistiche ufficiali dicono che lo stadio della cittadina slovena può contenere 1.650 persone e in questa occasione sembra pieno almeno per metà. La tribuna principale è quasi completamente occupata, mentre dall’altra parte ci sono i due gruppi organizzati di tifosi, a cui sono state riservate le due aree delimitate da grate. Una specie di doppia gabbia divisa dai gradoni della tribuna secondaria, lasciati vuoti a mo’ di zona cuscinetto. Lo stadio non ha le curve, ma si presenta nuovo e con una discreta acustica. Da una parte ci sono i Tifozi del Koper, dall’altra i Terror Boys del Gorica. Il gruppo della città costiera è stato fondato nel 1987 e nel nome richiama con forza un riferimento alla lingua italiana. I bianco-blu con il vichingo sullo striscione, invece, hanno visto la luce nel 1991. Dopo i gruppi di Maribor e Olimpija Lubiana, i due presenti ad Ajdovščina possono essere considerati fra i più importanti del Paese.

I numeri non sono altissimi, ma il periodo dell’anno è davvero infelice e solo lo zoccolo duro resiste. Le presenze sono sotto le cinquanta unità per entrambi i gruppi, ma i ragazzi di Gorica mettono insieme un numero senza dubbio più alto. Per loro, fra l’altro, è un giorno particolare. Li ha da poco lasciati Sandi Lukman, uno dei componenti storici del gruppo e molti cori sono per lui, fatti per omaggiarlo e tenerne vivo il ricordo. Una pezza con una sua foto mentre tiene alta la sciarpa bianco-blu fa bella mostra di sé accanto allo striscione del gruppo con la scritta “Terror”.

Le squadre non si affrontano da un po’ e la voglia di vedersi è tanta. Talmente tanta che si riesce anche a scambiarsi qualche “romantico abbraccio” prima dell’inizio della gara, con due delegazioni delle squadre che si incontrano prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Dopodiché iniziano i cori. Presto se ne vanno le magliette e si canta sotto il sole. Si fa una gran fatica a tenere alto il ritmo a causa del gran caldo. Cantare sotto questo sole è massacrante, molto più se il bar per prendere l’acqua è sotto il settore ospiti e le forze dell’ordine non permettono di lasciare lo spicchio di competenza delle due tifoserie. Saranno poi costretti a fornire loro stessi l’acqua necessaria ad evitare che qualcuno si senta male.

Entrambe le tifoserie utilizzano le percussioni e qualche fumogeno. Frequenti i battimani e i cori di sostegno alla propria squadra. Visto che siamo in un derby, non vengono disdegnati neanche i cori all’indirizzo della tifoseria avversaria. Lo scoglio linguistico ci impedisce di cogliere le sfumature poetiche, ma la gestualità è assolutamente universale. Da segnalare il fatto che alcuni cori dei Tifozi vengono lanciati direttamente in italiano, come un “Forza ragazzi” che si sente più volte. Le influenze culturali del nostro paese su Capodistria sono indubbie (la città è stata italiana nel periodo fra le due guerre), ma c’è anche da sottolineare come l’italiano per certe zone rappresenti una “lingua franca ultras”. La verità probabilmente sta a metà strada fra le due ipotesi.

Nel frattempo in campo va in scena uno spettacolo abbastanza mediocre, con il Gorica che domina e il Koper che si porta inaspettatamente in vantaggio, grazie soprattutto a un intervento poco esaltante dell’estremo difensore bianco-blu. Prima della fine del primo tempo, i padroni di casa pareggiano su rigore, e iniziano la ripresa con una forte pressione. Si ha la sensazione che il gol in qualche modo debba arrivare ma alla fine sono ancora gli ospiti a trovare la via della rete in contropiede.

Gli avvenimenti in campo però sembrano interessare poco ai ragazzi sugli spalti che continuano imperterriti a cantare e a ricordare l’amico scomparso anche con un doppio striscione alla ripresa delle ostilità. Al novantesimo c’è l’ovvia esplosione di gioia degli ospiti, che si dimostrano in maggioranza nella tribuna principale.

La fine della gara porta con sé la sensazione che saranno proprio queste, il Gorica e il Koper, a giocarsi fino alla fine il ritorno in prima divisione. Per quello visto sugli spalti, le due piazze meritano senza dubbio palcoscenici migliori: giocare a calcio sotto il ritmo dei cori dei propri sostenitori non è una cosa troppo comune nella Prima divisione slovena, dove ci sono squadre che lasciano addirittura deserto il settore. In questo scenario, Tifozi e Terror Boys meritano di tornare quanto prima dove dovrebbero stare.

Gianni Galleri, Curva Est