Per il mio secondo giorno in terra piemontese, scelgo di vedere l’importante match del girone A di serie D tra Gozzano, sesta in classifica e nota “ammazza grandi”, e Varese, al terzo posto in classifica ed ancora in lotta per la promozione diretta.

Da Novara, dove pernotto, ci sono due treni di domenica che fermano a Gozzano, paesino alle pendici meridionali del lago d’Orta, uno di mattina presto e l’altro che arriva a mezzogiorno inoltrato. Essendo la mia prima volta in questo piccolo paese di oltre cinque mila anime, scelgo di partire con il primo treno per cercare di vedere più cose possibili sia a livello di stadio che storico-artistico, quindi alzataccia domenicale con il treno in partenza alle 6:45.

Molto bella la tratta ferroviaria con fermate tipo Suno e Borgomanero che mi fanno fare un salto indietro nel tempo, quando da ragazzo pensavo fossero irraggiungibili e potevo solo immaginare o vedere in foto le tifoserie dei rispettivi paesi. Chi sfogliava con la stessa mia avidità i vecchi Supertifo, ricorderà i Vecchi Lupi Sunese o i derby Borgosesia – Borgomanero con le foto di Marzano che erano un vero e proprio must dell’epoca.

Dopo il tratto nostalgico arrivo nella piccola stazione di Gozzano alle 7:30, non fa troppo freddo ma neanche così caldo, quindi dopo aver fatto delle foto alla piccola stazione decido di andare a fare una rigenerante colazione in un bar poco prima del centro. Poi, tornato in stazione, riprendo il mio giro turistico partendo proprio dal punto dove sono arrivato. Noto il monumento ai caduti, poco più avanti c’è la chiesa di San Lorenzo dell’anno 1000-1200; poi, volgendo lo sguardo verso il centro del paese, in alto si vede il complesso monumentale del castello in cui spicca l’imponente Basilica di San Giuliano datata 1600, da dove si gode una bella vista sui paesi limitrofi e sulle montagne della Valsesia e Cremosina.

Per arrivare allo stadio di Gozzano, distante due km e mezzo, devo passare per forza dal centro per cui mi godo anche il palazzo del municipio, le piazze e le vie strette del borgo che lo rendono così bello e caratteristico. Per un amante di vecchie stazioni, noto immediatamente il vecchio fabbricato dell’antica stazione di Gozzano, fermata a binario unico sulla linea ferroviaria Gozzano – Alzo, lunga appena 7,6 km e attiva dal 1886 fino al 1924 quando venne dismessa a causa della chiusura della linea.

Mi lascio alle spalle il vecchio fabbricato e prendo la strada che mi porterà direttamente allo stadio “D’Albertas”, con la strada che si divide in due: quella sinistra porta all’entrata dei giocatori, mentre quella destra è l’entrata per i tifosi, sia quelli di casa che quelli ospiti.

Oggi, prevedendo una massiccia presenza di tifosi varesini, la società rossoblù del Gozzano Calcio ha invertito le due tribune, destinando quella coperta e più grande ai tifosi avversari ed il settore ospite in ferro, più piccolo, ai padroni di casa.

Un’ora prima della partita, il vecchio impianto cittadino sarà meta di diversi tifosi, soprattutto ospiti, con l’arrivo di un pullman, probabilmente di club. Decido così di entrare ed aspettare l’arrivo di tutti i tifosi dall’interno del rettangolo di gioco. Effettivamente i lombardi sono tanti, favoriti anche dalla distanza non certo proibitiva di quasi 60 km. Prendono posto non solo nel settore di tribuna coperta, ma anche nei pressi della recinzione che delimita il terreno di gioco.

I padroni di casa invece, come detto, prendono posto nella piccola tribuna in ferro: si tratta solo di semplici tifosi che si godranno la partita seduti.

È tutto pronto per l’inizio ma non vedo ancora il gruppo principale della tifoseria biancorossa: i Blood Honour arrivano infatti a ridosso del fischio d’inizio e vanno a sistemarsi al lato estremo della tribuna, dove si registra qualche problema con chi era già li e voleva godersi solo la partita, comodamente seduto, senza partecipare al tifo. Poi il gruppo aumenta di numero ed ovviamente resta in piedi a cantare, così chi voleva solo guardare la partita non può che alzarsi o spostarsi.

Prima della partita viene osservato un minuto di silenzio per ricordare il ciclista Michele Scarponi, deceduto ieri dopo essere stato investito da un camion nella sua Filottrano. Poi inizia questa terz’ultima giornata di campionato: fischio d’inizio alle 15 precise.

Non c’è un movimento ultras nella piccola cittadina piemontese, ma ci sono tre – quattro tifosi decisi ad incitare la propria squadra che si faranno sentire comunque bene. Per quanto riguarda gli ospiti, in questa prima frazione, effettueranno tantissimi battimani ad accompagnare i cori ed il tifo sarà pressoché continuo. Peccato che il colore sarà garantito solo da una bandiera a scacchi biancorossa, che raramente si vedrà, e da un bandierone di club che verrà sventolato solo ad inizio partita.

Il sostegno sarà garantito solo dal gruppo ultras, formato da una sessantina di componenti, mentre gli altri guarderanno la partita seduti, partecipando al tifo solo nei momenti salienti in campo del Varese. Nel secondo tempo, quasi all’inizio, nella zona degli ultras viene esposto uno striscione per ricordare un ragazzo: “CIAO SPARTACO”, poi il tifo riprende con l’intensità riscontrata nella prima frazione.

Dal minuto 22 al minuto 38 in 16 minuti c’è tutto il succo della partita: prima passa in vantaggio il Gozzano che fa esultare i propri tifosi, che si fanno sentire con diversi cori; al minuto 28 sarà la volta della prorompente esultanza ospite: per qualche minuto canterà tutta la tribuna, cercando di spingere alla vittoria i biancorossi, invece dopo dieci minuti dal pareggio, il neo entrato Ficco deciderà l’incontro a favore dei padroni di casa. Esultano nuovamente i tifosi rossoblù che scandiranno più volte il coro “A Gozzano non si passa”, fino al fischio finale quando sia giocatori che tifosi festeggeranno questa prestigiosa vittoria, che fa ben sperare per un posto nei play off.

Passando ai varesini posso affermare di aver visto una tifoseria comunque in forma, che ha tifato tantissimo e si è contraddistinta per i numerosi battimani effettuati. Solo dopo il gol del 2-1 gozzanese hanno avuto una lieve flessione, ma hanno saputo riprendersi bene continuando ad incitare la squadra fino al triplice fischio, applaudendola lo stesso quando si è portata sotto al settore, nonostante la sconfitta.

Saluto e ringrazio i dirigenti locali per l’accoglienza ricevuta e poco prima il tramontar del sole prendo il treno che mi riporterà verso casa, felice di aver vissuto l’ennesima esperienza di questa lunga stagione.

Marco Gasparri.