Sembra davvero difficile debellare la violenza nel calcio. Basti pensare agli scontri di ieri prima dell’amichevole tra Bologna e Spezia a Castelrotto. Momenti prolungati di violenza in mezzo ai bambini impauriti. Ne abbiamo parlato con Filippo Grassia, prestigiosa firma del giornalismo sportivo italiano: “In Italia più che da altre parti – dice a Tuttomercatoweb.com – il tifo viene interpretato come un modo per menare le mani. Non c’è la buona volontà per trovare un attimo di pace, restano i rancori vecchi di decine d’anni. L’altro problema che si palesa è che le leggi italiane sono blande: chi è protagonista della violenza paga poco o nulla. Il Daspo così come è strutturato serve a poco o nulla: andrebbe accompagnato nel week-end ai domiciliari, allora sì che avrebbe un peso specifico”. Grassia poi parla anche dell’impegno delle società: “Purtroppo non investono nel rapporto con le tifoserie e allora i club non si devono poi stupire se subiscono delle conseguenze per responsabilità oggettiva”