Dopo la subitanea sosta per gli impegni della nuova Nazionale targata Conte, la Serie A torna in campo per la disputa della sua seconda giornata. All’Artemio Franchi di Firenze va in scena uno dei grandi classici del campionato italiano, un Fiorentina-Genoa che contrappone due delle compagini più antiche e ricche di tradizione del nostro calcio, due di quelle che all’ombra degli squadroni metropolitani, costruiti più sullo strapotere economico, hanno raccolto traguardi sportivi importanti e raccontato belle pagina di epica calcistica. Pagine in cui l’inchiostro è stato il cuore, la passione di chi scendeva in campo e di chi li supportava, non solo il vil denaro.

Non meno ricco di fascino è il confronto fra le tifoserie, entrambe rappresentanti di un pezzo importante della storia del mondo ultras nostrano. Se la chiusura in tempi non sospetti dell’epopea della mitologica “Fossa dei Grifoni”, ha permesso allo storico gruppo genoano di imprimere intorno a sé un’aura di leggenda, un po’ più travagliato è stato il percorso del “Collettivo Autonomo Viola” che, nel suo ultimo periodo di vita, si trascinava quasi per forza di inerzia. In ogni caso, parabole storiche così lunghe hanno sempre ed inevitabilmente degli alti e bassi, ciò non toglie che anche il CAV, tanto quanto gli Ultras, la Vecchia Guardia, l’Alcool Campi, il Bomber Group e tutte le altre tante sigle che si sono succedute al sostegno della Viola, abbiano dato tanto alla storia ultras, allorquando si è capaci di analizzarla al di fuori degli schemi pregiudiziali dell’amico/nemico.

Bando alla nostalgia, ai tempi che ci fanno sospirare ma purtroppo non tornano più, in questa bella giornata di sole ambo gli schieramenti rispondono presente all’appello e si presentano davvero in grande spolvero. Ottimo davvero il colpo d’occhio della curva Fiesole, carica di pubblico e di speranze per salutare questa prima apparizione della squadra tra le mura amiche (quasi 35.000 il computo totale dei presenti). All’ingresso delle squadre in campo, il settore casalingo offre uno spettacolo coreografico degno dei tempi andati di cui parlavamo: un bandierone con un giglio rosso su sfondo bianco si apre al centro, mentre per tutto il settore si stende un campo perfetto di cartoncini viola; l’opera è completata nella parte bassa del Parterre con cartoncini bianchi e rossi, chiaro riferimento ai colori cittadini.

Più tradizionale ma non per questo meno bello il saluto dei genoani in trasferta, composto da sciarpe levate al cielo assieme a bandiere, “due aste” e bandieroni. Certo il colpo d’occhio e meno suggestivo di una coreografia, ma si fa comunque apprezzare.

Su tutte e due le sponde non mancano nemmeno i messaggi vergati su stoffa, da quelli alla gente che purtroppo va via, a quelli per chi fortunatamente ritorna dopo varie vicissitudini.

La prima sensazione di questa parte iniziale di stagione è che, in barba ad Alfano e a tutti i novelli Torquemada, gli ultras stiano rispondendo bene e mostrandosi in ottima salute. Al di là dell’aspetto puramente numerico, laddove la Fiesole (abbiamo già detto) ha ampiamente soddisfatto ed anche la Genova rossoblu in trasferta ha portato buoni numeri, anche la questione più formalmente qualitativa ha dato ottimi riscontri, con un tifo continuo, colorato, rumoroso, fatto di cori e battimani in buona successione.

Mentre sugli spalti i tifosi hanno dato fondo a tutte le proprie energie per spingere le squadre alla vittoria, gli undici in campo hanno vivacchiato, arrivando al triplice fischio finale con un diplomatico pareggio a reti bianche che non fa male a nessuno, in attesa che il campionato entri nel vivo, anche se da una Fiorentina ben equipaggiata, forse il suo pubblico s’aspettava bagnasse l’esordio casalingo con una bella vittoria, a maggior ragione dopo la sconfitta di Roma della prima giornata.

In antitesi e secondo le vecchie logiche della media inglese, maggiore la soddisfazione in casa Genoa. La speranza, da semplici osservatori, è che questo non sia il punticino della solita stagione al risparmio di “Preziosiana” memoria, in cui si arriva fino alla fine arrancando, ma che finalmente anche il Genoa CFC sappia essere all’altezza di una tifoseria che in questi anni l’ha sempre sostenuto, non l’ha mai abbandonato ed ha anche pagato un prezzo salatissimo quando la passione è diventata impetuosa e carica di rabbia di fronte a spettacoli indecenti come quello dell’infausto Genoa-Siena.

Auguri per tutti. Che sia una stagione di soddisfazione per ognuno e che crepino i censori nei palazzi del potere, magari soffocati dalle loro stesse infinite e assurde scartoffie.

Testo di Matteo Falcone.
Foto di Sauro Subbiani.