Due tifoserie presenti in uno stadio di calcio, di questi tempi è una notizia da non disdegnare. Le limitazioni ci sono e sono palpabili. Soprattutto per le tifoserie con grandi numeri, essere presenti tra le mura amiche è una problematica non da poco. È altrettanto evidente che non siamo, purtroppo, più negli anni ’80, quando lo stadio era preso d’assalto un po’ a tutte le latitudini, i settori popolari traboccavano letteralmente di pubblico e gli ultras italiani erano giustamente presi a modello dal resto d’Europa, che per certe tematiche era indietro anni luce. Pian piano e per molteplici cause gli stadi italiani si sono progressivamente svuotati. Andare allo stadio non è più stato un gesto automatico, una scelta ovvia. Si è passati da un rito che accomunava familiari ed amici ad una scelta per pochi intimi. Pensando a tutti gli stravolgimenti che ci sono stati in questi decenni, comprese le tante inchieste sui mali del calcio, impossibile non dare un minimo di ragione a chi si è tirato fuori dai giochi, chi ha abbandonato quell’idea del calcio come sport popolare visto che, a tutti gli effetti, oggi si parla di “industria calcistica” e di club come vere e proprie aziende. 

In tempo di Covid, Green pass e mascherine fa un certo effetto vedere due schieramenti ultras presenti nelle due curve, pezze e striscioni in bella mostra e tamburi a dettare i tempi, del resto, in barba alle mode del momento, il tifo “Made in Italy” ha conquistato intere generazioni di tifosi europei ed extraeuropei.

Ospiti che numericamente non sono affatto male, il viaggio non è dei più agevoli ma comunque la tifoseria dorica si presenta a Grosseto a bordo di due pullman e di alcuni mezzi privati. Caldo estivo che secca le gole ma tifo continuo quello degli anconetani, che si cimentano pure in una bella sciarpata in barba alla colonnina del mercurio. Aspetto che mi fa sempre un gran piacere, è la coralità nel tifare. Ben poche persone si estraniano dal tifo, in genere si percepisce una voglia di ritorno alla normalità perciò l’incitamento alla squadra risulta parecchio partecipativo.

Più difficile valutare sotto il punto di vista numerico i padroni di casa. Ci sarà sicuramente chi ha deciso di non entrare, comunque, a centro curva si forma il nocciolo del tifo biancorosso dietro alle consuete pezze. Anche in questo caso il tifo risulta continuo e ben coordinato. I numeri sono migliorabili considerando un passato, anche piuttosto recente, che aveva visto la tifoseria grossetana capace di alcuni buoni esodi. Dato però il momento attuale, l’importante è esserci, riannodare i fili del discorso e continuare a portare avanti i propri progetti. Entrare in uno stadio è ormai roba da eroi.

Valerio Poli