All’estrema ricerca di partite underground, con il loro particolare fascino e senza il richiamo delle folle oceaniche (che ormai scarseggiano pure dei big match, a dirla tutta) mi imbatto in questo recupero infrasettimanale tra umbri ed emiliani. Lo stadio Barbetti manca alla mia personale collezione e il fatto che la verde Umbria sia collegata a Roma tramite la magica e gratuita superstrada E45 mi permette – una volta tanto – di prendere la macchina e bypassare le oggettive difficoltà che avrei avuto spostandomi con i miei amati (e comunque imbattibili) mezzi pubblici. All’andata decido di percorrere tutta statale fino a Orte, non lasciando neanche il piccolo obolo alla società Autostrade (vera nemica del popolo e dei partitellari) per imboccare la superstrada.

Da queste parti è ancora inverno inoltrato e le temperature miti – quasi primaverili – della Capitale sembrano un lontano ricordo. Circumnavigando lo stadio alla ricerca dell’ingresso mi imbatto in uno striscione con cui gli ultras rossoblu invitano la tifoseria ad affollare la curva. Sono curioso di vederli all’opera, l’idea che mi sono fatto è quella di una realtà ormai consolidata, che da tempo ha saputo ritagliarsi un suo spazio nel movimento. Del resto a memoria ricordo da sempre forme organizzate di tifo al seguito del Gubiaccio, come lo chiamano da queste parti. Magari non numerosi, ma credo che ormai sia diventato davvero anacronistico fare le pulci ai numeri (fatte rare eccezioni ovviamente). Nel loro caso, poi, parliamo di una piccola città con un tenore di vita perlopiù borghese, cosa che non va mai sottovalutata prima di fare effimeri raffronti.

Quando metto piede sulla pista di tartan i reggiani stanno facendo il loro ingresso. Alla fine saranno un centinaio scarso. Non male considerato il periodo storico, il giorno infrasettimanale e il fatto che comprensibilmente, con tutte queste difficoltà, la presenza sia quasi esclusivamente ultras. Dopo anni di campionati anonimi, finalmente Reggio Emilia sembra aver trovato una società all’altezza della propria tifoseria e il duello tutto emiliano con il Modena è un bel vedere per gli amanti di questo sport. Inoltre – mi si accusi pure di partigianeria – mi fa piacere immaginare che un giorno i tifosi della Regia possano scalzare i malvoluti inquilini del Sassuolo da quella che era, è e resterà la loro casa. Il mondo non è fatto per i giusti e per le belle storie, inutile girarci attorno, ma la speranza che prima o poi una delle più grandi porcate partorite dal football tricolore possa vedere ammainare le proprie bandiere ad appannaggio di quelle granata resta intatto. Credo di poter parlare persino a nome di tifoserie storicamente rivali.

Venendo alla sfida, quando le due squadre fanno il loro ingresso in campo gli ultras eugubini accendono letteralmente il proprio settore con una bella torciata, prudentemente celata da un bandierone con i colori sociali. La luce della pirotecnica è pura poesia e ogni volta riesce ad incantarmi nell’osservarla. È una reazione puerile, ma in fondo è proprio quella che mi spinge ancora sui campi.

Dopo il diradarsi del fumo i supporter umbri danno voce alle loro ugole. Noto molti giovani sulle gradinate, cosa che fa sempre ben sperare in un movimento che troppe volte ancora vede le proprie redini in mano ad appassiti vegliardi, incapaci ormai di dare il loro contributo ma vogliosi di mantenere una narcisistica leadership. A livello canoro fanno la loro bella figura, soprattutto nel secondo tempo quando la squadra conquista un’insperata vittoria trascinando il pubblico. Tante manate, una sciarpata e cori tenuti a lungo e con intensità. Una realtà che non si è mai fatta pubblicità gratuita e non ha mai viaggiato al di sopra dei propri standard, lavorando umilmente e dimostrandosi di buon livello.

Sul fronte opposto i reggiani offrono un buon primo tempo e una ripresa più altalenante, in cui sembrano calare di intensità. Complessivamente li ho visti meglio in altre occasioni, ma comprendo anche che l’aspetto sportivo oggi abbia potuto prendere un valore predominante. La sconfitta al Barbetti e la contemporanea vittoria del Modena a Teramo, infatti, sono costate la testa della classifica ai granata.

Al triplice fischio entrambe le squadre vanno a raccogliere gli applausi del proprio pubblico, con gli eugubini che restano nel settore a festeggiare anche quando il resto degli spettatori defluisce. Per me è tempo di andar via, riprendendo la strada buia e fredda verso Roma. Certo che l’essenza di tutti i nostri discorsi sugli ultras rimanga ancorata proprio in questi campi e in queste categorie.

Simone Meloni