In un sabato di inizio novembre, il Gubbio gioca la sua seconda partita consecutiva in casa: dopo aver ospitato la Vis Pesaro, gli umbri sfidano alle 17:30 un’altra squadra biancorossa, il Rimini.
Nei giorni precedenti non temevo limitazioni o divieti: l’impianto eugubino non presenta criticità legate all’ordine pubblico, visto che gli ospiti, una volta usciti dalla superstrada, trovano il loro parcheggio dopo pochi metri. Tuttavia, il giovedì arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia del niet ai romagnoli da parte della Questura di Perugia per i disordini della precedente stagione nello stesso capoluogo umbro. La decisione lascia comunque tutti sbigottiti, compreso ovviamente il sottoscritto per la finalità tutt’altro che preventiva ma eccessivamente punitiva. Il problema di tali scelte vessatorie e discriminatorie che sono ormai la consuetudine, è che vengono prese nell’indifferenza di tutti, non accorgendosi nemmeno più quanto le stesse finiscano per estendersi con sempre maggiore frequenza anche ad altri ambiti sociali. È incredibile, poi, come sui giornali e nei vari salotti televisivi vengano esaltate parole come inclusione, democrazia e partecipazione, che invece restano soltanto tali, senza una concreta attuazione.
Nonostante la rabbia mista a delusione e sconforto, mi presento ugualmente allo stadio, anche per rispetto verso la società locale, che mi ha sempre permesso di svolgere serenamente il mio lavoro. Il clima è surreale e osservo con amarezza il settore ospiti desolatamente vuoto. I padroni di casa, nel frattempo, entrano con tutta calma, anche perché manca lo stimolo del confronto con una tifoseria rivale. Quando la partita comincia, i sostenitori rossoblù sono ancora intenti ad appendere alla recinzione i vari stendardi, che affiancano il grande striscione in onore dei diffidati. Mi accordo anche di una bandierina dei loro amici della Colligiana.
Nel primo tempo gli ultras rossoblù tifano con buona continuità e con discreti battimani, sventolando il bandierone per buona parte della frazione. Inoltre, alla mezz’ora accendono una torcia. Nel secondo tempo il freddo diventa pungente, ma i padroni di casa fanno quadrato e alternano cori goliardici, intonati abbracciati, a quelli per i diffidati e per la squadra. Certo, come nella prima frazione si registra qualche pausa fisiologica, mentre non si ferma lo sventolio del bandierone, accompagnato delle classiche bandierine.
In campo il Gubbio si getta all’attacco, alla ricerca di una vittoria per uscire dalla crisi. I locali agguantano il loro obiettivo al minuto novantaquattro, in piena zona Cesarini, grazie al neoentrato Fossati: l’atleta umbro lascia partire un tiro potente che batte l’estremo difensore ospite e regala i tre punti importantissimi, facendo così esplodere tutto lo stadio, infiammato da questo successo che mancava dalla prima giornata di campionato e che permette di tornare a muovere la classifica.
Al triplice fischio giocatori e i tifosi di casa possono finalmente esultare insieme, sono anch’io soddisfatto per la bella serata, che tuttavia avrebbe potuto essere ancor più entusiasmante se lo spettacolo non fosse stato rovinato dalla cervellotica quanto inutile decisione di vietare la trasferta ai riminesi.
Testo e foto di Marco Gasparri