Per la prima giornata del campionato di Serie A il calendario oppone Hellas Verona e Bologna, coi padroni di casa neopromossi dalla Serie B e gli ospiti reduci dalla salvezza miracolosa firmata da mister Mihajlovic.

Proprio l’allenatore del Bologna, circa 40 giorni fa, aveva annunciato in conferenza stampa di essere malato di leucemia, ragion per cui, per un periodo di cure, avrebbe dovuto assentarsi dal ruolo di allenatore dei rossoblu, ruolo e contratto che però avrebbe voluto onorare fino alla fine. Con grossa sorpresa (e con il permesso dei medici), il mister serbo si è presentato in panchina già al Bentegodi, certo molto provato a causa della pesante terapia a cui è stato sottoposto, ma la bellissima ovazione nei suoi confronti, da parte dei circa 16.000 presenti allo stadio, ha rappresentato a suo modo un importante incoraggiamento.

Tornando alla partita, il settore centrale della curva del Verona risulta l’unico a cantare per i padroni di casa: bandiere, battimani, cori offensivi (alcuni anche di stampo politico) ed un paio di striscioni quali “CIAO BONIZ” e “BEVENUTO KEVIN”. In ragione della partecipazione limitata alla sola zona centrale, il tifo canoro risulta abbastanza discontinuo (come detto solo la zona centrale partecipa), mentre ai margini sventolano diverse bandiere che compensano con il colore al limitato seguito di questa parte di settore.

Da Bologna sono presenti circa 2.500, di questi circa 1.600 sono disposti nel primo anello, andato esaurito in pochissimo tempo. Da qui la vendita anche del secondo anello, in cui poi si collocano i gruppi principali, URB e Sorvegliati Speciali in testa.

Tante bandiere rossoblu al cielo, immancabili i cori per la squadra e anche l’allenatore viene omaggiato in alcune circostanze. Di pari passo con i dirimpettai, non si fanno pregare per rispondere per le rime e indirizzare ai padroni di casa una serie di cori offensivi.

La partita in campo finisce in parità, mentre il pubblico di casa defluisce dal Bentegodi, i tifosi ospiti dovranno attendere un’altra ora prima di poter riprendere la via di casa.

Luigi Bisio