L’Hibernian torna in Europa dopo la retrocessione del 2014, al termine del doloroso playout contro l’Hamilton. Un bel traguardo per i verdi di Edimburgo, che nel campionato scorso avevano ben figurato mettendo in crisi anche i club tradizionalmente più blasonati di Scozia: Celtic e Rangers.

Easter Road torna a respirare aria europea dopo cinque anni. Vale a dire dopo la “storica” eliminazione patita ad opera degli svedesi del Malmo nei turni preliminari dell’Europa League 2013/2014. Di storico, purtroppo per gli Hibs, c’è solo l’aggregate: un 9-0 totale (2-0 in Scandinavia e addirittura 0-7 a Edimburgo) che rappresenta un record negativo per il calcio scozzese. Ma, come detto, quella fu una stagione maledetta, culminata con la retrocessione in seconda divisione.

Oggi il club naviga in acque relativamente tranquille e può affrontare il match con una maggiore autorevolezza. Di fronte c’è l’NSI Runavik, sodalizio delle Far Oer non certo irresistibile. Nella fattispecie, Runavik conta poco più di 3.000 anime ed è situata nella regione dell’Eysturoy, dove la temperatura media varia dall’1.6 gradi di gennaio agli 11 di agosto. Con una costante: la pioggia. Aspetto che simpaticamente la lega alla Scozia.

Si tratta quindi di una “sgambata” per l’Hibernian. Anche se il pubblico risponde con una discreta cifra (soprattutto se confrontata alla bassa media stagionale): saranno infatti 12.501 i presenti.

Nella storia europea degli Hibees ci sono anche tete-à-tete con squadre italiane. Risalgono agli anni sessanta e settanta, quando il club si qualificava regolarmente alla Coppa Uefa (o Coppa delle Fiere). Nel 1967/1968 – per il secondo turno della competizione – avversario degli scozzesi fu il Napoli. La doppia sfida è passata alla storia per la clamorosa rimonta dell’Hibernian. Sconfitti per 4-1 all’andata i verdi della Capitale ribaltarono il risultato a Easter Road rifilando ai partenopei un sonoro 5-0. Un risultato leggendario se si pensa che il pokerissimo fu messo alle spalle di un certo Dino Zoff. Per la cronaca gli Hibs furono fermati al terzo turno dal Leeds United.

Un’altra sfida rimasta negli annali è sicuramente quelle del 1960, quando per decidere la finalista della Coppa Fiere fu necessario lo spareggio tra la Roma e gli Hibs. Nel calcio che è ormai dei nostri padri (come minimo) in virtù di un doppio pareggio nella sfida andata/ritorno (in quel caso 2-2 all’Olimpico e 3-3 a Easter Road), non si teneva conto dei gol in trasferta, bensì era necessaria la “bella”. Il sorteggio arrise ai capitolini, che ebbero il campo a loro favore eliminando i dirimpettai con un sonoro 6-0. La Roma vincerà poi la competizione battendo in finale un’altra britannica, il Birmingham City.

Infine nella Coppa Uefa 1974/1975, dopo aver inflitto un perentorio 9-1 al Rosenborg nel primo turno (attualmente ancora record negativo per un club norvegese in Europa) gli scozzesi dovettero arrendersi alla corazzata Juventus nel secondo turno (2-4 a Easter Rad e 4-0 al Comunale).

Non parliamo quindi di un club “novizio” al cospetto delle competizioni continentali, semmai le sue sporadiche apparizioni, quasi mai a lungo termine, sono dovute all’evidente declino che attanaglia ormai da molti anni il calcio di Scozia.

Rientrando nei ranghi del tifo, la novità degli ultimi tempo è la presenza a Easter Road di un gruppo organizzato: i Since 1875. È evidente come Glasgow abbia fatto scuola a tal merito. Green Brigade e Union Ultras Bears (al seguito rispettivamente di Celtic e Rangers) hanno portato nel Paese una ventata nuova, emulata da più parti.

Non è facile per i giovani edimburghesi portare avanti un discorso ultras da queste parti, ma a giudicare dai tanti adesivi sparsi per la città e dalla buona prestazione offerta, ci stanno mettendo tanta voglia e tanta passione. Stipati in un angoletto alla mia sinistra si mettono in evidenza con un buon tifo di stampo italiano. Supportato da tamburo, bandiere e striscione.

Il tifo dell’Hibernian è stato nel passato incarnato dalla Capital City Firm, crew di chiare fattezze hooligan attiva tra il 1984 e gli anni ’90. Celebre nel mondo britannico per essere alquanto tosta e agguerrita. Parliamo tuttavia di un qualcosa di molto differente da un gruppo ultras, che sappiamo essere ben più articolato e “pensante” a livello di stadio rispetto a ciò che gli hooligans sono stati nelle sottoculture presenti sulle tribune.

Poco da segnalare per quanto riguarda gli ospiti: qualche decina i presenti, più che altro famiglie e gitanti con maglie della squadra.

In campo finisce 6-1 per l’Hibernian, che – a meno di clamorosi scivoloni – può già pensare al prossimo turno che lo vedrà impegnato contro i greci dell’Asteras Tripolis. Gara che si preannuncia interessante sotto il profilo ambientale.

Marco Meloni