Ultimi 90 minuti di gioco per decretare chi, tra Rimini e L’Aquila, sarà la squadra a retrocedere nel campionato nazionale dilettanti. Il pareggio ottenuto all’andata dal Rimini, lo vede favorito quest’oggi anche in virtù del migliore piazzamento in classifica, ma le insidie sono sempre dietro l’angolo e i ricordi dell’ultimo playout in Serie B, perso contro l’Ancona nel campionato 2008/09 dopo un primo incoraggiante pareggio esterno, sono lì a fare da monito.

Al “R. Neri” sono circa 2.500 le presenze registrate, con oltre 400 unità nel settore ospite, con il gruppo storico dei RBE che ha declinato l’offerta dei propri giocatori di pagare viaggio e biglietto d’ingresso al fine di avere un maggior numero di tifosi rossoblu a sostenerli, in questa ultima partita.

All’ingresso delle squadre la Curva Est si colora di biancorosso con una bella coreografia, realizzata interamente a mano dai ragazzi del gruppo RWS; in balaustra capeggia un lungo striscione che recita: “Un buon marinaio si riconosce nella tempesta. Avanti tutta fino alla salvezza”, con un bandierone raffigurante il faro Rimini con un veliero che solca le onde del mare.

Dal settore ospite, così come all’andata, niente di particolarmente ricercato: puntano da subito su delle belle manate offrendo in più, rispetto alla gara giocata in Abruzzo, un elevato numero di bandieroni che
circondano il contingente aquilano colorandolo di rossoblu. Come sempre nel loro stile, lo zoccolo duro si compatta dietro gli stendardi tenuti a mano per tutti i 90 minuti.

Da entrambe le curve il tifo si attesta su buoni livelli, incentrato esclusivamente sul sostegno alla propria squadra, oltre a battimani, una sciarpata per parte e tanta voce.

Sul finale del primo tempo è il Rimini a portarsi in vantaggio su calcio di rigore, proprio sotto la Curva Est dove si consumano i conseguenti festeggiamenti da parte di tutta la squadra. Qualche attimo di tensione si verifica durante l’intervallo nel settore ospite: l’atteggiamento al di sotto delle aspettative di molti
calciatori, fa montare su tutte le furie gli ultras rossoblu, i cui cori prendono inoltre di mira anche l’attuale
presidente.

Nella ripresa il Rimini sembra giocare con più tranquillità e dopo poco trova anche il vantaggio, mentre la formazione ospite sembra invece, tanto per continuare con le metafore marinare, una barca in balia del mare, senza ormai speranze di salvezza.

Così, se nella Est c’è tanto entusiasmo e partecipazione, nel settore ospite inizia a serpeggiare la delusione, tant’è che per qualche minuto i RBE daranno le spalle al campo, continuando però ugualmente a tifare. Ovviamente prima del triplice fischio, non poteva mancare il loro coro “Un giorno all’improvviso…”. Una prova di “Immenso amore” la loro, come recita un due aste esposto, malgrado il futuro prenda sempre più inevitabilmente le sembianze del dilettantismo.

Finisce con il risultato finale di 3 reti a 1 per il Rimini, al triplice fischio è ovviamente festa per i giocatori di casa, mentre quelli in casacca rossoblu si portano sotto al settore ospite presumibilmente per chiedere scusa alla tifoserie.

Sotto la Est gli stati d’animo sono diametralmente opposti, tra foto, selfie sotto la curva e lancio di maglie per i più fortunati. Acclamato artefice di questa salvezza il condottiero Leo Acori, terzo allenatore della stagione che ha saputo ridare tranquillità all’ambiente, malgrado i tanti problemi, economici e non solo, che hanno funestato questa annata.

Poco dopo pacifica invasione dei tifosi riminesi ed è anche a loro che si deve questo piccolo miracolo: se non ci fosse stato il loro sostegno e il loro aiuto fattivo, con le collette per permettere alla squadra di pagarsi viaggi e trasferte, probabilmente oggi ci sarebbe ben poco di cui rallegrarsi e festeggiare.

Gilberto Poggi.