Una notizia che ha dell’incredibile quella che giunge dalla Bosnia. L’UEFA ha infatti aperto un’inchiesta nei confronti del FK Sarajevo, società della capitale bosniaca, a causa del comportamento tenuto dai tifosi durante la partita contro il Lech Poznan, valevole per il secondo turno preliminare della Champions League. I sostenitori bordeaux-bianchi hanno esposto uno striscione per ricordare la strage di Srebrenica. “Non dimenticare mai il genocidio di Srebrenica, mai perdonare“, questo il messaggio dei tifosi del SK Sarajevo.

I FATTI – Tra l’11 e il 13 luglio del 1995, le truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladic uccisero più di 8 mila cittadini bosniaci musulmani del cittadina di Srebrenica. Da quasi tre anni la zona era particolarmente esposta agli attacchi delle truppe filo-serbe, le quali, spalleggiate da Slobodan Milosevic, chiedevano con l’utilizzo della violenza l’annessione alla Serbia. Nonostante l’area fosse considerata una “safe zone” dall’ONU, vista la presenza dei caschi blu olandesi, i soldati agli ordini di Mladic giustiziarono senza pietà gran parte degli abitanti di Srebrenica. In seguito, l’intervento aereo della NATO portò ad una tregua grazie agli accordi di Dayton, firmati nel dicembre del 1995, ma il “genocidio di Srebrenica”, come è stato chiamato dalla Corte dell’Aja, è una ferita difficilmente rimarginabile per i cittadini bosniaci.

Nonostante questo, la UEFA non ci ha pensato su due volte, appellandosi al regolamento che vieta la manifestazione di pensieri politici negli stadi. “Dura lex sed lex“, anche se a volte la legge non equivale obbligatoriamente al concetto di giustizia. Una giustizia che in Bosnia, e non solo, chiedono a gran voce da 20 anni.