Domenica prefestiva che si pone esattamente al centro del ponte per l’Immacolata. Dopo una settimana di pioggia praticamente ininterrotta, splende finalmente il sole su Roma e un cielo azzurro gli fa da contorno. E’ il miglior risveglio possibile per cominciare questa giornata che mi vedrà su ben tre campi: Colleferro, Ostia e Roma sponda Virtus. Andiamo con ordine. A Colleferro i padroni di casa, primi in classifica, ospitano la seconda della classe, il Cassino, per la sfida al vertice del Girone B di Eccellenza Laziale. Dopo aver rivisto i cassinati all’opera in estate, in occasione dell’amichevole contro la Casertana, sono curioso di seguire da vicino i biancoblu in un incontro ufficiale e importante. Oggi, si sa, i social network permettono di avvicinarti immediatamente agli eventi, così in settimana facendo “zapping” tra le varie pagine dei tifosi biancoblu apprendo che stanno preparando la trasferta con grande entusiasmo e addirittura il nucleo storico dei Fedayn si è riunito in una serata “revival” prima del match con il ritorno di tanti vecchi componenti che oggi vivono, per varie vicissitudini, lontani da Cassino. Si parla di 150 biglietti polverizzati nella prevendita, con la possibilità di acquistare il tagliando anche all’esterno dello stadio.

Mi metto in marcia con un po’ di anticipo, per prendermela comoda e ovviare, se necessario, a qualche problema con l’accredito ai botteghini. Appena arrivo davanti al “Caslini” mi accorgo che ad accogliere i tifosi ospiti c’è un bel comitato d’accoglienza fatto di polizia, celere e uomini armati di telecamera all’ingresso. La cosa, vista di prima mattina, mi fa scendere il latte alle ginocchia. Anche se il top è sentire la conversazione tra un agente in borghese e un graduato che, assieme agli altri colleghi, lascia passare senza controllare i tifosi “non organizzati” che alla spicciolata stanno facendo il loro ingresso nel settore ospiti. Il primo gli fa scherzosamente: “Che facciamo non controlliamo le persone?” e il secondo risponde: “Ci sono persone e persone!”, riferendosi chiaramente all’arrivo degli ultras cassinati che da li a poco giungeranno. Ognuno commenti come vuole, lungi da me fare del vittimismo.

Quando manca mezz’ora al fischio d’inizio entro nella pancia dell’impianto, consegno il mio documento all’arbitro e ritiro la pettorina per entrare in campo. Nota a margine, se a Roma il sole splendeva felice, Colleferro è avvolta da un’insolita nebbia che da più l’idea di essere nella Bassa Padana che nel Basso Lazio. A cinque minuti dall’inizio ecco arrivare i pullman con i tifosi biancoblu, i quali scendendo dai torpedoni esplodono un paio di bomboni facendosi subito sentire con cori e manate. Ne approfitto per fare qualche scatto attraverso la rete mentre già si sente il tamburo risuonare. Altra particolarità del nostro Paese vuol che a Cassino tamburo e megafoni vengano regolarmente banditi, mentre qui, un centinaio di chilometri più a nord, possono entrare senza problemi. “Stadio che vai, questura che trovi”. Il tempo di sistemare gli striscioni di Fedayn, Brigate, Utsb e Sparuta Nord e le due squadre stanno già giocando. Sul fronte casalingo nulla da segnalare, a parte due striscioni Brigate Rossonere e Ultras 1937 dietro cui però non staziona praticamente nessuno. Rimane un mistero comprendere come in un centro abbastanza grande e con una squadra saldamente prima il pubblico non sia molto numeroso e per l’occasione non ci sia neanche un gruppetto di dieci persone a sostenere la squadra (almeno una volta queste cose erano quasi sicure).

Gli ultras ospiti si danno subito da fare cantando senza quasi mai fermarsi. Belle sbandierate, cori a rispondere potenti e un paio di sciarpate sul finire di primo tempo. L’unica cosa che gli si può appuntare, ma non so quanto, è che spesso molta gente “non di curva” sia più intenta a vedere la partita. Ma parliamo pur sempre di Eccellenza e di una squadra che dopo aver assaporato per diversi anni la Serie C è sprofondata nei bassifondi del calcio laziale. Inoltre vedendo come è la situazione delle curve maggior in Italia, non farei di certo loro una colpa se non riescono ad avere uno zoccolo duro di 500 persone. Anzi, a mio modo di vedere lo zoccolo duro cassinate è più che buono, un bel mix di giovani e vecchi che oggi gli ha permesso di non mollare anche di fronte alla brutta sconfitta. Nonostante il doppio vantaggio biancoblu infatti, con veraci esultanze condite da torce e fumogeni, il Colleferro risale subito la china e, anche grazie a errori madornali della retroguardia avversaria, rimonta già nel primo tempo andando negli spogliatoi sul 3-2. Nella ripresa i padroni di casa vanno subito in gol, una rete tragicomica frutto sempre di un errore di coordinamento tra portiere e difesa, tuttavia il Cassino trova quasi subito il 4-3. I tifosi ospiti capiscono che non bisogna mollare e rimango colpito in positivo nell’udire cori di vecchia data eseguiti da chi, evidentemente, ha vissuto un certo tipo di stadio. Malgrado ciò sono i rossoneri a siglare il definitivo 5-3 aggiudicandosi il big-match e rinsaldando il primato.

C’è ovvia delusione nell’ambiente cassinate ma i tifosi applaudono comunque la squadra ricordandole che il campionato non è finito. Inoltre questa categoria offre sempre nobili scappatoie per la promozione come gli spareggi nazionali e la Coppa Italia. Strade ripide, certo, ma percorribili. Intanto scendendo negli spogliatoi per riprendere il documento assisto alle tipiche scene di zuffa verbale tra dirigenti e giocatori. Ci vogliono alcuni minuti per sedarla con l’arbitro che osserva tutto attentamente. Come diceva il tutore dell’ordine prima della partita? “Ci sono persone e persone”. Infatti, sul concetto siamo totalmente d’accordo è sulla pratica che, come sempre, siete manchevoli.

Simone Meloni

https://www.youtube.com/watch?v=PHsJ9WKGgq0&feature=youtu.be