Dopo il diluvio del San Nicola, con il collega di Sport People Federico Longo, ci muoviamo verso nord, dove a una decina di chilometri di distanza dal massimo palcoscenico cittadino, va in scena la partita Ideale Bari-Football Acquaviva.
Godiamo del tepore della macchina giusto per quella mezzora di tangenziale che ci porta a Palese, dove, dopo aver salutato i ragazzi dell’Ideale Bari e scambiato qualche chiacchiera veloce, ci posizioniamo per vederli finalmente all’opera. Da parecchio tempo non li vedevo all’opera, ma passano gli anni e le loro pezze sono sempre al proprio posto, come lo è lo zoccolo duro che, tra qualche faccia nuova e qualcuna che non c’è più, continua fortemente a credere nel progetto calcistico e soprattutto a portare avanti, in parallelo, i sani principi ultras.
Copertina d’obbligo per lo striscione esposto ad inizio secondo tempo in onore e memoria di Giovanni Custodero, giovane calciatore fasanese da poco scomparso dopo aver lottato da guerriero contro un male incurabile, il cui ricordo è accompagnato da diversi cori e applausi.
Il gruppo si compatta alla spicciolata e dopo il minuto di raccoglimento e diversi altri minuti di pausa, iniziano con un bel coro a ripetere per riscaldare le ugole.
Il freddo congela le mani, è arduo persino tenere la macchina fotografica, nemmeno la classica panchina di legno offre riparo a causa dell’umidità che ne bagna i sedili: non ci resta che rimanere in piedi, intirizziti nel tentativo di strappare qualcosa di positivo a questa giornata, fotograficamente parlando.
Nel frattempo il terzo fotografo presente, un over 70 che la domenica vive ancora di pallone in questi campi di provincia, mi fa notare che gli “striscioni” orizzontali della maglia del Football Acquaviva, ricordano un po’ un Celtic seppur in biancoblu. E per una di quelle coincidenze che fanno emozionare chi crede nel fato, proprio nello stesso momento i ragazzi dell’Ideale lanciano un coro rivisitato sulle note di “You’ll never walk alone”.
Fra i tifosi di casa c’è da annotare anche la presenza dei ragazzi di Lipsia, che ai lustrini della compagine cittadina portata in auge dalla nota multinazionale degli energy drink, preferiscono la storica Lokomotiv anche se relegata in 5a divisione tedesca. La loro presenza non è riconoscibile da nessuna pezza, si intravede giusto qualcuno con i colori sociali gialloblù addosso, d’altronde conta esserci e non preoccuparsi d’apparire, come da buona regola.
Impatto cromatico limitato, qualche bandierina e niente di più. È la voce a farla da padrona, in un tifo che non è cambiato affatto da quando li avevo visti all’opera l’ultima volta, due anni fa. Poche e irrilevanti le differenze, forse solo i numeri risultano inferiori, ma è una questione relativa e che dipende da tanti fattori estemporanei. Belle le manate, belli i cori secchi, buoni i cori continuati. Non usano nessun megafono o tamburo, ma nonostante tutto riescono a proporre un buon supporto vocale, anche nei cori prolungati, inframezzati da qualche battimani per rifiatare.
L’Ideale Bari rimane una delle roccaforti del calcio popolare, con numeri importanti per la categoria di appartenenza e che, a distanza di anni, ci dimostrano che il calcio dal basso può essere una stabile certezza, non solo una moda del momento.
Per chi se la fosse persa ai tempi, rimando alla nostra intervista di qualche anno fa, https://www.sportpeople.net/la-curva-il-calcio-una-questione-dideale-intervista-allideale-bari/, per capire i risvolti ideologici di questo modo altro di fare e vivere calcio. Che non si può solo sognare, ma è realtà tangibile e ricca di passione.
Massimo D’Innocenzi