Una bella giornata di sole quasi primaverile mi accoglie in questa partita di Prima categoria Ideale Bari-Santeramo. È sempre un piacere e soprattutto un onore far visita a una delle tifoserie più importanti e affascinanti delle categorie inferiori, che da dieci anni ci offre un altro modo di interpretare il mondo ultras e con esso anche il calcio, senza troppe sovrastrutture mentali che spesso diventavano una recita più che un divertimento, a sostegno di una squadra fondata dal basso, dagli stessi tifosi e con gli stessi valori.

Esclusa la festa estiva, era da parecchio che non facevo un salto da queste parti in giornate di tifo e chiaramente mi ci approssimo con la curiosità di saggiare lo stato di forma del gruppo, anche in virtù di un inizio di campionato in ombra. Salta subito all’occhio la nuova pezza “Non supereremo mai questa fase”, in aggiunta alle altre storicamente presenti da sempre. Molto curata anche nello stile, ma questo è da anni un tratto caratteristico di tutto il materiale prodotto, che sia materiale ultras, abbigliamento tecnico di gioco o divise da gioco.

“Non supereremo mai questa fase” come la frase dell’iconico film “Febbre a 90°”, come una bussola che direziona il percorso di ogni tifoso, un percorso da cui poi è difficile scostarsi. Per quanto la vita ponga spesso di fronte a scelte difficili, a sacrificare passioni per impegni professionali o personali, ridistribuire il proprio amore per la squadra direzionandolo verso il proprio partner, prima o poi si ripresenterà inevitabilmente quel momento propizio in cui, chiusa la porta all’ordinario, si ritorna poi sempre lì, a quella stessa vecchia, inguaribile, cronica fase di quella malattia chiamata tifo in cui l’irrazionale vince sul razionale, il cuore sulla mente, la passione sul dovere.

Sotto un bel sole dicevamo, il gruppo sui gradoni continua ad essere punto di riferimento e polo d’attrazione. Cori a ripetere potenti e molto originali, tra tutti spicca ”Ricordati di me” di Antonello Venditti rielaborato in “stile Ideale”, nel cui solco vanno annoverati anche i molti cori goliardici. Non manca nemmeno un tocco di colore, con diverse bandierine biancorosse.

Il settore si popola a partita abbondantemente iniziata, senza tamburi a dettare il ritmo, ma solo voci e mani a dominare. Tanta la costanza, nel complesso prova più che buona, in barba anche al campo dove la squadra va sotto di un goal. Proprio nel momento di difficoltà, la grinta degli ultras fa da traino agli atleti sul rettangolo di gioco che dapprima raggiungono il pareggio, e poi addirittura il gol vittoria che fa impazzire di gioia tutti.

Al triplice fischio, fiumi di birra che dagli spalti si riversano verso il campo, con i giocatori che dopo aver festeggiato i tifosi, si avviano verso la meritata doccia con una lattina di birra gentilmente offerta dagli stessi. Letteralmente tutto un altro calcio. Non solo possibile ma reale.

Massimo D’Innocenzi