Solo per la maglia, uno dei cardini della “filosofia” ultras è quanto si è percepito quando circa in 150 ultras si sono presentati a Novarello, sede degli allenamenti del Novara, per caricare la propria squadra poche ore prima della partita contro il Varese. L’ennesima ultima spiaggia per una squadra in crisi di risultati e di identità. Crisi che però non tocca i 150, presenti sempre e comunque, in casa e in trasferta, con la pioggia o il sole, solo per la maglia che amano, appunto.

Bandiere, sciarpe, megafoni e cori: tutti compatti dietro la pezza Curva Nord Novara per spronare i propri a dare quello che molte volte, vedi le diverse precedenti contestazioni (assolutamente comprensibili), non è stato dato in campo.

Contro il Varese, come detto, è l’ultima partita per evitare i play-out, un match molto sentito dai tifosi di entrambi le compagini. Mi scuseranno i puristi del gergo calcistico se questa partita la chiamo derby, ben sapendo che l’unico derby a Novara è contro la Pro Vercelli, ma non mi vengono in mente altre parole per descrivere la rivalità che intercorre sull’asse Novara-Varese, partita calda sia in campo che sugli spalti, anche se è parecchio tempo che non ci sono “incontri” fuori dal rettangolo verde.

Anche la società si è mossa per cercare di richiamare quanta più gente possibile allo stadio, portando il biglietto della Curva ad 1€. Il risultato è al contempo imponente e deprimente: sono pochi i posti che rimangono vuoti e una massa azzurra va pian piano formandosi; ma la cosa che più mi rattrista è pensare: tutta questa gente dove era in questi mesi? Una domanda che trova subito risposta nel ragionamento del tifoso “provinciale”, che per anni ha calcato i campi della vecchia C1 e C2: se costa meno guardare la partita a casa, perché scomodarsi per andare allo stadio se dalla tv si vede meglio… tiriamo fuori la sciarpa solo quando ti regalano il biglietto oppure quando la squadra va bene, così da salire sul carro dei vincitori. Questo ragionamento potrebbe andare avanti per ore e ore, ma è lavoro inutile fare la morale a chi si scopre novarese a “comando”, ognuno sa quanto ha dato o no a questa squadra.

Come già anticipato, la presenza in Curva Nord è massiccia, anche se in piedi tra gli ultras non si aggiungono più di 50/60 rispetto al solito, arrivando comunque a circa 250 pronti a sostenere con la voce la propria squadra. In balaustra spicca la pezza Curva Nord Novara a cui fanno da spalla Sezione, Vecchio Stampo e Zoo.

Sul fronte opposto hanno già preso posto circa 200/250 semplici tifosi che, con bandiere e sciarpe biancorosse, colorano il settore per ora orfano dei Blood Honour 98. Passano giusto pochi istanti che il botto di un petardo preannuncia l’arrivo degli ultras biancorossi: circa 200, fanno il loro ingresso con stendardi e bandiere al seguito, accolti da fischi e ululati del Piola intero. Si compattano dietro la pezza CN 98 e rispondono prontamente al “saluto” dei novaresi.

L’ingresso delle squadre in campo viene accolto dalla Nord con un fortissimo “Novara Novara” subito ripetuto a gran voce anche dallo stadio intero; i diversi bandieroni fanno sì che l’inizio sia a dir poco spettacolare. Anche gli ospiti accolgono l’entrata in campo della propria squadra con un fortissimo “Varese Varese” e con lo sventolio di numerose bandierine. Insomma un esordio degno delle più rosee aspettative, fermo restando la premessa fatta in apertura.

L’inizio di partita è spumeggiante, cori continui da una parte e dall’altra, al “Varesotto pezzo di m***a” rispondono i biancorossi con “Chi non salta novarese è”, cori che vengono seguiti da buona parte di entrambe le tifoserie. Si inizia veramente a fare un tifo di un certo livello, in rapida successione cori a ripetere dimostrano la voglia di questi ragazzi di sostenere la maglia.

Il tifo novarese risulta piuttosto coinvolgente, riuscendo a trascinare anche quelle persone che generalmente preferiscono godersi lo spettacolo sul campo, senza interagire nel sostegno alla causa. Rispondono i varesini con un susseguirsi di cori secchi alternati a cori più prolungati che evidenziano il perché della loro presenza: il Varese, la loro ragione di vita, soprattutto in questo momento delicato, dopo i cambi a livello dirigenziale che hanno fatto colare a picco la squadra nella zona play-out. A sfondo di questi cori fanno sventolare due bandieroni, uno più piccolo con i colori sociali, mentre il secondo, più grosso e pesante, reca il simbolo dei BH 98, conferendo una nota di colore davvero ragguardevole, assieme ad un buon numero di bandierine sventolate per tutti i 90 minuti di gioco.

Come al solito, il rilancio del portiere avversario, soprattutto nel primo tempo in cui lo stesso difende i pali proprio sotto la Curva novarese, è accompagnato dagli Ultras azzurri al grido “Oooh Bastardo!”. Fatta questa divagazione sulle origini del portiere, la Nord torna a sostenere i ragazzi chiedendo la vittoria per loro stessi. Anche i varesini non mancano di sottolineare l’ambigua origine dell’estremo novarese ad ogni suo rilancio: il campanilismo è anche questo.

La partita però non riflette quanto si sta facendo sugli spalti, da ambedue le parti: poche occasioni, è la paura di vincere a farla da padrone; solo al 34′ il Piola vive momenti difficili, quando Pavoletti si fa murare da Kosicky in uscita, che mantiene il punteggio in parità. Urlo in gola strozzato per i varesini e pericolo scampato per il Novara.

Il secondo tempo si apre con i padroni di casa che ricordano due ultras novaresi prematuramente scomparsi, come avviene in tutte le partite per onorare amici e compagni di tifo che li guardano dall’alto. Dopo qualche bordata di fischi per rifiatare e disturbare il possesso palla avversario, gli ultras azzurri ripartono con cori prolungati che evidenziano la loro presenza allo stadio per la squadra e per sottolineare che saranno sempre al fianco dei propri colori, nella buona e nella cattiva sorte. Vengono inoltre ricordati i gemellati di Rimini. Forse per svegliare gli animi e sgranchire le gambe dell’intero stadio, la curva ripropone “Chi non salta varesotto è” il cui risultato è buono, infatti tutta la Nord e parte degli altri settori dello stadio saltellano al ritmo del coro proposto, ma l’entusiasmo si spegne con il dissolversi del motivo. Il calo vocale dei novaresi, che hanno comunque speso molto nel primo tempo, viene enfatizzato dai varesini con un bel “Se il tifo non ce l’hai te lo facciamo noi…” il cui resto lo immaginerete benissimo.

Ripresi dallo sforzo vocale, i novaresi tornano a tifare, anche se è netto il calo della voce: gli occasionali si sentono e a cantare resta il solito zoccolo duro, che anche senza voce sostiene i propri colori, chiedendo a più riprese il gol che sbloccherebbe la partita. Lo sforzo profuso si traduce in un dominio senza mai colpo ferire della propria squadra. Un boato quando il Varese rimane in inferiorità numerica e nuova benzina nei serbatoi novaresi che cercano ancora di coinvolgere tutto lo stadio per il bene della squadra.

Anche gli ospiti patiscono un fisiologico calo nel tifo, a cantare resta la parte ultras del settore: oltre che cori di sostegno alla maglia, si canta anche contro la repressione, sempre più forte, e contro la Lega, rea, a loro dire, di aver affidato questa partita ad un arbitro poco adatto. Anche l’attenzione degli ultras novaresi e dello stadio intero si catalizza contro il direttore di gara, per un episodio molto dubbio lasciato però correre.

Visto il calo del tifo, gli ultras etichettano senza troppi giri di parole (Chi non canta e un figlio di p****, chi non canta va a veder Vercelli…) quanti non sono interessati a cantare per gli azzurri, coro forse un po’ forte nei toni ma giusto, perché chi è in curva a cantare lo deve fare fino al 90’ e non mollare al primo errore della squadra.

La partita volge al termine e tra “un dove sono gli ultra” dei varesini e risposte a tono dei novaresi, c’è solo il tempo per la traversa su punizione di Lepiller, che stavolta fa gridare al gol i 9000 del Piola.

Finisce in parità, tutto come prima e spareggi salvezza sempre più probabili tra le due squadre. I calciatori applaudono alle curve che li hanno sostenuti per tutti i 90′ e qualche biancorosso riceve la maglia a ricordo della trasferta.

Bella la prova dei novaresi, peccato che le tante presenze siano solo di passaggio. Bel colore e partecipazione che cala nel secondo tempo, visto il numero di occasionali sugli spalti.

Curva ospite che crea un bel colore per tutta la partita, instancabili gli ultras che cantano fino alla fine e salutano con un altro petardo l’odiata Novara.

Alessio Farinelli.