Impossibile non parlare di derby quando si incontrano due centri, entrambi importantissimi per l’economia di confine svizzera verso l’Italia, distanti appena sette chilometri, le cui storie si intrecciano giorno dopo giorno. Chiasso e Mendrisio, appunto.
Nomi conosciutissimi in Lombardia: Mendrisio per il suo casinò e per Fox Town (l’outlet che fu anche, poco tempo fa, main sponsor della Pallacanestro Cantù), Chiasso perché è un punto di confine quasi leggendario nell’immaginario italico, spesso agli onori della cronaca per classiche storie di dogana e, in un passato più affascinante, per l’epopea del contrabbando.
15.000 abitanti Mendrisio, un comune in lenta ma inesorabile crescita; 8.000 Chiasso, alle prese con i problemi che l’economia autoctona ha a causa della critica e competitiva situazione di frontiera estrema. La possibilità, infine, di una futura unificazione comunale, nell’ambito di una riduzione, in tutto il Cantone, a soli 23 comuni (a fronte dei 135 attuali, e basti pensare che nel 2000 erano 245).
Mendrisio e Chiasso, inevitabilmente, sono due storie di calcio che è quasi impossibile non intrecciare, anche se non troppo. Come appena accennato, il boom demografico ed economico di Mendrisio è abbastanza recente, almeno rispetto a Chiasso, e la squadra locale non ha mai brillato eccessivamente nel contesto elvetico. Si è arrivati, al massimo, a qualche apparizione in Serie B, l’ultima nel lontanissimo 1985, più qualche bella figura in Coppa Svizzera. Poi tanta terza serie elvetica, la 1.Liga, diventata, un anno fa, quarta serie a causa della riforma dei campionati e dell’istituzione della 1.Liga Promotion, nella quale i nero-bianco-rossi non sono rientrati.
Il Chiasso, invece, a livello di tradizione è qualcosa di forse unico in tutta la Svizzera, specie se si pensa all’esiguo numero di abitanti. In pochi lo sanno, ma dal 1908 al 1923 il Chiasso ottenne la partecipazione al campionato italiano, con discreti risultati, fino a tornare nell’ovile confederale in pianta stabile. Negli anni ’50 del secolo scorso, incredibilmente, il boom, col Chiasso in Serie A e, persino, un secondo e terzo posto. Poi, per i rossoblu, tanta Serie B, ma anche ritorni in Serie A con giocatori illustri come Altafini (arrivato nel club, a dire la verità, oltre i 35 anni, per rimanervi, comunque, tre stagioni. Da dire, comunque, che Altafini chiuse la carriera, nella stagione 1979/80, proprio nel Mendrisio). Ultima apparizione del Chiasso in Serie A nel 1992. Va da sé che non siano stati tantissimi i punti di contatto tra i due club negli ultimi anni, anche se l’ultima sfida, in 1.Liga, risale a cinque anni fa, prima del nuovo volo del Chiasso verso la Serie B svizzera.
Ovviamente, la sfida che a noi più interessa è quella tra le due tifoserie. Del Chiasso abbiamo parlato in tanti articoli, introducendo la storia dei suoi ultras e, più in particolare, del GACS, gruppo che attualmente boicotta le partite in casa per presenziare solo in trasferta, in segno di protesta per il piano di ristrutturazione della loro Curva Sud.
Più complesso il discorso di Mendrisio. Sapevo dell’esistenza di un gruppo, il North Side 2007. Di loro scritte, in giro per la città, ne ho sempre visto. Tuttavia, nonostante qualche ragazzo a tifare con qualche bandiera, durante le mie poche sortite di passaggio, nelle due ultime due stagioni, non ho mai notato striscioni e la presenza di un tifo organizzato nel vero senso della parola. Ho il sentore, comunque, che questa sarà la volta buona. Tanto che, controcorrente, tra Vedeggio-Grasshoppers, che si gioca in contemporanea a 15 chilometri da Mendrisio, e il derby del Basso Ceresio, ho scelto proprio quest’ultimo.
Ormai è inutile scommettere sul meteo in queste zone. Le previsioni, almeno oggi, davano una giornata di assoluta tregua, tranne poi ritrovarsi con una giornata incerta ed ancora bagnata dalla pioggia. Fortunatamente, nel pomeriggio, si intravedono margini di miglioramento, consentendomi di andare sereno alla partita.
Per evitare il tradizionale traffico del Sabato alla dogana di Chiasso (dove si creano sempre lunghe code perché le guardie di confine svizzere si “divertono” a fermare in massa auto ticinesi, per vedere se sono in regola sui limiti massimi doganali sulla spesa fatta in Italia, come per esempio alcool e carne), mi affido al rapido valico di confine di Val Mulini, dove a fermare il traffico ci sono solo dei finanzieri italiani in senso opposto, e nessuno sul versante elvetico.
Qualche stradina secondaria e mi ritrovo in pochi minuti a Mendrisio, città ormai invasa dal traffico che sta, per forza di cose, rivoluzionando completamente le proprie arterie, uscita autostradale compresa. È cambiato persino il parcheggio dello stadio, per come me lo ricordavo: prima era un semplice piazzale in asfalto dietro alla tribuna scoperta, ora è diventata un’area di sosta a pagamento con tanto di sbarre di ingresso ed uscita. La fortuna vuole che il Sabato e Domenica questo parcheggio resti gratuito, e la scritta “Gratis” campeggia sul tabellone luminoso che ne indica l’ingresso.
Ritiro senza difficoltà il mio accredito e, per la prima volta, sono dentro il manto erboso del Comunale, con le sue due tribune (una, più piccola, coperta, e l’altra, scoperta, piuttosto ampia) e tanto spazio verde su cui distendersi, magari in giornate come questa. Non mancano le classiche buvette, che oggi prevedono menù di lago, e le immancabili birre che vengono acquistate da gente di ogni età e provenienza sociale.
Il colpo d’occhio sugli spalti, a primissimo impatto, non è male. Si vede che ci sono tante persone sugli spalti, ed entrambe le tifoserie hanno già preso posto, nonostante manchi mezz’ora abbondante al fischio d’inizio.
Le due fazioni sono sulla stessa tribuna, divise da una zona cuscinetto fatta in metallo. I GACS del Chiasso hanno già messo il loro striscione e, più in generale, il settore ospiti registra un buon movimento in termini numerici.
Prendo per la prima volta contatto, invece, con la realtà ultras del Mendrisio. Lo striscione centrale, “Fattanza”, quello più defilato “North Side” e tutta una serie di altri striscioni e stendardi appesi non lasciano alcun dubbio sulla colorazione politica della curva. Mi sorprende il fatto che una tifoseria che non ho ancora mai visto all’opera vanti così tanto materiale al seguito, compresi dei bei bandieroni, segno che ciò che sto vedendo oggi non nasce dal nulla ed in base alla singola circostanza.
I primi cori, da una parte e dall’altra, durante la fase di riscaldamento, sono piuttosto timidi, anche se sono gli ospiti a compattarsi per primi.
Alle ore 18:00 la partita comincia. I ragazzi di Mendrisio colorano il loro settore, coprendolo con un “copricurva” coi loro colori sociali e sventolando, in prima linea, i loro bandieroni. Riarrotolato il copricurva, spazio ad una fitta fumogenata, che completa la coreografia.
Nulla da segnalare, invece, sul fronte ospiti, dove i GACS rispondono compattandosi e iniziando subito un tifo di notevole intensità. So che, almeno inizialmente, l’entusiasmo dovrebbe essere di casa, quindi mi sposto sotto il settore dei locali che tifano da subito, ma fanno una certa fatica a far gruppo come si deve.
Non sono fortunato, visto che già al 7° Baldovaliev, l’attaccante macedone del Chiasso, mostra i muscoli e gonfia la rete mendrisiotta: può esultare il settore del Chiasso, e i suoi ultras non fanno una piega, continuando su note alte e senza soste. La sorpresa, semmai, arriva dalla parte opposta: non solo i tifosi locali non mollano di un centimetro, ma aumentano il loro sostegno, risultando persino più compatti, grazie anche a qualche elemento in più arrivato in ritardo rispetto all’inizio.
Il tifo di Fattanza e compagnia sembra migliorare di minuto in minuto, e sicuramente fanno il loro gioco i bei bandieroni sventolati veramente in maniera continua e spesso, senza tanti complimenti, in faccia ai semplici spettatori seduti, che comunque non sembrano protestare.
Anche il Mendrisio, dopo lo smarrimento iniziale, prende coraggio e comincia a farsi vedere in avanti, smorzando la spinta ospite. Sul fronte del tifo impressionano veramente i rossoblu, non solo capaci di un buon sostegno, ma anche piuttosto bravi nel tenere molti cori a lungo, sempre con le mani alzate sopra alle spalle.
Per quel che riguarda la rivalità sono i padroni di casa a mandare per primi a quel paese gli ospiti, i quali, comunque, a parte qualche minimo scambio verbale, non sembrano mostrare nessun interesse alla questione.
Il primo tempo finisce 0-1, in un contesto gradevole sia in campo che sugli spalti. A tale proposito, le presenze totali dovrebbero aggirarsi intorno al migliaio.
Nel secondo tempo, per un discorso di equità, mi porto sotto al settore ospiti. Il tifo, per entrambe le tifoserie, riinizia da subito e senza soste. Continuano la loro prova compatta ed intensa i GACS, che quest’oggi, rispetto a quanto visto personalmente dalla stessa tifoseria in passato, mi sembra che offrano un repertorio vocale molto più ampio.
Anche i locali, comunque, spaziano parecchio tra diversi cori: se, da una parte, la tifoseria del Mendrisio potrebbe non essere molto continua nelle presenze stagionali, tra le fila c’è sicuramente più di qualcuno che mastica regolarmente lo stadio. In ogni caso, nonostante l’ottima prova ospite, riesco spesso a sentire gli acuti della tifoseria locale, come deve essere in un vero derby.
Continuano le provocazioni degli ultras del Mendrisio, ma i GACS continuano a passare oltre. Nitidamente, dal gruppo locale, si sente un “Rispettiamo solo Via Bossi”, una delle vie principali di Chiasso ma, almeno in base alle mie nozioni, ne ignoro il motivo, anche se potrebbe essere legato a qualche fatto politico. Va detto, comunque, che, nonostante l’ampia simbologia non nasconda assolutamente lo schieramento a sinistra dei ragazzi di Mendrisio, i cori sono sempre e comunque per la squadra e, di tanto in tanto, contro Chiasso.
La partita sembra cominciare ad essere veramente in bilico, col Mendrisio che prende persino un palo in un momento di forcing. Il più blasonato Chiasso soffre ma, a 12 minuti dalla fine, trova il raddoppio con Reclari. I giochi in campo sono finiti e le tifoserie danno fuoco alle ultime polveri, nel vero senso della parola. Anche su sponda ospite viene acceso un fumogeno rosso e i locali, dopo un po’, imitano il gesto, forse consapevoli che un gol della loro squadra diventa un’ipotesi sempre più lontana.
Con pochissimo recupero, l’arbitro decreta la fine, regalando tanti applausi soprattutto ai giocatori di casa, che ce l’hanno messa tutta per colmare il gap tecnico, rendendo la partita incerta quasi fino all’ultimo.
Possono essere soddisfatti anche i tifosi ospiti: partite come questa, spesso, sono vere e proprie trappole e, Serie A esclusa, in Svizzera due categorie di differenza possono dire tutto come niente. Il bello della Coppa Svizzera è proprio questo. Basti pensare che, a poca distanza il Grasshoppers ha sofferto tremendamente contro il Vedeggio (1.Lega Amatori Ticinese, sesta serie svizzera), vincendo appena 0-2 e coi locali che hanno preso, in apertura, persino un palo. Siamo ben lontani dal copione già scritto della Coppa Italia. E oggi è ancora Sabato: domani un’altra partita di Coppa mi attende.
Stefano Severi.
- Mendrisio-Chiasso 0-2, Coppa Svizzera 2014/15
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