L’ultima giornata di andata del girone B dell’Eccellenza laziale, propone il derby tra i sodalizi di due città che distano appena sette chilometri: Formia e Gaeta.
Prima di iniziare la tifocronaca, ritengo necessario premettere un dato: il Formia, a partire dalla scorsa stagione, non disputa più le proprie partite interne nello storico “Nicola Perrone”, bensì nel nuovo “Comunale” di Maranola, frazione dell’importante cittadina tirrenica. Un trasferimento che certamente il blasonato Formia non meritava: con tutto il rispetto per il nuovo impianto, quest’ultimo – a mio avviso – non potrà mai reggere il confronto con la tradizionale e gloriosa casa dei calciofili formiani, quel “Nicola Perrone” appunto, teatro di grandi storie e sfide, che considero una delle arene calcistiche più belle della regione e non solo; uno stadio dall’affascinante architettura british, dalle vetuste gradinate prossime al campo e dal manto verde in erba naturale, che emette profumi soavi per i puristi del vecchio football, contrariamente all’artificiale odore di gomma che promana dal sintetico (adottato, ahinoi, sempre più ad ogni latitudine, anche a Maranola, dove – climaticamente parlando – non ce n’è bisogno: rimando alla voce “paesi mediterranei”).
La nuova dimora dei Blues è comunque abbastanza capiente: presenta un’ampia tribuna, suddivisa in due settori (uno per i locali, l’altro – molto ampio – per gli ospiti) e due curve, di cui una inutilizzata, l’altra occupata dagli Ultras formiani. Una nota positiva è che dalla tribuna si gode di un panorama eccezionale che abbraccia l’intero Golfo, mentre guardando al lato opposto domina la vista il piccolo ma grazioso borgo di Maranola (un castrum medievale che appare per la prima volta nella Storia nell’anno 1029).
Terminato questo lungo ma necessario preambolo topografico, vengo alla sfida odierna. Segnalo subito che il settore ospiti registra soltanto la presenza di semplici appassionati che assistono alla partita passivamente, senza alcuna traccia di tifo organizzato biancorosso: per questo motivo, rivolgo la mia attenzione esclusivamente alla “Curva Coni” e alla partita in campo.
L’ultima volta che vidi i Formiani fu il 23 novembre 2014: si giocava Priverno – Formia, sfida valevole per la Promozione laziale (ero a bordo campo). Gli Ultras tirrenici si presentarono in ottimo numero, tifando per tutta la partita ed esultando insieme alla squadra al gol del 3 – 2 ospite su calcio di rigore, nei minuti finali: mi fecero davvero un’ottima impressione, sia visivamente che acusticamente.
Tale reminiscenza mi offre l’occasione per sottolineare il costante attaccamento al Club dimostrato dagli Ultras della “Curva Coni” in tutti questi anni di buio calcistico da cui la loro squadra non riesce proprio ad uscire: l’ultimo campionato nazionale disputato dalla compagine biancoceleste, infatti, risale addirittura alla metà degli anni Novanta, quando i Tirrenici furono sconfitti dai Pugliesi del Bisceglie nello spareggio salvezza del girone G dell’allora Campionato Nazionale Dilettanti. Da quella data, gli Ultras formiani hanno dovuto subire l’inferno rappresentato da un ventennio di categorie regionali tra Eccellenza e Promozione; ciò nonostante, la presenza dei tifosi al fianco della squadra, sia in casa che in trasferta, non è mai venuta meno.
Ma è il momento di tornare al presente. Giungo presso l’impianto formiano quando manca pochissimo al calcio d’inizio, a causa di un ritardo nella tabella di marcia, che mi costringe a seguire il match dalla gradinata e non da bordo campo.
Appesi sulla recinzione i loro drappi ben curati nei dettagli, i Formiani salutano l’ingresso in campo delle squadre con una fumogenata blu, accompagnata dall’accensione di qualche luminaria: l’effetto che ne risulta è affascinante e rimanda con la mente agli spettacoli in voga ogni domenica nelle curve italiane dei tempi passati. La coltre di fumo lascia intravvedere i numerosi bandieroni di ottima fattura, mentre al di là di essa si distende il mare azzurro solcato dalle imbarcazioni: coreografia davvero ben riuscita.
Per tutta la partita, il tifo formiano è incessante. Dal punto di vista visivo segnalo: il continuo sventolio di bandieroni e bandierine, un “due aste” tenuto quasi sempre in alto, diversi battimani e mani alzate, vari cori realizzati con tutti i presenti abbracciati, un’altra torcia accesa alla metà della ripresa e la compattezza generale del settore; quanto ai cori, oltre a quelli contro le tifoserie rivali e uno per i diffidati, ne vengono intonati moltissimi per la squadra e soprattutto per la città.
Gli Ultras formiani esaltano spesso la propria origine marinara, ad esempio quando cantano: “noi siamo un popolo fiero, antica città di mare…”. Tra cori a rispondere ed altri tenuti a lungo – come un “forza Formia facci un gol” scandito lentamente alla maniera veronese e mantenuto per molto tempo -, il sostegno vocale ai giocatori in campo non manca mai.
Bella l’esultanza all’unico gol di giornata, siglato al 41’, quando il Formia si porta in vantaggio con un calcio di rigore realizzato da Zaccaro, bravo a spiazzare l’estremo ospite con un tiro potente e deciso che si insacca centralmente in rete: peccato che la squadra non corra fin sotto al settore caldo per festeggiare insieme ai propri sostenitori (vedere i giocatori che abbracciano i tifosi dopo un gol è per me lo spettacolo più bello che questo sport possa offrire). Ciò avviene a fine partita, quando gli uomini oggi in maglia gialla festeggiano sotto la “Coni” una vittoria di certo non facile e al tempo stesso importantissima, sia in vista del big – match di domenica prossima contro la capolista Cassino, sia in chiave classifica, dove il Formia raggiunge la settima posizione a quota 26, a pari punti col Pomezia.
Registro anche, con estrema gioia, che prima della partita il bravo calciatore formiano Andrea Scipione si reca sotto la “Coni” per raccogliere l’abbraccio e i cori di vicinanza dei suoi tifosi, che sempre lo hanno sostenuto nei momenti difficili seguiti all’incidente del maggio 2015: sono davvero felice di vedere il giovane calciatore con il sorriso disegnato sul volto!
Al triplice fischio, mentre gli atleti e i sostenitori formiani festeggiano insieme, arriva per me il momento di sistemare l’attrezzatura e intraprendere il viaggio di ritorno; il sole si corica dietro gli Aurunci e un’ombra gelida si proietta sul Golfo, mentre le prime tenebre della notte calano su una Formia infreddolita. La prima partita del 2017 è andata.
A. C.