La grande tradizione del “derby dell’Area Nord” tra Boys Caivanese ed Afragolese ha conosciuto annate di pausa interminabili, ma, quasi per uno scherzo del destino, ecco che vicissitudini societarie e congetture prettamente sportive, in meno di dodici mesi, hanno ridato alla storia i derby che sono mancati negli ultimi anni.

Era il 12 gennaio 2014 quando al “Vittorio Papa” di Cardito la neonata Afragolese ospitava (consentiteci il gergo sportivo, dato che il “Papa” si trova a pochi metri da Caivano) la rimaneggiata Boys Caivanese, imponendosi con un netto tre a zero. Nell’occasione, la limitata capienza della struttura carditese risultò un handicap che favorì ampiamente lo spettacolo: gradinate stracolme in ogni ordine di posto ed un tifo di ben altre categorie. Nell’occasione, più di duemila tifosi accorsero allo stadio per una “misera” Prima Categoria, quasi a suggellare, per chi ancora avesse dubbi, la voglia di calcio in questa terra, legata calcisticamente alla prima realtà partenopea, ma che mantiene comunque un proprio orgoglio, da difendere e sostenere.

Lo spettacolo fu poi riproposto qualche mese dopo, in occasione della gara di ritorno, in quel “maledetto” 3 maggio, una data che tutti ricorderanno per altre vicende nelle quali il mondo del tifo, del calcio, e dell’organizzazione di entrambi toccarono uno dei punti più bassi, senza ritorno. Anche quel Sabato, le due città parteciparono in massa all’evento sportivo, che consegnò ai rossoblu di Afragola il passepartout per la vittoria del campionato, al termine di una combattutissima partita, vinta di misura dagli ospiti. Entrambe le partite furono disputate in un clima di fratellanza, consolidatasi tra determinati gruppi in quella soleggiata giornata di gennaio.

Ed eccoci ad oggi, Sabato 29 novembre, dove alle ore 14:30 si disputa il terzo derby in dieci mesi.
Il calcio dilettantistico trova nel sottoscritto un interesse particolare: gli scenari non sono mai ben definiti e la possibilità di vedere situazioni capovolte nel giro di poco tempo risultano particolarmente interessanti, a dispetto di quelle delineate ed immutabili delle categorie professionistiche. In virtù di ciò, anche Boys Caivanese – Afragolese offre molti spunti di riflessione e di differenzazione rispetto ai descritti antecedenti match.

Tra i “punti fermi” della partita, in primis va menzionata la sede, ovvero il” Vittorio Papa” di Cardito, meta obbligata per le due società, deprivate delle proprie gloriose strutture cittadine, le quali sembrano sempre sul punto d’esser pronte, ma che invece restano cattedrali nel deserto, in situazioni spesso di abbandono, ferme li, senza essere sfruttate in alcun modo, a dimostrazione di quanto sia difficile fare calcio (e non solo) nella “Terra dei fuochi”. Già, “Terra dei fuochi” era proprio il termine che fu accostato al derby tra le due squadre, utilizzato dalla stampa, anche dal sottoscritto, e che ancora oggi può essere riproposto senza suscitare (ahinoi) scalpore. Infatti, le martoriate terre dell’Area Nord restano tali, senza interventi netti e mirati volti a risolvere le problematiche ambientali e sociali, come se la suddetta provincia partenopea fosse terra di nessuno, utile solo a riempirsi la bocca, e le promesse di matrice statale ne sono un emblematico esempio.

Eccetto questi due aspetti di rilevante importanza, il match si differenzia dagli altri prima di tutto per la situazione sportiva delle due squadre. Infatti, se nell’annata precedente l’Afragolese ha recitato il ruolo di regina del campionato, quest’anno, invece, tale ruolo spetta indiscutibilmente alla Boys, la quale, dopo aver ottenuto l’accesso al Campionato di Promozione attraverso l’entrata secondaria, ha imposto fin da subito la propria forza, ed il primato in classifica a quota 31 punti (figli di un pareggio e dieci vittorie consecutive) ne è la lampante prova. L’Afragolese, invece, penalizzata fortemente dal ritardo della consegna del “Moccia”, non ha rialzato la posta, mirando ai Play-Off, obiettivo per il quale è perennemente in corsa alla dodicesima giornata: infatti i rossoblu, tornati al successo dopo un attacco improvviso di “pareggite acuta”, hanno consolidato la terza posizione a 21 punti, vantando un’imbattibilità che lascia ben sperare per il prosieguo del torneo.

Oltre gli aspetti di natura sportiva, anche quelli tra le due tifoserie vanno presi ampiamente in considerazione. Se i due derby hanno sancito la fratellanza tra i supporter, oggi il rapporto tra le due tifoserie sembrerà essere caratterizzato da rispetto reciproco e forte amicizia, sentimenti ultraventennali tra le due piazze, nulla di più. Questa è la sensazione emersa a pochi giorni dalla partita, e le motivazioni sono da ricercare nella ristrutturazione degli ultras afragolesi, i quali hanno cambiato fortemente la propria geografia e gerarchia, tale da rinviare a tempi più maturi l’“aggiornamento” del rapporto di fratellanza tra le due tifoserie attive. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con l’amicizia ed il rispetto indiscussi ed indissolubili tra due città vicine ed unite nelle problematiche quotidiane.

Il “derby dell’Area Nord” richiama grande interesse non solo per chi in queste terre ci vive, ma anche per la stampa non locale, motivo per il quale le richieste d’accredito alla ultracentenaria società gialloverde saranno molte.

Alla vigilia del match, quando ormai tutto sembrava pronto, con giornalisti e tifosi organizzati a dovere, ecco il fulmine a ciel sereno delle 19:30: la partita è stata decretata a “porte chiuse”. Tralasciando la tardiva decisione del Prefetto, il quale a sole quindici ore dall’incontro ne chiudeva le porte, con 500 biglietti già venduti, la decisione è apparsa fin da subito inappropriata. Infatti, come più volte ribadito, il match si disputava tra due società e tifoserie amiche, e la stessa, non più di otto mesi fa, si giocava senza nemmeno una unità delle forze dell’ordine a presidiare campo e tribune.

Le società, in coro, nella tarda serata della vigilia, hanno presentato la documentazione idonea e sensibilizzato chi di dovere, riuscendo a far vincere il buon senso: si gioca a porte aperte!

Arrivati a Sabato, raggiungiamo lo stadio in netto anticipo, a circa un’ora dal fischio d’inizio.
Come ormai capita nelle ultime tre giornate, il “Papa” di Cardito è presidiato da tantissime forze dell’ordine in tenuta antisommossa, coadiuvate dalla Polizia Municipale.

All’esterno dell’impianto, oltre allo striscione dei Caivanesi “No alle porte chiuse!” (affisso molto probabilmente nelle ore serali del giorno prima), ci sono moltissimi sostenitori della Boys, nei pressi del “solito” bar. Che questo sia il loro giorno lo si capisce dall’entusiasmo che traspare fin da subito: birra, bandiere al vento e cori, giusto per riscaldare le corde vocali.

L’accesso al campo mai come questa volta risulterà difficile. La partita è sentita, e lo capiamo anche da come i commissari ed il direttore di gara tentino di scaricare a soggetti terzi la “responsabilità” del nostro ingresso sulla terra battuta. La procedura molto lunga e (consentiteci) insolita, mette in serio pericolo il nostro lavoro, ma alla fine riusciamo nell’ “impresa” di seguire il match da posizione privilegiata.
Il colpo d’occhio è davvero stupendo: il settore destinato ai Caivanesi impiegherà poco a riempirsi, mentre quello ospite destinato ai rossoblu ci metterà più tempo per offrire un colpo d’occhio altrettanto buono.
Fumogeni e materiale pirotecnico oggi sono tassativamente vietati, ma a colorare lo stadio ci pensano i Boys 01’ con una stupenda coreografia, semplice, non articolata, ma davvero di bell’impatto: cartoncini gialloverdi tenuti in alto a formare il mosaico immaginato e realizzato dai ragazzi di Caivano, i quali accompagnano la coreografia con un coro molto bello “Caivanese alè, Caivanese alè alè”.

Una classifica eccellente ed una prospettiva più dignitosa sono componenti fondamentali per risvegliare una piazza che da tempo ingoiava bocconi amari, ed anche lo stesso gruppo ultras ne trae benefici, con i Boys 01’ raddoppiati rispetto all’anno scorso.

Cori cantati, bandiere sempre al vento, tra le quali il teschio nero, sono le specialità della casa.
Il tifo dei padroni di casa raggiunge picchi impressionanti, ed i decibel sono molto alti per tutta la durata della partita. I Boys ’01, i quali hanno sempre presenziato anche quando l’alba era davvero lontana, raccolgono oggi i frutti del lavoro compiuto da oltre dieci anni.

Affianco ai padroni di casa, ecco gli afragolesi, entrati a pochissimi minuti dall’inizio. La nuova organizzazione è subito visibile dal posizionamento delle pezze. In prima linea l’ “Identità Ribelle”, che da un paio di settimane ha canalizzato il tifo rossoblu. Presenti anche gli altri gruppi, i Boys e gli Uap.
Gli afragolesi posizionatisi all’esterno della porzione di gradinata loro assegnata si compattano formando un quadrato nero. Un bandierone e qualche bandierina sono gli unici colori; all’ingresso in campo aprono lo striscione con su scritto “per l’orgoglio di una maglia, onorando la città”, il quale riprende il coro degli Uap. Il tifo Afragolese è cambiato molto rispetto agli ultimi tempi: cori a ripetere belli forti e battimani convinti si sono sostituiti alle sciarpate e sbandierate di qualche mese fa.

Saranno almeno un migliaio gli spettatori, con più della metà Caivanese. La partita tra la prima classificata e la terza è all’altezza della cornice di pubblico, con le due formazioni che si fronteggiano a viso aperto, senza far mancare momenti di tensioni per qualche intervento a limite. Lo spettacolo in campo mette in difficoltà tutti i giornalisti presenti, i quali non sanno se soffermarsi a guardare le tribune oppure assistere allo spettacolo all’inglese proposto dalle due compagini.

La prima frazione termina 0-0, ma con due legni per parte. Nei primi quarantacinque i caivanesi effettuano una prova impressionante. Favoriti dal numero riescono a farsi sentire anche a molti metri dall’impianto carditese. D’altro canto, anche i ragazzi di Afragola non fanno brutta figura, facendosi sentire a più riprese.
Al termine del primo tempo, su iniziativa caivanese, le due tifoserie si riuniscono nella zona divisoria. Incredibile ma vero, nonostante quarantacinque minuti a cantare i rispettivi ultras non sfruttano la pausa ma insieme cantano in segno di amicizia e rispetto. “Afragola – Caivano” è il coro più gettonato, ma non mancano cori nei confronti di qualche tifoseria non propriamente amica.

Nei secondi quarantacinque servirebbero dei goal per farci assistere alle esultanze, d’altronde nel calcio si vive per questo. Accontentati! Ed ecco prima il goal dell’Afragolese, seguito dal pareggio della Boys. Due goal accolti da due boati degni di partite di ben altre categorie, soprattutto quello dei padroni di casa.
Durante la seconda frazione di gioco gli Afragolesi (che avevano già attaccato alla balaustra uno striscione: “porte chiuse? canterò di più”) lanciano due messaggi: “La strada è lunga non ti fermare, dai afragolese continua a lottare”, targato I.R., e “Lotta da ultras!”, firmato Boys ’13.

La partita volge al termine, mentre i riflettori si accendono, sull’ 1-1. Mai risultato fu più giusto, con le due squadre che possono recriminare per le tante occasioni non sfruttate. Abbracci in campo, ed anche fuori, con le tifoserie pronte a brindare insieme per un altro fantastico derby vissuto, mentre qualche collega continua a domandarsi sbalordito: “ma è Promozione?”.

Testo: Andrea Visconti

Foto: Andrea Visconti ed Emilio Celotto

 

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