Dopo 6 anni è tornato il derby tra due compagini storiche della Calabria, il Cosenza ed il Catanzaro. L’ultimo precedente era risalente al 2008, ma in quel caso il divieto imposto ai tifosi del Catanzaro rese quel derby “incompleto”, quindi non un vero derby, a differenza di quello di oggi che vede contrapposti 10.000 cosentini ed un migliaio di catanzaresi.

Non ho sentito di scontri all’esterno tra le due fazioni, d’altronde il dispiegamento di forze dell’ordine rendeva qualsiasi “contatto” praticamente impossibile.

All’interno dello stadio i presupposti per una bella partita ci sono tutti. Coreografia imponente da parte cosentina, con tutta la curva a sbandierare bandierine rosse da un lato e blu dall’altro. Nel frattempo entrano i gruppi ultras catanzaresi, accompagnati da una bordata di fischi impressionante.

Da notare, su un palazzo che affaccia sul San Vito, una pezza con su scritto: “CZ merda”.

Inizia la partita in campo ed inizia anche quella sugli spalti: i giallorossi ospiti sfoderano una prestazione tutta voce, mani ed un paio di bombe carta; naturalmente tantissimi cori sono “dedicati” ai nemici cosentini. I momenti di massima goliardia sono rappresentati dai cori che riguardano Padre Fedele, storico tifoso rossoblu, ed ancora più goliardico è un tifoso catanzarese che si veste da suora, sempre per prendere in giro i cosentini sul frate, accusato tempo addietro proprio da una suora per molestie. Bella, infine, l’esposizione delle cinte nel settore ospiti, mentre si invitano i rivali allo scontro.

I padroni di casa sono stati autori di un vero e proprio festival dello striscione: “Ettore resisti”, il cui significato è facilmente immaginabile, poi “La suora è catanzarese” sempre sulle vicende di Padre Fedele. Ancora goliardia quando i cosentini espongono ai rivali un “Avete sbagliato stadio, qui non c’è nessun matrimonio, ridicoli”, chiaro riferimento al matrimonio all’interno del Ceravolo di uno dei loro leader storici.

Si continua con “Benvenuta Aurora” e “Ciao Mario vecchio cuore rossoblu”, altri due messaggi che non richiedono un grosso sforzo per intuirne la dedica. Anche il gruppo Amantea espone uno striscione contro i catanzaresi, oltre ad uno per ricordare il già citato Mario insieme ad un altro tifoso cosentino, Sergio.

Infine, da segnalare uno striscione per ricordare il centenario del Cosenza Calcio, firmato Longobardi.

Purtroppo lo spettacolo fornito in campo non è stato all’altezza di quello creato sugli spalti, ed il punteggio a reti inviolate non mi ha permesso di coronare questa mia trasferta in Calabria con una bella esultanza, né dell’una, né dell’altra tifoseria.

Emilio Celotto.