Il 28 Novembre è la data designata dalla Lega Italiana per la disputa del derby Veneto Venezia – Padova, valevole per la quindicesima giornata del campionato di Lega Pro 2016/2017, che per motivi di ordine pubblico si è deciso di giocare in un insolito Lunedì sera.

Telefono alla mano, ci si organizza fin da subito con gli amici Padovani per esserci in questo importantissimo derby che manca da ben sette anni (otto per i tifosi visto che nel 2009 gli era stata vietata la trasferta). E allora non appena finito il lavoro domenicale, si parte subito da Milano e con un giorno di anticipo si arriva a Padova, per vivere al meglio la tensione pre partita.

Come tutti i derby l’attesa è snervante, specie se sei dietro in classifica e vincendo ti porteresti solo a due lunghezze dalla capolista.

Ma l’attesa è finita ed arriva il grande giorno. Da Padova è un esodo, sono circa 1.000 i sostenitori biancoscudati al seguito della propria squadra, che arriveranno in Laguna con macchine, furgoncini ma soprattutto in treno, rivivendo quel romanticismo che negli ultimi anni manca molto in questo calcio malato.

Inizia la giornata e da buon groundhopper, ne approfitto subito per un mini tour della zona per vedere qualche “campaccio” di Serie D. Dopo aver visto lo “Stadio Comunale” di Castelfranco Veneto del Giorgione, “Il Gabbiano” di Campodarsego e lo stadio “Busa” di Vigontina San Paolo, mi appresto ad andare a trovare un amico all’Arcella di Padova, dove milita l’U.S. Arcella, società dilettantistica nata nel 1922 nel più grande quartiere di Padova.

La stessa nasce come società parrocchiale e lo è tutt’ora: la chiesa infatti sorge nel luogo preciso in cui morì Sant’Antonio. 

Nelle ultime due stagioni l’Arcella è stata promossa per due volte, passando dalla Seconda Categoria alla Promozione (che aveva disputato una sola volta nel lontano 1957) e adesso è prima in classifica nel girone C di Promozione Veneta. Per la cronaca, con questa maglia iniziò a giocare Luca Rossettini, difensore centrale del Torino.

Dopo questa breve visita, si iniziano a scaldare gli animi: tutti in centro in Piazza dei Signori, dove mi incontro con gli amici di Gruntopoli (fantacalcio veneto formato da 60 persone) e finalmente si inizia a bere! 1, 2, 3… 8 Campari! E dopo un pazzo pomeriggio con affannati ricordi nel centro Padovano, con cori ed incitamenti in favore della squadra biancoscudata, partiamo alla volta della laguna Veneziana.

Al nostro arrivo, ci accoglie subito un vento forte e gelido che poi proseguirà per tutta la serata.

La parte più bella della trasferta, all’isola di Sant’Elena, che la rende così speciale perché, per poter approdare allo stadio PierLuigi Penzo (il più vecchio stadio tra quelli in cui giocano società professionistiche italiane), occorre prendere il battello.

Così prendiamo la motonave speciale messa a disposizione appositamente per questo match, con tutti gli altri sostenitori biancorossi, e dopo ben 50 minuti di vento gelido ed in balia delle onde, arriviamo al Penzo dove, in un primo momento, si accende un piccolo screzio fra i tifosi ospiti e la polizia, placato sul nascere.

Inizia il derby, tutto esaurito e belle coreografie sia da parte della curva sud Veneziana, con un telo a strisce arancio-verde che ricopre tutto il settore, sia per gli ospiti, con tantissime bandiere biancoscudate e qualche torcia.

È proprio il Venezia, la squadra favoritissima dai pronostici, a passare in vantaggio, ma dopo solo 3 minuti il Padova la riacciuffa subito con un bellissimo calcio piazzato.

Sul finale di primo tempo invece, sono gli ospiti a passare in vantaggio con un rigore molto discusso, ma che da regolamento ci può stare.

Ospiti in visibilio con torce e bomboni che sottolineano l’euforia.

Tifosi di casa inferociti ma non solo loro, anche i giocatori e soprattutto il mister Filippo Inzaghi, ex bandiera del Milan.

Molti i cori e gli striscioni di sfottò tra le due tifoserie, in particolare i due esposti dai tifosi Padovani, il primo “Meticci“, per rimarcare la fusione tra Venezia e Mestre ed il secondo “Veneziani gran signori, coi schei dei zugadori“.

Via alla ripresa e dopo un forsennato pressing arancio-verde, e dopo aver colto un palo che è ancora lì che trema, è il Padova ad azzeccare un contropiede ad un minuto dal termine, portando il risultato sull’1-3 con il settore ospiti letteralmente in bolgia.

Squadra di casa che perde la testa e termina la partita con addirittura tre espulsioni.

Finisce così, in uno stracolmo “Penzo”, scaldato dai settemila presenti, nessun incidente post partita, ma tanto colore e tifo tra le due tifoserie.

Per il presidente del Venezia che aveva esordito quest’estate dicendo: “We’ll kick Padova ass” (Prenderemo il Padova a calci nel culo), non sarà stata di certo una bella serata visti i ben tre calcioni nel suo fondo schiena con cui ha inteso rispondere il Padova sul campo.

Federico Roccio.