Dopo la prima sconfitta in casa, la Centese ritorna a giocare tra le mura amiche contro il Progresso, squadra tra l’altro appena incontrata nella Coppa Italia di categoria.

Il tifo Centese questa volta si dà il classico appuntamento pre-partita direttamente dentro lo stadio, in occasione della “Festa dello sport” in cui imbastiscono una tavolata a base di gnocco fritto, prosciutto, salsiccia, pancetta, patatine fritte e tanto altro.

Fra una birra e l’altra si discute anche il disegno di una nuova pezza che probabilmente a breve vedrà il suo esordio; non si può, inoltre, non parlare anche della trasferta di Ravenna dei primi di ottobre, una della poche, se non l’unica, in casa di una realtà ultras di un certo spessore e di consolidata tradizione.

Questa volta in gradinata ci sono circa 50 persone (tra cui molte nuove leve) raccolte dietro le pezze di “B.D.C. Cento”, “Decima”, “L’alba dei giovani centesi”, “Viale Jolanda” ed “Alcool born to drink” che ogni tanto ricompare.

Piccola ulteriore nota positiva sta nel fatto che anche dalla tribuna questa volta hanno tifato in buon numero, certo parliamo di pubblico “normale” e non di ultras, ma nel loro piccolo si sono sentiti ed hanno dato il proprio apporto alla squadra.

Per tutta la partita il ritmo di un tamburo ha fatto da guida ad una buona serie di battimani e cori, supportati da fumogeni e petardi, con bandiere sempre al vento a conferire colore al settore.

La partita in campo finisce 0-0. Diverse le occasioni per entrambi, ma il vero protagonista, se non star indiscussa, è l’arbitro che dirige una gara molto discutibile su ambo i fronti. Tre gli espulsi (due per la Centese ed uno per il Progresso), allontanato dalla panchina anche un dirigente della squadra. La bordata di fischi ed offese di qualsiasi genere che hanno accompagnato tali decisioni, rendono l’idea dell’insoddisfazione oggettiva condivisa anche dal pubblico presente.

Fabio Bisio.