La Toscana è forse la regione che per antonomasia si ricollega mentalmente all’epoca dei Comuni. Ogni Comune costituiva una piccola nazione con i suoi usi e costumi così simili eppure così diversi dai propri vicini. E come ogni rapporto di vicinato, immancabilmente affioravano le divergenze che finivano per trasformarsi in scontri aperti nei casi più estremi.

Arezzo è un caso un po’ particolare, visto che una delle sue maggiori rivalità la proietta in chiave extra-regionale, verso l’Umbria e più precisamente Perugia. Ma anche all’ombra dei Campanili cittadini, sono tante le contrapposizioni locali, non ultima quella con Siena rinfocolata dall’ultimo derby di cui sono ancora freschi i ricordi della trasferta corsara e della coreografia con le maschere da rospi, a rivendicare goliardicamente il nomignolo con cui sono soliti etichettarli gli stessi Senesi.

Fra Arezzo e Lucchese non siamo all’apice dell’odio, ma l’astio fra le parti c’è e non manca di riaffiorare nemmeno in questa occasione, in cui – senza farsi troppo pregare – le due tifoserie si mandano vicendevolmente e ripetutamente messaggi di scarsa stima. Per usare un eufemismo.

Nel settore ospiti, inizialmente presente il solo striscione “IRR77”, per cui le ostilità vere e proprie si apriranno solo a partire dal quarto d’ora circa del primo tempo, allorquando faranno ingresso in blocco i gruppi principali del tifo rossonero. Bella la loro presenza, fanno un bel quadrato compatto all’interno del settore ospiti e lo coloreranno con un pugno di bandiere di ottima fattura. Balzano all’occhio alcune pezze, “La meglio gioventù” fra queste, capovolte in segno di protesta.

La Curva di casa viaggia sui suoi soliti numeri, con qualche vuoto laterale, fisiologico in un settore così ampio e dispersivo, ma si compatta anch’essa più che degnamente. Quest’oggi il senso di unità è reso ancora maggiore dalla scelta di esporre un unico striscione a rappresentanza di tutti, “Curva Sud Lauro Minghelli”, così come avviene ogni anno alla ricorrenza di quel maledetto 15 febbraio 2004 quando l’ex calciatore amaranto morì a causa della SLA. Sulla strana incidenza di questa malattia nel mondo del calcio, di gran lunga superiore rispetto al normale, se ne sono occupate fonti ben più autorevoli di un semplice sito di informazione sul tifo, ma di sicuro resta aperto il campo a tutta una serie di riflessioni molto importanti e preoccupanti. Ancor più preoccupante è che chi davvero dovrebbe farle queste riflessioni, chi avrebbe il potere per cambiare qualcosa o invertire in qualche modo la rotta, fa spallucce.

Tra le rivendicazioni della Curva, fuori dal settore si segnala lo striscione “Museo Amaranto subito!”, per cercare di sensibilizzare autorità sportive e politiche delegate allo sport, affinché il patrimonio storico e culturale annesso alla locale squadra di calcio venga valorizzato appieno.

In campo partita che si chiude con uno 0-0 deludente, soprattutto per i padroni di casa che non sanno approfittare del passo falso della capolista Alessandria.

Testo di Matteo Falcone.
Foto di Sauro Subbiani.