L’Italia centro settentrionale è stretta in un mix di tempeste, violenti scrosci di pioggia e allagamenti vari; la natura si ribella creando ingenti danni a cose e persone. In un clima non propriamente ideale, mettersi in viaggio diventa difficoltoso, autostrade chiuse e smottamenti sono all’ordine del giorno, così come qualche partita di calcio rimandata per comprovata impraticabilità di campo.

Livorno regge abbastanza bene l’urto della pioggia caduta nei giorni precedenti l’incontro ed anche durante la mattina della domenica. A ben vedere si gioca sotto un cielo che non promette nulla di buono ma che, in definitiva, non inzuppa i protagonisti. Giornata che non invoglia ad andare allo stadio ed in effetti in questo pomeriggio, così ad occhio, penso che si tocchi il minimo stagionale in fatto di presenze, con la gradinata che presenta larghissimi vuoti e con la curva che poggia su quel nucleo centrale che, pioggia o sole che sia, risulta sempre presente. Manca il contorno, l’appoggio del resto del pubblico che, tra le altre cose, viene invitato a partecipare ai cori, ma la risposta sarà tiepida.

Nonostante il brutto tempo che ha investito il Piemonte, direi buona la presenza degli ospiti che arrivano scaglionati in un paio di tronconi, con gli ultras che mettono piede nel settore ed appendono il proprio striscione in bella mostra proprio sul filo di lana, quando l’arbitro decreta il via alle ostilità.

Curva Nord che si poggia sul gruppo centrale, pochi fronzoli, poco colore ma tanta voce. I cori si focalizzano sull’incitamento alla squadra, si chiede a gran voce il gol e la vittoria ma a passare in vantaggio è la Pro Vercelli, grazie alla più classica delle autoreti. Nel settore ospiti gli ultras vercellesi danno sfoggio di compattezza, riescono a far quadrato dietro il proprio striscione, mentre qualche decina di persone si sistema più lontano dal gruppo per godersi beatamente l’incontro. Il momentaneo vantaggio mette benzina nel motore degli ospiti; malgrado i numero non eccelsi, riescono a farsi sentire in più di una circostanza, mantenendo un tifo continuo e raggiungendo qualche picco interessante con qualche coro a ripetere. La Curva Nord non demorde e continua ad incitare malgrado il restante pubblico rumoreggi più del dovuto. La squadra amaranto in campo va a corrente alternata, tra buone giocate ed errori madornali.

Se l’intervallo dovrebbe essere un periodo di riposo per far riposare le ugole, così non viene inteso da un manipolo di ospiti che, incuranti dell’assenza in campo delle squadre, continuano a cantare ed a tifare. Nella ripresa il tifo della Curva Nord viaggia tra alti e bassi. L’inizio è veemente, poi c’è qualche pausa piuttosto prolungata. Il nervosismo serpeggia in curva tanto che nasce un parapiglia che dura qualche minuto. Nel settore il tifo viaggia senza particolari problemi, la voce resta alta e tutto il gruppo partecipa ai cori. Quando si vuol far riposare le ugole, si parte con una sciarpata, ben fatta e parecchio prolungata, che permette di prendersi un attimo di riposo e donare un po’ di colore.

Sul campo il Livorno torna padrone del gioco, la Pro Vercelli resta troppo passiva e si fa infilare ben tre volte dagli avanti amaranto. Ora la Curva Nord, passati i dissidi interni, torna a ruggire ed a fasi sentire, riuscendo a coinvolgere nel tifo anche quelle persone disposte nelle zone laterali. Gli ospiti non si scompongono e riescono a tirar la carretta fino al fatidico novantesimo; un po’ di rabbia serpeggia tra di loro, tanto che un tifoso arriva a contatto con uno steward nella parte bassa della curva. Il litigio è prontamente interrotto dagli altri tifosi che intervengono per riportare la calma, ma il fatto non passa inosservato a telecamere e addetti alla sicurezza. Risultato? Indovinate voi.

Al triplice fischio finale è festa per il pubblico di fede amaranto, ma anche i giocatori in casacca bianca si prendono gli applausi dai propri ultras.

Valerio Poli