Questa non può essere la classica tifocronaca e – in tutta onestà – mi sentirei un pochino a disagio nel parlare di quello che questa partita doveva rappresentare e del clima di festa, tifo e passione che fino al 55′ ha avvolto il Bentegodi. Dell’esodo ferrarese, della rivalità, della lotta al vertice di un campionato sinora davvero bello e avvincente. Lo farò in un’altra occasione, me lo riprometto. Così come mi riprometto di approfondire ciò che veronesi e spallini, nella fattispecie, hanno saputo apportare alla Serie B e – indirettamente – a un calcio italiano sempre più grigio e bisognoso di marchi storici e blasonati.

Ma lasciatemi dire che queste righe le dedico esclusivamente a Pietro, il tifoso spallino accidentalmente caduto dal secondo anello al primo e ricoverato in queste ore presso l’ospedale di Verona. La mia non vuol essere retorica né pietismo, ma soltanto sincero rispetto per quanto accaduto. Rispetto per la sua famiglia e i suoi compagni di curva. E un po’ meno rispetto per chi, proprio in queste ore, ha cercato (come da costume) di cavalcare l’onda della tragedia sfiorata per infarcire i propri giornali di beceri scoop volti ad accalappiare qualche lettore e, manco a dirlo, chiaramente poco graditi da chi si è stretto attorno a Pietro sin dalla serata di lunedì. A loro va tutto il mio disprezzo e l’augurio di non capitare mai personalmente in simili situazioni, per non saggiare cosa vuol dire esser vittime di una maniera infame e cinica (oltre che inutile) di fare informazione.

Di questa serata divenuta tetra e sinistra, con gli striscioni ritirati e il silenzio che man mano ha preso forma su buona parte delle gradinate, restano comunque i comportamenti signorili di gran parte della stampa presente al mio fianco e facente riferimento alle due squadre. Ho visto sincera preoccupazione e pochissima voglia di far sciacallaggio sull’accaduto. E questo, in un mondo che va in senso diametralmente opposto, lo ritengo davvero un qualcosa di meritevole. Così come lodevole è il comportamento del presidente della Spal, il quale ci ha tenuto subito a precisare come il ragazzo fosse “un buono” oltre che un leader del tifo organizzato. Dai suoi occhi è chiaramente trasparito un concetto: “Non vi azzardate a calcare i soliti sproloqui sui ragazzi di curva”. E anche qua, considerato chi sono la stragrande maggioranza dei presidenti italiani, non si può che sottolineare un simile atteggiamento.

Adesso possiamo soltanto aspettare buone novelle e fare gli auguri di pronta guarigione a Pietro. La tua Curva Ovest ti aspetta. Ancora sulla balaustra per sventolare il tuo bandierone!

Simone Meloni.