È una stagione di Serie A che vede un paio di ingressi inediti e per certi versi inattesi: Frosinone e Carpi hanno ottenuto il lasciapassare per il gotha del calcio, dove si presentano desiderosi di vender cara la pelle, affiancando altre due squadre che rappresentano il calcio minore, ma non per questo inadatte al massimo campionato.

Empoli e Chievo Verona è da oltre un decennio che stazionano nell’Olimpo: squadre costruite con oculatezza, dirigenti competenti e soprattutto poche pressioni; una partita persa non diventa un dramma ed una retrocessione non intacca quella programmazione che punta sulla crescita del settore giovanile, fornendo sempre nuova linfa alla prima squadra. Poi un paio di individualità ed il senso di “gruppo” fanno il resto.

Se c’è curiosità di fronte alle tifoserie di Carpi e Frosinone, molta meno attesa si respira quando sui gradoni ci sono gli ultras di Empoli e Chievo, realtà che ormai si conoscono a menadito. Questa sera, per la gara d’esordio della nuova stagione, Empoli e Chievo Verona si trovano di fronte e come al solito sugli spalti la gara è animata da quegli ultras e da quei tifosi che, in fatto di sacrifici, non sono secondi a nessuno.

Essere ultras in una piccola realtà ha i suoi vantaggi, ma innumerevoli sono pure i punti a sfavore, dai numeri non sempre sufficienti, ad una reale difficoltà nel viaggiare fino ad arrivare, aspetto non proprio secondario, alla difficoltà di tirare avanti la baracca nel caso di qualche provvedimento proveniente dalla questura di turno.

Ad Empoli è stato toccato il record di abbonati, c’è euforia malgrado una campagna acquisti che ha visto partire alcuni protagonisti della scorsa stagione, primo fra tutti mister Sarri. Comunque, per questo esordio casalingo, si contano circa ottomila persone: cifra di tutto rispetto considerando la realtà Empolese.

Desperados come al solito a guidare il tifo degli ultras azzurri, anche se in questa serata l’apporto del pubblico della Maratona è notevole e comunque non si poggia, come in altre occasione del passato, solo sul nocciolo duro degli ultras. Alcuni battimani trovano larga partecipazione e specialmente nella prima frazione, il pubblico si lascia trascinare abbastanza volentieri al sostegno alla squadra. A livello di colore poco da segnalare: un bandierone, qualche bandierina ed un paio di due aste.

I Clivensi giungono in Toscana a bordo di un paio di bus e di qualche auto privata. I North Side si fanno subito notare per le t-shirt gialle “Curva Nord Chievo” che creano una macchia facilmente individuabile. Dietro la loro pezza fanno gruppo fin dalle prime battute e cercano di farsi sentire. Al loro fianco, ma a qualche metro di distanza, si posizionano i Gate 7, numericamente inferiori rispetto ai conterranei, ma pure loro cercano di lasciare il segno. Non sempre i due gruppi lanciano lo stesso coro, spesso si alternano e decidono separatamente cosa cantare: sicuramente questo disperde un po’ il potenziale, ed anche il tifo in alcune fasi ne risente. In effetti i momenti di silenzio non sono rari, soprattutto nella prima frazione, quando la squadra fatica a fare gioco e sembra in completa balia dell’Empoli. Nella ripresa, complice anche la prestazione del Chievo, gli ultras incidono di più sulla gara e si fanno sentire con maggior intensità, anche se rimane sullo sfondo quella divisione che sembra essere un freno a mano.

I padroni di casa vedono la squadra naufragare, subendo tre reti nei secondi quarantacinque minuti, ma nonostante ciò restano al fianco degli undici in campo, sostenendoli fino al novantesimo.

Da segnalare lo striscione firmato Desperados contro il sindaco, colpevole, secondo gli ultras, di non agevolare il progetto del nuovo stadio. Un paio di cori contro il primo cittadino trovano ampio consenso in buona parte della Maratona, segno che gli sportivi empolesi hanno le idee ben chiare sull’argomento.

Valerio Poli.