Sembra superfluo ricordare cosa stanno passando le curve romane, sponda romanista e sponda laziale, divise, spogliate delle loro tradizioni, solo in nome di quella sicurezza che ci vogliono inculcare, costi quel che costi, anche rinunciando a quel po’ di libertà che si respirava in curva.

E via di tanto in tanto a ricordare come sono importanti gli spettatori negli stadi, spettatori che però devono essere principalmente clienti, devono spendere, godersi la partita, applaudire le giocate e soprattutto non contestare.

Vogliono delle marionette e chi non sta al loro gioco viene bandito. Per ottenere tale scopo si raggiungono livelli di repressione assurdi oppure, caso Roma, si depotenzia la curva, la si argina al proprio interno, si suddivide il settore per un ipotetico miglioramento del controllo visivo di chi la vive.

Poi fai da spettatore alla Curva Sud formato trasferta e ti accorgi di come il tifo delle curve italiane ha ben poco da invidiare a quello estero, di come veniamo presi da modello anche dagli inglesi fedeli alla Regina e alle loro terraces, di come i nostri stadi potrebbero rivivere i vecchi fasti agevolando il pubblico ad entrare e a tornare a vivere i gradoni.

Invece si viaggia sempre in direzione contraria, ostinatamente, vietando, vietando ed ancora vietando perché di proposte ragionate se ne sentono ben poche ed in nome della sicurezza personale è bene vietare. Vietare senza senso ovviamente con il beneplacito degli addetti ai lavori, dei soliti “santoni” del calcio e di buona parte della classe politica nazionale che evidentemente usa il pugno duro solamente con determinate categorie di persone.

Ma il tifo romanista è vivo e in questo pomeriggio e, semmai ce ne fosse bisogno, lo dimostra.

Settore ospite preso d’assalto e presenze che vanno oltre la mia aspettativa, i romanisti trovano posto anche nel rettilineo di tribuna per una presenza assai corposa. Sono principalmente due gli spicchi dove si ritrova la parte più attiva del tifo giallorosso: in uno si notano le pezze della Curva Nord e dei Fedayn, nell’altro ci sono le diverse anime della Curva Sud.

Qualche minuto prima del via si alzano i primi cori dei romanisti che mettono subito in chiaro i rapporti con gli avversari e con buona parte delle tifoserie toscane: “E le toscane puttane puttane puttane, i loro figli conigli, conigli, conigli!”. Se il coro viene intonato da buona parte dei tifosi, quando l’organizzazione si fa capillare, ecco che si mette sul piatto della bilancia immediatamente la patata bollente, perciò “Questa curva non si divide” è cantato a squarciagola sia dagli ultras, sia da quei tifosi che evidentemente sono assai poco contenti della decisione presa dal prefetto. Prefetto Gabrielli che si prende il proprio coro personale, dedica che magari non sarà proprio graditissima ma che appare scontata.

Arriva il momento dell’ingresso in campo delle squadre. Nel settore ospiti bandiere e bandiere a due aste sono un bel vedere mentre in Maratona qualche bandierone ravviva l’ambiente.

Se i romanisti spiccano come numero di presenze, in questo pomeriggio anche gli empolesi della Maratona non scherzano. I DESPERADOS tirano le fila del tifo ben coadiuvati dal resto del pubblico che sembra tenere più del dovuto a questa partita.

Il tifo di marca azzurra parte subito bene e non delude, pur tra qualche pausa riesce ad essere incisivo con un bel numero di persone che partecipa attivamente. A livello di colore poco da segnalare, i bandieroni vengono riproposti per buona parte dell’incontro mentre qualche bandierina spunta di tanto in tanto ad accentuare l’azzurro.

Accanto agli empolesi, in questo pomeriggio trovano posto una decina di Boys Parma, presenza che non passerà inosservata alla tifoseria romanista che avrà parole poco carine anche per i ducali. Le offese reciproche non mancano, la rivalità è sentita perciò di tanto in tanto ci si prende a male parole.

Romanisti che hanno il problema di coordinare la massa di persone a loro disposizione, ma il tifo resta vivo e continuo. Raramente si assiste a due cori che si sovrappongono e, quando questo succede, dalla balaustra si offrono le indicazioni necessarie per far si di convogliare le forze in una sola direzione.

I giallorossi non mancano di mettere nero su bianco ancora la questione della divisione della curva, perciò nella seconda frazione si alza uno striscione tenuto in mano per diversi minuti: “Sarà bellissimo viaggiare insieme…per poi tornare in Sud senza barriere!”.

Sul campo la partita non si sblocca e sulle gradinate gli empolesi sembrano credere alla possibilità di strappare un punto: il loro tifo prosegue instancabile fino al novantesimo con qualche bel picco. Doveroso segnalare l’esposizione dello striscione per Skrondo, ultras perugino deceduto e per rimanere in tema di gemellaggi, i cori rivolti agli amici di Parma.

Romanisti che non si demoralizzano, anzi, fanno un finale di gara veramente su di giri intonando cori su cori, alcuni dei veri e propri boati, sfruttando un potenziale che sarebbe una pazzia disperdere.

Quando nel 2016 Gabrielli si insediò come nuovo capo della Polizia, scomodò con una citazione San Tommaso Moro: “Signore dammi la forza di cambiare le cose che possono essere cambiate, la pazienza per sopportare quelle che non possono essere cambiate ma soprattutto l’intelligenza di sapere riconoscere e distinguere le une dalle altre”. Beh, il tifo romanista è questo: caotico, coinvolgente, colorato, passionale. Si può apprezzare oppure meno ma chi è che cambierebbe la Curva Sud, vecchia maestra del tifo?

Valerio Poli.