Si trascina stancamente verso la fine questo ennesimo campionato di Serie A. Di stimoli, nelle grandi piazze, continuano ed essercene sempre meno. Stritolati dal volere dei media e delle questure, oltre che dall’imborghesimento latente cui anno dopo anno ultras e tifosi vanno incontro inesorabilmente. Di eloqui sulla pochezza numerica del pubblico romano in queste ultime stagioni forse ne ho fatti sin troppi, quindi inutile calcare la mano ed evidenziare un qualcosa di già noto ai più.

Tra il folle carobiglietti che sta caratterizzando questa gestione americana, il disamore sempre più concreto per una squadra priva di anima e amor proprio e i controlli sempre più serrati e insensati per varcare le ferree soglie di quell’Alcatraz anche detto stadio, in tanti ogni anno si allontanano da Viale dei Gladiatori. Addii che lasciano alle spalle storie di vita vissuta con la sciarpa al collo e gli occhi rivolti verso quel lontano manto verde su cui 11 magliette rosso pompeiano e giallo ocra si affannavano lanciando il guanto di sfida agli avversari. Quello che la Roma ha rappresentato per molte persone lo può capire solo chi ha vissuto la stessa storia, anche con altri colori al collo. Ma quando un amore viene stuprato, riciclato e slavato, diventa una forzatura. Ed in tanti a questa forzatura non hanno voluto e non vogliono cedere. E allora via con il “non” rinnovo di molti abbonamenti e le gradinate vuote, desolate e silenziose delle ultime giornate.

Roma-Udinese non fa certo eccezione. Tanti sono i buchi allo stadio Olimpico, ed anche la Curva Sud non risponde con il tutto esaurito. Benché la squadra sia seconda e storicamente non sia certo abituata a finali di Champions e scudetti uno dietro l’altro. Ma spesso non conta la meta, ma come si programma l’arrivo e il percorso che si fa. Questa società, in particolar modo nell’ultimo anno, è stata in grado di spezzare quella fiducia illimitata che la maggior parte del popolo romanista le aveva letteralmente regalato al proprio arrivo. Li ha chiamati “fucking idiots”, quelli che ci sono sempre e ti applaudono anche quando fai figuracce e prendi imbarcate casalinghe contro il Bayern Monaco. Gli ha detto che se vogliono contestare “devono pagare un biglietto più caro”, a quelli che hanno rinnovato l’abbonamento il 27 maggio 2013, il giorno dopo uno degli eventi più tristi ed umilianti nella storia dell’AS Roma. Perché il silenzio è d’oro. Ma questa società ha dimostrato di non conoscerlo. E così per tappare i propri buchi, le proprie incapacità e la propria ignoranza calcistica, ha preferito sbattere sulle prime pagine i mostri travestiti da tifosi.

Un discorso non riferito solo agli ultras. Un discorso che comprende tanti storici tifosi giallorossi, che non si riconoscono più in questo club. A Roma di chiacchiere se ne sono sempre fatte molte. Piace perdersi in ciance, magari di fronte ad un caffè o a un bicchiere di vino dei Castelli, ma bisogna dire che, almeno finora, le chiacchiere fatte davanti agli hamburger ed ai popcorn sono ben maggiori. Millantando di stadi nuovi e brand internazionalizzati, dimenticandosi però che se vai a Bergamo, Lecce, Cagliari, Torino e Firenze a prendere caterve di gol, se perdi le finali di Coppa Italia con i rivali di sempre e se ti lamenti per un torto arbitrale arrivando puntualmente a 20 punti dalla prima in classifica, non solo non sei minimamente credibile, ma le tue storielle su quanto il nome di Roma e della Roma debbano essere grandi oltreoceano, la gente se li sbatte un po’ dove meglio crede.

Roma-Udinese allora è questa. Un brodino riscaldato di ciò che fu l’Olimpico in tempi non sospetti. La Sud ce la mette tutta, e va anche meglio delle ultime uscite tenendosi su buoni livelli per tutta la partita. Da Udine giungono poco meno di cento tifosi, di cui una ventina ultras che sostengono la squadra come possono per tutta la durata dell’incontro. In campo i friulani trovano dapprima il vantaggio, subendo poi la rimonta capitolina siglata da Nainggolan e Torosidis. Questo è quanto. Oggi di chiacchiere ne ho fatte anche io troppe.

Testo Simone Meloni

Foto Cinzia Lmr

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