Nel momento in cui sto scrivendo degli incidenti del prepartita ne so poco o niente, l’unica notizia certa è che un bel gruppo di ultras pisani sono stati portati in questura a Firenze, dove sono usciti intorno alle 20. Cosa sia successo nei pressi dello stadio lo si può immaginare e comunque basta fare un giro sugli svariati siti d’informazione per leggere degli incidenti tra le due tifoserie con conseguenti feriti anche tra le forze dell’ordine e con gli immancabili commenti da parte del sindaco di Empoli e di parte delle istituzioni sportive.

Chi conosce un po’ la zona di Empoli sa perfettamente che la superstrada Fi-Pi-Li ha tre uscite per giungere nei pressi dello stadio e guarda caso alle due tifoserie è stato “consigliato” di uscire alla stessa, quella che di consueto viene usata per gli ospiti. Per non fare incontrare le due tifoserie bastava scortare i bresciani ad una qualsiasi altra uscita e condurli verso il settore ospite, evitando pericolosi incontri. Niente di più facile o per lo meno servizio d’ordine che non sarebbe stato impossibile, visto che dei bresciani si conoscevano orario di partenza e mezzi di trasporto, perciò sarebbe stato opportuno prelevarli a Firenze e scortarli fino ad un uscita della stessa Fi-Pi-Li. Visto che non mi considero uno stratega dei servizi d’ordine negli stadi italiani, voglio pensare che in questo caso o la questura di Firenze ha sottovalutato il pericolo, ed allora sarebbero degli incompetenti, oppure è stato organizzato un bel tranello per avere mano libera. Opto per la seconda ipotesi.

Che qualcosa sia successo fuori lo stadio lo si capisce dall’assenza degli ultras pisani all’interno della Curva Nord, dove infatti non compare nessuno striscione, nessuna bandiera ma dove soprattutto si nota l’assenza di molte persone. All’interno dello stadio, infatti, il tifo di marca nero-azzurra non è coordinato, nasce spontaneamente con l’ovvia conseguenza che per larghi tratti della partita regna il più assoluto silenzio. Il pubblico di fede nerazzurra si scalda di tanto in tanto per offendere i dirimpettai: la rivalità tra le due tifoserie è accesa ed anche il tifoso medio conosce l’acredine che intercorre tra bresciani e pisani.

Inevitabilmente all’interno del Carlo Castellani l’attenzione è tutta rivolta alla tifoseria bresciana che si presenta con buoni numeri e oltremodo carica, visto che all’ingresso nel settore, il primo coro che viene lanciato è proprio contro la tifoseria pisana. Cori offensivi che i bresciani ripetono per lunghi tratti dell’incontro, gesticolando pure a distanza con i tifosi pisani presenti in tribuna che, a loro volta, non si sottraggono a tale diversivo.

I bresciani offrono una prova più che discreta, tanti battimani e cori sempre incisivi. A livello di colore si fanno notare per tre bei bandieroni sventolati quasi continuamente nella parte bassa, mentre a metà settore, di tanto in tanto, fanno capolino alcune bandiere a due aste. Ma è l’apporto vocale il fiore all’occhiello dei lombardi, visto che quasi tutti i presenti partecipano attivamente al tifo e ce la mettono davvero tutta per farsi sentire, obiettivo che viene centrato senza troppi problemi con i dirimpettai praticamente assenti. Ottima la sciarpata proposta e tifo che si mantiene vivo fino al novantesimo, nonostante la sconfitta di misura patita dalla squadra.

A fine partita il deflusso dei tifosi avviene tra le mille accortezze prese dalle forze dell’ordine, strade chiuse e traffico deviato creano evidenti disagi, ma a questo punto tutte queste attenzioni sono praticamente inutili visto che la frittata è già stata fatta e, suppongo, che i bresciani non abbiano nessuna intenzione di fare un secondo giro di valzer, non avendo più sulla propria strada avversari degni di tal nome.

Valerio Poli.