La Carnia, per i meno avvezzi alla geografia, è una zona dell’Alto Friuli incastonata fra le omonime Alpi Carniche e le sue valli, afferente alla provincia di Udine, nota anche agli appassionati di storia per essersi trovata al centro di contese Italo-Austriache durante la Grande Guerra.

Nonostante la scarsa densità abitativa e la poca popolazione (60.000 circa gli abitanti della zona), fin dal 1951 si svolge un campionato a carattere amatoriale (a cui si affianca anche la Coppa Carnia ed una fervente attività giovanile) al contempo molto sentito con cui le squadre della zona si contendono lo Scudetto della Carnia. Il Cedarchis guarda tutti dall’alto in basso con i suoi 10 scudetti.

Proprio il Cedarchis vanta anche una forma più organizzata di tifo. Difficile reperire tante altre informazioni in merito, se siano tuttora attivi o meno, se siano i soli o ci siano altre forme di tifo simile, in ogni caso, almeno per loro, è possibile vedere in rete qualche foto e video che li ritrae in azione. Nulla di eclatante, ci mancherebbe, ma per nulla male considerando il bassissimo bacino di utenza ed il campionato semi-sconosciuto al grande pubblico.

La notizia di queste ore, rimbalzata attraverso alcuni giornali locali, esula però da questo contesto più storico-introduttivo sul campionato carnico: in casi simili, anche il labile collegamento (campionato carnico-presenza pur minima di tifo-petardi spesso e anche indebitamente attribuiti a tifosi organizzati) diventava il pretesto per un articolo ad effetto in cui appiccicare etichette a caso e dare colpe anche agli assenti. Nei giornali locali, forse perché lontani e ancora immuni dall’infezione psicotica delle redazioni dei maggiori giornali italiani, raccontano semplicemente il fatto.

Durante la partita Cavazzo-Fusca, valevole per la Coppa Carnia, un tifoso 48enne della squadra ospite (multata di 500 € per responsabilità oggettiva) ha lanciato un petardo che, secondo il comunicato ufficiale della FIGC, avrebbe causato il ferimento “al portiere della squadra di casa che ha necessitato il ricovero presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Tolmezzo e anche al direttore di gara che ha riportato disturbi all’udito”.

L’uomo è stato raggiunto dal provvedimento di diffida della durata di tre anni, valido per il campionato carnico ma anche per tutte le altre manifestazioni sportive sul suolo italiano. Riconosciuto dalla digos di Tolmezzo, secondo le cronache si tratta del primo Daspo scaturito all’interno di gare del campionato carnico.