Questa non è una partita come le altre perché tra le due tifoserie c’è una acerrima rivalità ormai storica, radicata fin dai primi anni ’80 e portata avanti di generazione in generazione, come a tramandarsi un antagonismo figlio del tempo. Eppure, nonostante il tempo, tra le due tifoserie si è sempre manifestata una reciproca avversità che naturalmente è sfociata in episodi ben al di sopra delle righe, del resto la tifoseria ligure ha ben pochi ammiratori in Toscana e se escludiamo un breve feeling con Livorno, per il resto il clima che si registra è di aperta ostilità.

Detto questo è normale che i tifosi spezzini, vuoi per la distanza, vuoi per la rivalità, organizzino la trasferta col piglio giusto, perciò grande partecipazione e minuziosa attenzione ai particolari. E su questo punto ci si va a scontrare con l’attuale situazione dell’Arena Garibaldi che con la sua capienza ridotta non può che accogliere un determinato numero di tifosi ospiti. La grana si manifesta immediatamente con la prima offerta di 300 tagliandi a fronte di una richiesta tre volte superiore: da Pisa la questura arriva a garantire proprio sul filo di lana 400 biglietti, ma da Spezia la Curva Ferrovia decide “O tutti o nessuno”, perciò i gruppi organizzati optano per disertare a malincuore la trasferta. Decisione forte ma ponderata, decisione che prendono i gruppi ultras ma che evidentemente viene avvallata da tutta la tifoseria, visto che nel settore ospite si contano alla fine solamente quindici tifosi bianconeri, praticamente una goccia in mezzo al possibile mare.

Se per gli ospiti la decisione è presa, anche per la tifoseria nerazzurra è tempo di cambiamenti: dopo un tira e molla dai toni aspri e caotici, finalmente la società passa di mano e viene acquistata dall’imprenditore Corrado che succede a Petroni, personaggio contestato apertamente da tutta la città e principale causa delle ultime disavventure sportive della squadra. La notizia, dopo qualche cessione saltata all’ultimo momento, crea un clima di festa in tutta la tifoseria: una nuova era sembra aprirsi e si spera che ciò porti una stabilità societaria che ultimamente a Pisa sembra una chimera.

Ad inizio partita uno striscione della Curva Nord chiarisce il clima del momento: “Passione determinazione e unità sono state la forza della nostra città. Pisa non si piega”. Qualche torcia, qualche bandiera e poi via con il tifo ed i primi pensieri sono per l’attuale società e per quella passata, cori e parole che partono dalla curva e vengono riprese da tutto lo stadio, a conferma che anche a queste latitudini l’unione di intenti tra curva – club e semplici tifosi, è quella vincente.

Il tifo della Curva Nord prosegue senza soste, l’inizio è poderoso poi nella parte centrale del primo tempo c’è un leggero calo. L’ambiente nel suo insieme risulta particolarmente carico: quando la curva chiama la gradinata, il botta e risposta è di quelli che lasciano il segno ed il rimpallo del coro risulta ottimo. Gradinata che non è una semplice appendice della curva ma, soprattutto nella zona centrale, il tifo non manca, con sciarpate e bandieroni che colorano un settore che di partita in partita risulta perennemente in crescita.

Seconda frazione che si apre con un riadattamento de “La guerra di Piero” di De André poi, complice l’assenza di una reale controparte, il tifo verte tutto sulla squadra e sulla città. In alcune fasi dell’incontro, anche la tribuna si fa sentire e riprende i cori della curva, l’ambiente è su di giri ed il tifo, in alcuni momenti, è veramente straripante, bello a sentirsi e bello a vedersi, con la curva sempre colorata da bandiere e bandieroni.

Nel finale, da segnalare una bella sciarpata e l’immancabile passeggiata della squadra sotto il settore, con lo scambio di saluti e con qualche giocatore che torna negli spogliatoi senza indumento.

Anche la squadra ospite si dirige verso i propri tifosi per i saluti di rito, peccato la presenza spezzina non superi le quindici unità. Dato che dovrebbe inevitabilmente far riflettere ma che, molto più probabilmente, passerà inosservato ed inascoltato. A far notizia è invece il solito borsone pieno di armi che viene trovato sistematicamente prima del derby della Capitale, notizia che ormai ci viene riproposta ciclicamente: a questo punto, chi di dovere, potrebbe benissimo evitare di nasconderlo nei pressi dell’Olimpico e portarlo direttamente in questura. Ogni insinuazione è cercata e voluta.

Valerio Poli.