Se il girone B di Lega Pro vede il primo posto in classifica occupato dal blasonato Ascoli, alla seconda posizione ci sono i rossoblù de L’Aquila. Immaginandoli in grande spolvero, l’occasione propizia di rivederli all’opera mi è data dalla loro trasferta a Forlì che giunge a distanza di qualche settimana da quella di Santarcangelo. In quella circostanza si ricorderà soprattutto l’ingiustificato abuso da parte delle forze dell’ordine, che dapprima bloccò i bandieroni all’ingresso del settore ospite e successivamente, nell’intervallo, li costrinse ad ammainare i loro stendardi di rappresentanza solo perché riportavano scritte tipo “Ultras liberi” e “Diffidati con noi”, se proprio non volevano incorrere in denunce e diffide. Così i ragazzi giunti dall’Abruzzo decisero di lasciare il settore per protesta, seguendo il resto della gara da una tribunetta posta all’esterno dello stadio, negli adiacenti campi da allenamento.

Per fortuna nella trasferta odierna hanno ricevuto ben altro trattamento, potendo esprimersi al meglio nel loro stile, con bandieroni sventolati ininterrottamente, belle manate, qualche sciarpata, bandierine rossoblù a colorare il settore e tanta voce da parte di tutti i presenti.

Ma andiamo con ordine. Arrivato con un certo anticipo al “Morgagni” di Forlì, devo aspettare quasi l’inizio della partita per vedere l’ingesso del contingente ospite nel settore adibito ad accoglierli. Almeno un centinaio, per la maggior parte si raccoglieranno dietro alcuni stendardi tenuti a mano.

Nei minuti che precedono la partita anche i tifosi biancorossi di casa, che occupano il settore al loro fianco, fanno il loro ingresso: appendono qualche stendardo come “Vecchia guardia”, “Ca’ ossi” e “Rabbiosi”, posizionandosi nella parte più alta, dietro lo striscione “Una squadra una città”. Obiettivamente la loro presenza numerica è molto risicata, considerando che giocavano in casa ed era pur sempre una partita di cartello. Per il resto si limitano a sventolare qualche bandiera biancorossa e anche i cori nell’arco dei 90 minuti hanno troppi tempi morti: a parte qualche “Forza Galletto” più secco e roboante, mi resta veramente difficile giudicarli, l’unica cosa che posso dire con sincerità è che mi aspettavo qualcosa in più.

Discorso diverso per gli ospiti. Inizialmente i rossoblù espongono un lungo striscione per dar il bentornato ad un diffidato, successivamente colorano il loro settore con bandierine e due aste mentre al coro “Sono arrivati i rossoblù” iniziano il loro tifo, ininterrotto e come sempre ben coordinato dal lancia-cori.

È veramente bello vedere all’opera i ragazzi targati “RBE 1978” affiancati dai “Novantanove”. Sia esteticamente che vocalmente hanno una marcia in più ed oggi poi sono assoluti padroni della scena in quel di Forlì, non riuscendo l’opposta tifoseria a tener loro testa per potenza e continuità.

Una cosa già notata a Santarcangelo è che se la propria squadra segna quando loro sono impegnati a cantare un coro, nessuno si scompone per esultare o abbandona il proprio posto, continuando imperterriti a tifare, indipendentemente dal fatto che si vinca, perda o magari pareggi a pochi minuti dalla fine della partita, come avvenuto quest’oggi.

Alla fine un giusto pareggio per quanto visto sul terreno di gioco. Al novantesimo tutta la squadra aquilana si porta sotto il settore per festeggiare con i tifosi perché se sono riusciti a raccogliere un nuovo risultato positivo anche oggi, un po’ è anche per merito di quei ragazzi che si sono sgolati a petto nudo, non facendo mai mancare il sostegno al proprio undici. Prossimo appuntamento per il sottoscritto al seguito dell’Aquila Abruzzese sarà in quel di San Marino nel girone di ritorno: mi stanno favorevolmente impressionando e rivederli all’opera sarà sicuramente un piacere.

Gilberto Poggi.