Si gioca all’insolito orario delle 18:30 di un venerdì di fine maggio questa semifinale play off  di Serie B fra Pescara e Vicenza. Le tifoserie sono legate da un forte rapporto di amicizia che dura da ben 38 anni, infatti diverse ore prima dell’ inizio della partita si ritrovano fuori per bere e mangiare assieme. Dentro, lo stadio Adriatico è abbastanza pieno, con quasi 15 mila spettatori ad assistere a questa gara e oltre 300 vicentini (307 biglietti venduti in prevendita).

I pescaresi a livello coreografico effettueranno una bella sciarpata tenendola alzata per un bel lasso di tempo, oltre che sventolare le bandiere. I veneti agitano vari palloncini bianchi e rossi, sventolando alcuni vessilli. Nel primo tempo gli abruzzesi tifano, seppur evidenziando alcune difficoltà  a livello d’intensità corale, anche perché il settore “aperto” non li aiuta e forse il pathos per l’importante sfida prende, a volte, il sopravvento. Per il resto accendono qualche torcia, fanno dei bei battimani ed è discreto lo sventolio sia dei bandieroni che delle bandiere.

I vicentini nella prima frazione, pur essendo non un gran numero, si fanno sentire tanto e riescono ad essere molto continui, anche con bei battimani. Belle sono le sbandierate effettuate. Nella seconda parte di gara i pescaresi vanno decisamente meglio ed il tifo è più continuo. Bella la sciarpata effettuata e lo striscione che dedicano ai loro fratelli di Vicenza, i quali nella seconda frazione espongono una pezza nella Nord biancazzurra.

I biancorossi anche nella ripresa andranno benissimo e canteranno molto con battimani e sbandierate, oltre all’accensione di un paio di torce e alla bella e fitta la sciarpata. Quando mancano tre minuti alla fine dell’incontro, il Pescara segna su rigore e grande è l’ esultanza del pubblico biancazzurro.

Una menzione a parte la merita il gruppo in gradinata, che si fa sentire e notare bene, oltre ai cori amichevoli che si scambiano spesso con i vicini amici biancorossi. La partita finisce 1-0 ma poco importa, le due tifoserie si ritrovano al bar fuori la curva di casa per continuare a bere, scambiare chiacchiere e gesti amichevoli mentre il buio cala e si parla del ritorno di martedì sera, con la convinzione che nemmeno la vittoria o la sconfitta dell’uno o dell’altro potrà minimamente scalfire un’amicizia di così gran lunga data.

Marco Gasparri