Nel weekend dedicato alle qualificazioni delle nazionali ai mondiali di Russia, al Piola di Novara va in scena l’anticipo dell’ottava giornata del campionato cadetto, dove i locali affrontano l’Ascoli in un match che vede opposte due squadre in crisi di gioco oltre che di risultati.
Scarsa l’affluenza di pubblico: in Curva Nord sono un centinaio le persone dietro striscione Nuares con un grosso bel bandierone sventolato non solo all’entrata in campo ma anche durante la partita, mentre quantifico il contingente dalle Marche in 130/150 tifosi (di cui una settantina ultras o comunque partecipanti attivamente al tifo) arrivati dopo una manciata di minuti dal fischio di inizio.
Da segnalare una bandierina del Como, appesa sopra la pezza degli Ultras 1898.
Partita decisamente noiosa, anzi, soporifera, così come il tifo, senza particolari picchi. Mi posiziono tutta la partita sotto il settore ospiti dove i lanciacori che si alternano hanno il loro bel da fare per coinvolgere il più possibile i presenti.
A stento odo la curva di casa, dove comunque il gruppetto centrale di “nuares” si dà da fare per vivacizzare la Nord alternando ai cori battimani compatti e una bella sciarpata tra cui spiccano le sciarpe del gruppo a offrire un senso di unità all’alzata di sciarpe.
Dopo un primo tempo equilibrato, nella ripresa entra in campo un Ascoli irriconoscibile, senza mordente e incapace non solo di rimontare il gol segnato da Faragò, ma neppure di impensierire da Costa: decisamente meritato il mancato saluto da parte degli ascolani ai loro giocatori quando questi a fine partita si dirigono sotto il settore, rapidamente svuotatosi dopo i grintosi inviti dei più carismatici.
Dall’altra parte tre punti importantissimi per il Novara , atteso domenica prossima dal derby a Vercelli, appuntamento sempre molto sentito per la tifoseria azzurra.
Alberto Cornalba.